Weekend di singoli monopolizzato dalle uscite italiane e caratterizzato da un “non facciamo del male a nessuno” tipico delle ultime due giornate di campionato di calcio, quando alcune squadre scendono in campo per onor di firma ma ormai “les jeux sont faits”. Diversi attesi ritorni, fra cui quelli di Tommaso Paradiso e Gorillaz. Entrambi, fedeli al proprio “signature sound”, non spostano alcun paletto. Però battono un colpo importante in vista di futuri e più estesi progetti. Ma c’è anche il nuovo brano di Damiano David, la controversa cover de “La mia storia fra le dita” di Gianluca Grignani per mano (per bocca, più che altro) di Laura Pausini, la nuova pillola retro-romantica di Achille Lauro e… il video della sempre chiacchierata Clara.
TOMMASO PARADISO, Lasciamene un po’
Nuovo singolo per Tommaso Paradiso. E prima che diciate “indie-pop” con la faccia indignata di chi certe sofisticazioni linguistiche proprio non le manda giù, ricordatevi che i Thegiornalisti “hanno fatto anche cose buone”. E che alcuni pezzi di “Space cowboy”, album dimenticato forse un po’ troppo in fretta, lasciavano intravedere capacità di scrittura non ordinarie (un brano per tutti, “Lupin”). “Lasciamene un po’” non è la canzone che convertirà gli scettici. Anzi. In vista di una possibile apparizione al prossimo Festival di Sanremo (ma Paradiso ha sempre ripetuto che non ci sarebbe mai andato), questo pezzo polarizzerà ulteriormente le opinioni in campo. Perché l’atmosfera è quella della sua tipica ballad vitaminica: anno 1983, estate, bar. Sullo sfondo un lungo frigorifero rettangolare marrone che vende gelati Sammontana. In quel bar, su quella spiaggia, il juke-box diffonde leccornie pop “alla Paradiso”. Divertenti, ampie, immediate. Questa, in particolare, è prodotta da Davide Simonetta (Geolier, Annalisa, Marco Mengoni) e, nonostante il bel video in bianco e nero, va a toccare le consuete corde malinconiche e synth-heavy che Paradiso conosce a menadito. Non male, comunque.
GORILLAZ feat. SPARKS, The happy dictator
Per il pezzo che anticipa il nuovo “The mountain”, previsto per il 20 marzo 2026, Damon Albarn estrae dal cilindro uno dei feat meno prevedibili. Insieme ai Gorillaz, niente meno che i visionari Sparks, duo americano (Ron e Russell Mael), che nel 1977 conquista la vecchia Europa con “This town ain’t big enough for both of us”, pezzo che ben rappresenta il loro approccio eccentrico e glam alla materia pop. In “The happy dictator” – splendido Murdoc, nel video, in versione “Il grande dittatore” di Charlie Chaplin – Damon Albarn dispensa liriche amare (“basta brutte notizie, così di notte puoi dormire tranquillo”) giocando vocalmente con un Ron Mael decisamente sornione. Siamo nell’ambito di un pop sempre creativo, mai banale; forse, stavolta, troppo certo di pigiare sempre i tasti giusti/corretti. Ma si sa, da tempo i Gorillaz non sono più una band solo da singoli. E il prossimo disco, che al solito offrirà una parata di eccitanti feat, vede la partecipazione di artisti che si esibiscono in cinque lingue: arabo, inglese, hindi, spagnolo e yoruba.
DAMIANO DAVID feat. TYLA/NILE RODGERS, Talk to me
Mentre le voci di una reunion dei Maneskin si fanno via via più concrete, Damiano David, che finora sembra aver perso, a sorpresa, la sfida solista a distanza con Victoria De Angelis, torna con “Talk to me”. Prodotto dal guru Nile Rodgers (Chic), il nuovo pezzo vede Damiano affiancato da Tyla, cantante sudafricana vincitrice di un grammy award come “Best African music performance 2024”. Tutti contenti, i protagonisti del pezzo. Tutti non vedevano l’ora di collaborare con tutti, stando a quanto hanno dichiarato, e quindi “Talk to me”, quasi per forza, è un capolavoro. Oddio, no, a dire il vero. Però è un bel brano pop, molto Daft Punk light (Rodgers aveva firmato tre brani di “Random access memories”, ultimo album, anno 2013, del duo transalpino), che ribadisce un concetto già chiaro: David, all’interno dello spettro pop, è in grado di cantare quasi tutto con enorme disinvoltura.
LAURA PAUSINI, La mia storia fra le dita
Finalmente ci (ri)siamo. Ecco la cover della transitoria discordia (ma siamo convinti che Pausini e Grignani, in realtà, non abbiano mai litigato). Ecco “La mia storia fra le dita” cantata da Laura Pausini. Piccolo flashback: a metà luglio Laura Pausini annuncia via social l’uscita di un “nuovo” pezzo che così nuovo non è. Grignani non perde tempo: “Con tutto il rispetto e la gentilezza che riservo, in primis, alla donna e poi alla grande interprete che sei, è però doveroso che io ricordi che il tuo singolo in uscita (al quale, ti rivelo, dedico i miei migliori auspici) è una cover... di un brano che, se non sbaglio, ho scritto e interpretato io”. Verissimo, mica mentiva Grignani. Oggi, di questa cover, c’è anche il video ufficiale. Tutto molto patinato e filtrato. Un delirio digitale. Siamo in quel folle territorio in cui ciò che vorrebbe essere elegante ogni tre secondi si trasforma in una sonora pacchianata. Un video che somiglia allo spot di una gioielleria appiccicato a una canzone che Pausini interpreta ovviamente a modo suo. E così il latte, di colpo, passa da intero a totalmente scremato, la birra diventa analcolica e il pezzo di Grigani perde per strada la sottile disperazione. La vulnerabilità. Mah…
ACHILLE LAURO, Senza una stupida storia
Nuovo capitolo del sempre più avvincente romanzo intitolato: “Come Achille Lauro, a furia di ospitate da Mara Venier, è diventato l’idolo romantico di ogni donna over-45 che abbia nostalgia del lacrima-pop anni ‘70”. “Senza una stupida storia”, addirittura registrata nei celebri studi Sound Factory di Hollywood (ma non diteci che si sente!), ci ripresenta l’Achille chansonnier ultra-sensibile che piace tanto a quelle mamme che fino a “Rolls Royce” (Sanremo 2019) lo schifavano apertamente. Quelle mamme che davvero avevano creduto che Achille Lauro fosse un ribelle. Una di quelle idee che solo a ipotizzarle mentalmente si fa la figura dei creduloni a vita. Questo è Achille Lauro. Vi piace, sempre così drammatico? Ma anche sempre così attento a osservare le dritte del manuale del buon romantico? Scuotete forte la vostra vita, è ora.
CLARA, Uragani
E infine il video di “Uragani” di Clara. Perché non è che sul pezzo in sé ci fossimo espressi granché bene (“Autotune a palla per un brano che oscilla tra il “sono una fo**uta sex-bomb, ricordatelo” e l’emancipato”). Ecco, il video, ben diretto e coreografato da Gabriele Esposito, mostra Clara a capo di un plotoncino di ballerini-studenti che, dopo essere rimasti seduti con lei al tavolo per quei venti secondi necessari per creare un minimo di preambolo, si scatenano e sostengono, anche fisicamente, Clara la regina. Clara la sex bomb. Donna splendida, Clara. Con una vocalità interessante. Il pezzo, tuttavia, rimane ciò che è, un discreto brano radiofonico come decine di altri. “Questo pezzo esce in un momento particolare della mia vita, di cambiamento e consapevolezza. È un messaggio di libertà: essere sé stessi e non farsi influenzare da nessuno. Che per me è fondamentale”. Non abbiamo ragione di dubitarne.
