Imane Khelif, la pugile algerina che ha conquistato l’oro olimpico nella categoria welter ai Giochi di Parigi 2024, torna sotto i riflettori per una questione ben diversa dalle sue abilità sportive. In questi giorni, un report giornalistico dalla Francia ha insinuato che l’atleta 25enne possieda cromosomi XY, tipici del sesso maschile, sollevando un’ondata di riprese mediatiche e polemiche sui criteri di idoneità di genere applicati nelle competizioni femminili. La rivelazione ha riacceso un dibattito già aperto dopo che l’'International Boxing Association (Iba) aveva escluso Khelif dai Mondiali a causa del presunto mancato rispetto delle norme di idoneità di genere.
Khelif, nel frattempo, ha annunciato azioni legali contro i responsabili della diffusione delle ipotetiche informazioni mediche riservate, avvalendosi del sostegno del Comitato Olimpico Internazionale (Cio). Quest’ultimo, tramite un portavoce, ha espresso rammarico per l’ondata di attacchi subiti dall’atleta sin dai Giochi, ma ha detto che non rilascerà commenti sulle nuove accuse finché sarà in corso il procedimento legale.
Non è la prima volta che Khelif si trova a fronteggiare critiche aspre e insinuazioni. Durante il torneo olimpico, infatti, anche una delle sue avversarie, l’italiana Angela Carini, aveva abbandonato l’incontro dopo appena 46 secondi, affermando di non aver “mai sentito un pugno simile”, una dichiarazione che ha alimentato dubbi e chiacchiere sulla presunta “mascolinità” di Khelif. In seguito, Khelif aveva già denunciato il clima di ostilità che la circondava, presentando una denuncia formale alle autorità francesi per attacchi online.
Anche il Comitato Olimpico Algerino (Coa) è intervenuto a difesa dell’atleta, condannando duramente quelle che ha definito “continue e infondate aggressioni” contro Khelif. In una nota, il Coa ha dichiarato che “queste accuse, spesso prive di fondamento, mirano solo a infangare l’immagine di un’atleta che ha portato onore al nostro Paese sulla scena internazionale”.