La dignità di un padre. Di un padre. Di un PADRE. Questa parola che oggi qualcuno vuole far sembrare una bestemmia, quasi un'offesa. Dovete spiegarmelo adesso, voi femministe generalizzatrici, voi uomini che avete chiesto scusa per paraculaggine, se è giusto dire di quell'uomo, il padre di Giulia, e di molti altri uomini, che sono responsabili di tutti i femminicidi e del patriarcato, questa parola che vi piace usare così tanto e che voi, VOI, avete svuotato di significato, ve ne siete appropriati e la utilizzate per le vostre battaglie social e per i vostri like.
Visto che vi piace generalizzare ditemi: cosa c'entra quel padre con i colpevoli dei femminicidi? Quel padre che è salito sul sacrato della Chiesa durante il funerale di Giulia e ha fatto un discorso semplice, di pace, ha pronunciato la parola PERDONO, nonostante abbia perso da un anno una moglie e da poco una figlia di 22 anni che in questi giorni avrebbe dovuto vivere giorni di festa dopo essersi laureata. Il suo discorso e quello dell'omelia dovreste ascoltarlo e riascoltarlo: lui e il vescovo hanno parlato di figli a cui dovremmo insegnare ad accettare la sconfitta, hanno parlato di educazione tecnologica e digitale, hanno parlato di pace tra i generi, di amore concepito come condivisione e superamento di quell'aspetto narcisistico che porta alla gelosia e alla possessione. Tutti concetti precisi, circoscritti, sacri, lontani dalle generalizzazioni che avete fatto voi, VOI, sui social.
È stato, il discorso del padre di Giulia, spezzato dalla commozione e pieno di dignità, un discorso di PACE, da contrapporre al vostro, care e cari influencer, pseudo giornaliste e giornalisti, generalizzatori e generalizzatrici, che invece avete detto che tutti gli uomini sono potenziali assassini, che avete ricercato una dialettica uomini contro donne.
Non ci deve essere alcuna paura a dire che l'uomo deve essere forte, autorevole, perché questo ha dimostrato di essere il padre di Giulia, Gino Cecchettin, forte e autorevole anche nel dolore. Perché non c'è alcuna contraddizione tra l'essere un uomo forte e mettere in mostra le proprie fragilità. È vero, ognuno di noi - ogni uomo ma anche ogni donna - deve fare la propria parte affinché non accada più quello che è successo a Giulia. Ma non sarà con l'odio e criminalizzando la figura dell'uomo che raggiungeremo l'obiettivo. Lo raggiungeremo parlando di amore e combattendo il senso del possesso e del dominio. Questo è quello che ci dovrebbe rimanere del discorso fatto nella chiesa di Padova oggi dal padre di Giulia.