Imane Khelif è tornata al centro del dibattito dopo un presunto leak avvenuto in Francia. Il giornalista Djaffar Air Aoudia avrebbe infatti condiviso i risultati di alcuni esami endocrinologi che dimostrerebbero che la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Parigi 2024 è, in realtà, un uomo affetto da un disordine dello sviluppo sessuale maschile (xy-dsd), il deficit della 5-alpha reduttasi. I test sarebbero stati condotti dall’ospedale Kremlin-Bicêtre di Parigi, Francia, e l’ospedale Mohamed Lamine Debaghine di Algeri, sotto la supervisione degli endocrinologi Soumaya Fedala e Jacques Young. Ora Khelif ha deciso di agire per vie legali contro la diffusione del documento, aggiungendo così un altro procedimento giudiziario dopo quello contro alcune figure, tra cui J. K. Rowling ed Elon Musk che, durante le Olimpiadi, l’avevo definita “un uomo”. Anche Donald Trump, neoeletto presidente degli Stati Uniti d’America e coinvolto nella denuncia contro X di Khelif, era intervenuto così: “Uomini che picchiano donne e vincono medaglie”.
In questi giorni, poi, è diventata virale un’immagine chiaramente falsa di Khelif a petto nudo, con un fisico evidentemente maschile. L’immagine non è il primo tentativo di diffondere “prove fotografiche” del presunto sesso della campionessa algerina. Stavolta, a fare eco alle affermazioni di Trump e rilanciando la foto fake – probabilmente prodotta con Ia – è stato il leader comunista Marco Rizzo, appassionato di boxe (ed ex pugile). Sul suo profilo X ha infatti ricondiviso la foto dichiarando: “Sono contrario al fatto che un uomo possa gareggiare in una competizione sportiva di donne. Perché dobbiamo abituarci a simili imposizioni? Posso dirlo?”, alludendo presumibilmente alla censura woke e al politicamente corretto, una battaglia che – oltre a quella sull’identità italiana – ha portato Rizzo ad avvicinarsi sempre di più ad alcune fasce della destra politica italiana. Tra le risposte che hanno ricevuto più consensi quella della pagina satirica “Il Grande Flagello”: “Rizzo, se lei non distingue una foto palesemente fake da una vera (o la distingue benissimo e decide scientemente di pubblicarla) l'unica cosa per cui dovrebbe essere contrario è l'uso dei social da parte di gente che non è in grado di usarli. Non nasconda anche questo commento”. Verrebbe da dire: a proposito di libertà di parola.