La polemica sulla vittoria della pugile algerina Imane Khelif alle Olimpiadi di Parigi 2024 non accenna a spegnersi. Una polemica che parte dalla tesi che Khelif avrebbe vinto una medaglia d’oro pur risultando “geneticamente maschio” in base a test cromosomici condotti dalla International Boxing Association (Iba) e che arriva al recente presunto leak dalla Francia sulle caratteristiche fisiche dell’atleta. La Iba, che nel 2022 ha escluso Khelif dai mondiali per questa ragione, ha attaccato il Comitato Olimpico Internazionale (Cio), accusandolo di aver ignorato i rischi per le altre atlete e di non aver agito per garantire l’integrità della competizione femminile.
In una lettera inviata al Cio, come riporta il Telegraph, Iba sostiene che i test cromosomici, eseguiti in due diversi laboratori, avrebbero confermato che Khelif e la pugile taiwanese Lin Yu-ting avrebbero un assetto cromosomico XY, in contrasto con i requisiti per la categoria femminile. Chris Roberts, ceo dell’Iba, critica apertamente il referente del Cio, Thomas Bach, che avrebbe permesso la partecipazione basandosi esclusivamente sul sesso riportato sui documenti d’identità, ignorando i dati genetici.
“Bach – le parole di Roberts – ha tolto due medaglie d’oro ad altre finaliste. Ha molto da spiegare, e trovo i suoi commenti totalmente irrispettosi”. E sull’approccio del Cio nel definire il sesso sulla base dei documenti: “Come si fa a competere come donna solo perché un passaporto dice che lo sei? Io o lei potremmo cambiare il nostro passaporto per farlo”, la dichiarazione di Roberts al Telegraph.
L’accusa della Iba si allinea anche alle dichiarazioni di Reem Alsalem, relatrice speciale dell’Onu per la violenza contro donne e ragazze, la quale ha recentemente proposto test di sesso obbligatori per garantire equità nelle competizioni femminili. Roberts ha invitato Khelif a sottoporsi volontariamente a un nuovo test semplice, un prelievo dal cavo orale, che potrebbe fugare ogni dubbio, offrendosi anche di coprire i costi: “Se vogliono dimostrare la verità, facciano il test. L’Iba coprirà i costi, non ci sono problemi”, ha detto Roberts. “Quando una donna compete per una medaglia olimpica, non ha bisogno di ostacoli che non dovrebbero nemmeno esserci” ha concluso, sottolineando la necessità di proteggere le competizioni femminili.