Il secondo turno di elezioni in Francia ha stupito quasi tutti. Emmanuel Macron ha indetto le elezioni straordinarie dopo il risultato pessimo alle europee e alla fine è stata la mossa giusta. Nonostante i brividi per il successo al primo turno di Marine Le Pen e il suo giovane innamorato Bardella (sedotto dalla regina nera all’età di sedici anni), infatti, a vincere il 7 luglio è stata l’alleanza di sinistra guidata da Jean-Luc Mélenchon, il Nuovo Fronte Popolare, mentre Macron, da terzo che era, è arrivato secondo e ha lasciato indietro proprio il Rassemblement National. E adesso la sinistra, per formare il governo, dovrà accordarsi con i liberali dell’attuale presidente. La vittoria verrà cantata per secoli, o almeno sembra così a guardare le bacheche degli intellettuali di sinistra. Christian Raimo si lascia andare e tira fuori quel linguaggio mezzo romano e mezzo da stadio (quindi solo romano): “Il futuro è il socialismo, il fascismo e la sua stampellina lib hanno stuccato. Se le persone vanno a votare se i giovani a votare, il fascismo rimane una reliquia, e il socialismo si prende il palco. E adesso stuccateci il caz*o con l'antisemitismo a sinistra e i centri sociali”. E stamattina, a mentre fredda e recuperata la postura: “Sucate”.
La sconfitta di Le Pen dovrebbe presagire la sconfitta di Giorgia Meloni, tenute insieme dall’etichetta antistorica del neofascismo, e solo da quella visto che Le Pen se ne andrà in Europa con Matteo Salvini e Viktor Orbán. Ma cos’è il neofascismo? Per spiegarlo Raimo, qualche giorno fa, ha pensato di autocitarsi come fonte autorevole con un libricino di poche pagine uscito per Einaudi, Contro l’identità italiana. Dice di aver predetto la doppia morale dei neofascisti, quella emersa con l’inchiesta di Fanpage e tipica di tutta la destra, che in pubblico si comporta da democratica ma in privato conserva gelosamente sentimenti oscuri e totalitari. Lo definisce un libro “profetico”, anche se sarebbe stato più convincente se il saggio fosse uscito cinquant’anni fa e non cinque anni fa. Una profezia a corto raggio, basata tra l’altro su tanta bibliografia e poco contenuto originale. E pace per chi credeva che le vere fonti, in fatto di fascismo, fossero storici come Emilio Gentile e Renzo De Felice.
Torniamo alla Francia. Avevamo già spiegato che la vittoria di Le Pen non avrebbe potuto essere una buona notizia per Giorgia Meloni. Non solo perché avrebbe spodestato la premier da reginetta del ballo in Europa, ma perché, come spiegano su Il Foglio, in fondo Meloni somiglia più a Macron di quanto non riesca ad accettare (e Macron, assurdamente, molto più a Le Pen che non a Melenchon, secondo Le Monde). Ora che Le Pen ha perso e ha, tra l’altro, dichiarato di volersi unire ai Patrioti d’Europa, lasciando indietro Fratelli d’Italia e i Conservatori, Giorgia Meloni può festeggiare. Rimarrà ancora per un po’ l’unica donna forte al comando e, realisticamente, l’unica leader donna di centrodestra con un ruolo in Europa, almeno fino alle presidenziali francesi fra tre anni. Meloni potrà proseguire indisturbata nel suo progetto di costruzione di un partito conservatore forte e transnazionale, lasciandosi indietro gli smaniosi populisti per avvicinarsi sempre di più al centrodestra storico, quello atlantista di scuola inglese. A piangere è Salvini, e pure forte. Il leader della Lega, oltre ad averla tirata à son amie Le Pen, è rimasto a piedi, tra governatori come Zaia che ridicolizzano senza aver bisogno di parlare il salvatore Vannacci e Vannacci stesso, che riduce a macchietta il partito abbandonato persino dal suo fondatore, Umberto Bossi.
Tutto questo Raimo ancora non lo ha capito. Non distingue due destre, non sa che la sconfitta di Le Pen con Meloni non c’entra niente (mentre c’entra, semmai, la sconfitta dei tory nel Regno Unito), che è Salvini a doversi preoccupare e che, tuttavia, siamo noi a non preoccuparci più da tempo di Salvini. Un’altra cosa che non ha capito è chi ha vinto queste elezioni: il socialismo? Neanche per idea. Certo, l’alleanza di sinistra di Mélenchon è socialista (e Mélenchon ha sostenuto i governi peggiori al mondo, come quello del dittatore Nicolas Maduro), ma non ha vinto nulla. Il secondo turno dimostra che si tratta di un voto di protesta, fatto per convinzione. Indirettamente dimostra che la democrazia funziona (altro che pericolo fascismo, le democrazie se la passano benissimo). Direttamente dimostra che la gente ha raccolto l’allarmare di Macron e ha votato in massa contro Le Pen. Ma questo Raimo non lo ha ancora realizzato, tanta è l’euforia.