Il pubblico del Circo Massimo a Roma, riunito per la Festa del Fatto Quotidiano, ha avuto la sua dose di penitenza culturale. Prima Alessandro Barbero in versione profeta dell’apocalisse. Lo storico del Piemonte Orientale ormai non racconta più solo la storia, pare leggere il futuro come Nostradamus, indossando la sua solita giacca di tweed e ogni volta che parla sembra volerci ricordare che la fine è vicina. Poi, come se non bastasse, è arrivato l’entusiasmante streaming del trio Sommi, Di Battista e Domenico Gallo con tanto di flashmob per la Palestina. A quel punto serviva ossigeno. E questo è arrivato sotto forma di rap. Sul palco Gué, tirato dentro a forza l’11 settembre, anniversario delle Torri Gemelle. Lui, fresco di cameo nel cinema d’autore grazie a Paolo Sorrentino, si è ritrovato a fare da colonna sonora a una kermesse che mescola politica, prediche civili e un vago sapore di sagra chic. Poi, a rincarare la dose, il “grande intellettuale” J-Ax.

Ma il piatto forte è atteso per domenica 14, quando toccherà al ministro della Cultura Alessandro Giuli. L’attesa cresce e i retroscena si moltiplicano. Perché Giuli non si è limitato a prenotare un palco, ma ha scelto di farsi intervistare da Thomas Mackinson. Particolare interessante, dato che il giornalista scrive per Travaglio ma allo stesso tempo lavora con Massimo Giletti su Rai2. Un piede nel giornalismo militante e l’altro nello show televisivo. E proprio lui, come ha ricordato Dagospia, dalle colonne del Fatto ha spesso inferto alcuni colpi a Lucia Borgonzoni, sottosegretaria di Giuli, e all’intera ala leghista del Ministero della Cultura.

Dunque il ministro si è cacciato ingenuamente in un trappolone mediatico, prestando il fianco a chi non gli ha mai risparmiato fendenti al fine di blandirlo? Oppure, più sottilmente, ha pianificato la mossa con astuzia, decidendo di usare il Fatto come cavallo di Troia per sganciarsi da certi legami e tessere nuove alleanze? Oppure entrambe le cose... chissà se avrà preso bene le misure.
