Macron incarna lo spirito europeo più di qualsiasi altro leader attuale. Insieme a Scholtz e a Tusk, il presidente francese non cede da oltre due anni al ricatto realista dei filorussi e, invece, preferisce ricordare che il destino dell’Ucraina è il nostro destino e, per esteso, il destino stesso della democrazia. E non è letteratura recitata in un teatro, declamazioni prive di sostanza, né atti di forza in sede pubblica. Non caratterizzano Macron e non caratterizzano più l’Europa. Lo aveva notato anche Vittorio Emanuele Parsi che all’atlantismo imperialista fa seguire, nella sua analisi sulla guerra in Ucraina, un atlantismo di valori. Che poi è quello difeso dalla maggior parte dei sostenitori della democrazia. Chi difende gli autocrati, non solo per soldi ma anche solo per convinzione, tendenzialmente ha fatto mostra nel corso del tempo di forme diverse di antioccidentalismo - economia statocentrica, antisemitismo e così via - e non smentisce neanche laddove l’occidentalismo è una questione di confine tra una società libera e i nemici della libertà. Questione di confine e questione al confine, dove l’Europa e la Nato si son potute spingere a Est, alle porte degli alleati di chi con seriale cinismo sputa sulle donne, sulla vita e sul pensiero. Gli amici della teocrazia di Gilead e dello stato di Panem. E c’è ancora chi dubita si possa dubitare delle intenzioni difensive di Putin. Che il rischio non sia per l’Ucraina ma per tutti noi. Si diceva: non date le armi a Kiev e Putin si siederà al tavolo delle trattative. Ora, seduto su una sedia a debita distanza da chiunque possa arrecargli un danno, Putin dice che sarebbe assurdo fermarsi proprio quando Kiev è a corto di munizioni. Quindi le parole di Macron e del Triangolo di Weimer (Francia, Polonia e Germania) non solo non dovrebbero essere contraddette ma appoggiate fino al punto di dire: vi seguiamo, perché non ci abbiamo capito granché. È quello che dovrebbero dire le destre, che pure vorrebbero competere in Europa e per far sì che possa accadere dovrebbero sapere da che parte stare.
Purtroppo Matteo Salvini, il corifeo antieuropeista per eccellenza ed estimatore della Russia, ha protestato per le parole di Macron che aveva sostenuto: “Faremo il necessario per evitare che la Russia vinca”. E lo fa senza argomenti, per questo gridando alla Pace e, per questo, minando la vera pace, che deve passare da una sconfitta di Putin. E che figura di merda Giorgia Meloni, il cui carisma non si traduce mai in forza con i suoi, con chi le deve qualcosa, tra cui un posto al governo. Nel senso che ciò che resta di Meloni se non sa rispondere a Salvini e a quelli come lui è uno scarto dell’organismo-destra. Inutile ricordare da che parte sta l’Italia se poi l’Italia sembra tanto fragile persino dentro la maggioranza al governo. Macron non è un pazzo, il pazzo è Putin. Scholtz non è un cospirazionista, lo è Putin. Come si può dar così poco credito a due delle forze centrali dell’Unione Europea? Cosa urta a Salvini di Macron? “La spocchia” ha detto. D’altronde è da mesi che Salvini sembra preoccupato per il flirt di Giorgia Meloni con il leader francese, non il suo alleato storico, di certo non l’alleato di Salvini e dei vichinghi della Padania. Non c’è nessuna strategia, nessun tentativo di testare la forza dei propri interlocutori in Europa. Intanto perché Salvini non è, attualmente, interlocutore di nessuno che conti in Ue. E sopratutto perché Salvini non dimostra altro che una tozza arroganza, la grassa invidia di chi vede sfilacciarsi il suo potere. E ancora una volta questo il punto, c’è chi di potere ha vissuto pur non avendolo mai, ma se ti convinci di averlo e ti si sbatte in faccia che non è così allora inizi a scalpitare, come un pesce in una rete. Per fortuna la rete di Salvini è l’Europa e per quanto possa scalpitare non bucherà il sostrato europeista che, in questa guerra, sta facendo la differenza. E lo dimostrano i numeri. Un recente sondaggio, serio, della Nato, Allied perceptions on security, defence and NATO in 2023, ha mostrato i livelli di sostegno non solo alla causa ucraina ma all’alleanza atlantica. In Italia, la stragrande maggioranza dei cittadini si sente al sicuro nella Nato, vorrebbe maggiori rapporti tra Europa e Stati Uniti, vuole continuare a sostenere l’Ucraina e pretende che la Nato intervenga se un altro Paese nell’alleanza viene attaccato. Tutto ciò che Salvini non capisce di Macron è che Macron rappresenta la stragrande maggioranza anche degli italiani. Maggioranza che Salvini dovrebbe, come membro delle istituzioni, incarnare. Ma così non è. “Beato chi non si aspetta nulla, perché non resterà mai deluso”.