Benvenuta Germania tra i Paesi con governi politicamente instabili. La locomotiva dell’Europa è economicamente ferma da tempo, senza il gas russo a buon mercato ha cessato di correre. Ma ora è giunto al capolinea anche il governo. La Fdp uscendo dal governo ha di fatto aperto la crisi. È successo raramente in Germania, ma non è di per sé una novità. Eppure in quello che è successo c’è qualcosa di completamente nuovo che rende per la prima volta politicamente instabile il sistema. Vediamo perché. In questo caso, infatti, non si può utilizzare il meccanismo previsto dal Grundgesetz della sfiducia costruttiva, dal momento che non esiste una maggioranza parlamentare alternativa. Fdp e Cdu insieme non sarebbero in grado di offrire questa maggioranza: questo meccanismo previsto dalla costituzione, quindi, non è in grado di risolvere questa crisi. La costituzione tedesca prevede tuttavia un’altra possibilità e cioè che il Cancelliere ponga la questione di fiducia. È la procedura prevista dall’articolo 68. Il Cancelliere pone la fiducia, se perde può chiedere al Presidente della Repubblica lo scioglimento anticipato. Si dirà, ma dove sta la novità?
È già accaduto in tre casi. È vero ma in questi casi il Cancelliere aveva ancora la maggioranza e anzi la decisione di ricorrere alla fiducia era proprio per perderla e così poter chiedere e ottenere lo scioglimento anticipato del Bundestag. Qui però è proprio il Cancelliere a non desiderare lo scioglimento anticipato. Da qui la sua scelta di rinviare la questione di fiducia e tentare di governare a vista per i prossimi mesi con un governo di minoranza. Il suo governo, che a questo punto non ha più una maggioranza, potrebbe cercarsela di volta in volta nel Bundestag. Ora è del tutto evidente che il Cancelliere sta cercando di prendere tempo perché un voto nell’immediato porterebbe il suo partito ad una delle più tremende sconfitte che mai avuto. In questo modo però egli stesso non sta pensando come dice all’interesse della nazione ma al suo proprio interesse. D’altro canto, anche la Cdu mira al suo interesse e spinge quindi sulla richiesta immediata del voto di fiducia. Come che sia ci troviamo di fronte ad un governo di minoranza e ad un possibile scioglimento anticipato non desiderato dal Cancelliere. Due inediti nella storia della Repubblica. Conclusione: anche la Germania ha perso quella per cui andava sempre fiera: la stabilità di governo. Benvenuta nelle Repubbliche delle banane!
Questo è lo stato di cose appena uscita la notizia. Bisogna però chiedersi cosa accadrà adesso: Scholz è da sempre un burocrate, ma stavolta si è comportato da politico. I liberali non se ne sono andati, è lui che li ha cacciati. Lindell si aspettava di andarsene, non di essere mandato via. Scholz, che non ha preso mai una decisione politica, ha compiuto una mossa che avrà chiaramente delle conseguenze. Lo si è visto nei sondaggi, dove si dà il partito liberale al 2%. I liberali non entreranno più nel prossimo parlamento, poiché alle elezioni la soglia di sbarramento è al 5%. Proprio guardando ai sondaggi, riusciamo a capire quale potrebbe essere l'assetto del futuro parlamento, indipendentemente dalla data delle elezioni, a marzo, come inizialmente ipotizzato, o leggermente prima. I dati usciti venerdì 8 novembre nei canali ufficiali, infatti, sono reali. Il prossimo governo sarà una nuova grande coalizione a guida Cdu. I verdi non troveranno sufficienti elettori per continuare le politiche che hanno portato alla crisi industriale ed energetica tedesca, e i liberali, come abbiamo visti, spariranno.