Christian Raimo si è detto “traumatizzato” dalla sospensione di tre mesi a paghetta dimezzata per gli insulti (è come la “Morte Nera”) al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara e uno finisce che si immagina Christian Raimo, con la pettinatura a doppia conchiglia sulle orecchie della principessa Leila, dell’Alleanza Ribelle, inseguita dai soldati dell’Impero, che corre in vestaglia ancheggiando sui tacchi e i polpacci pelosi, con le manine a mezz’aria e il polso pendulo urlando in falsetto: “Aiuto, aiuto, mi sto sentendo tutta traumatizzata!”. Perché in realtà non so se faccia più ridere Christian Raimo “traumatizzato” per la punizione o il ministro Giuseppe Valditara con quel “lurido” – insulto per il quale Raimo è stato sospeso – che sta echeggiando in ogni dove moltiplicandosi esponenzialmente alla faccia della censura. Bella lotta.
I fatti sono semplici, lo scrittore rivoluzionario barricadero Christian Raimo, durante un dibattito alla festa nazionale di Avs (bella festa), ha pronunciato le seguenti e incriminanti parole: “Io penso che da un punto di vista politico Valditara vada colpito, perché è un bersaglio debole e riassume in sé tante delle debolezze del Governo. Credo che vada fatta una manifestazione contro Valditara, non per la scuola ma contro Valditara. Perché dentro la sua ideologia c’è tutto il peggio: la cialtronaggine, la recrudescenza dell’umiliazione, un evidente abilismo, il classismo, il sessismo. C’è tutto. Se è vero che non è lui l’avversario, è vero che è lui il fronte del palco di quel mondo che ci è avverso. E quindi va colpito lì, come si colpisce la Morte Nera in Star Wars. Chiaramente c’è un impero e, siccome lui si pone come la Morte Nera, io penso che non è difficile colpirlo, perché tutto quello che dice è talmente evidente, palese, arrogante, cialtrone, lurido, una parola che si attaglia a quello che dice Valditara, che è facile vederlo”. Dopodiché si è messo il cappellino di Che Guevare e si è dato alla guerrigl… ah no, dopodiché l’Ufficio Scolastico Regionale lo ha sospeso per tre mesi con paghetta ridotta a 600 euro al mese e Raimo ha detto di sentirsi traumatizzato aggiugendo: “Devo cercare di capire come vivere con 600 euro al mese”. E ancora: “Sto ancora cercando un senso a questa sospensione ma non è facile”. Dura la guerriglia di questi tempi.
Almeno Ilaria Salis, voglio dire, eroina di Raimo, andava a dare e a prendersi legnate. E invece pare che a Raimo gli dimezzano lo stipendio per tre mesi lui inizia a fare, tipo: “Oddio come vivrò, come farò, cosa c’è in offerta alla Lidl questo mese? Dici che è meglio l’Eurospin? Ci stanno decimando. Dobbiamo darci alla macchia. Ci obbligano. Non potrò fare il prelavaggio in lavatrice altrimenti sai la bolletta. Te l’ho detto, ci obbligano alla macchia”. E poi andare nel parcheggio del discount e salire in sella alla sua “Poderosa III”, replica della moto del Che Guevara, una Northon 500 M18 del ‘39, sul quale Raimo ha montato le rotelline laterali come nelle bici per i bambini: “Senza rotelle alla prima curva mi traumatizzo”. Meno male che i tempi sono cambiati e a Cuba non ci devi andare insieme a Fidel Castro sulla Granma, perché altrimenti Raimo l’inteprido se ne sarebbe rimasto in Messico, con la sciarpa, lo sciroppino per la tosse, dopo aver urlato: “Ma c’è umido là sopra! E poi, voglio dire, ci sono gli schizzi! Ma mi volete traumatizzare?”, e poi, guardandosi intorno: “Qui in Messico c’è la Lidl?”. La rivoluzione non russa. Ma ha i reumatismi e molti traumi.