“Che cos'è un eroe? È un individuo dotato di un grande talento e straordinario coraggio, che sa scegliere il bene al posto del male, che sacrifica sé stesso per salvare per gli altri, ma soprattutto... che agisce quando ha tutto da perdere e nulla da guadagnare”. Lo chiamavano Jeeg Robot docet. Dimentichiamo Batman, Superman e tutti gli eroi da copertina con cui siamo cresciuti, e facciamo spazio a una nuova categoria: i giustizieri solitari. Ultimamente non si fa che parlare che di Fleximan, il distruttore di autovelox, ed è proprio il caso di dirlo: un nuovo eroe gira per le città, anzi, per le strade. Il nome prende spunto dal suo modus operandi, un flessibile a batteria con il quale taglia il palo su cui è posizionato l’apparecchio. Niente autovelox, niente multa. E le nostre tasche sono al riparo da ogni rischio. Eppure, prima che arrivasse Fleximan, avevamo già avuto un antieroe per eccellenza, anche se regalatoci dal cinema. Tutti conosciamo Jeeeg Robot (come potrebbe essere altrimenti), ma dopo di lui c’è stato un altro Jeeg che ha scaldato i nostri cuori bisognosi di un eroe che uscisse fuori dai soliti schemi perfetti e sbrilluccicosi. Claudio Santamaria in Lo chiamavano Jeeg Robot ha interpretato Enzo, rapinatore solitario del quartiere di Roma decisamente poco chic Tor Bella Monaca che, dopo essere caduto nel fiume Tevere (noto per le sue acque mai pulite e sempre torbide) viene a contatto con delle scorie radioattive che gli "regalano" una forza sovrumana. E che fai, non provi subito a sradicare un bancomat dal muro di una banca? Ah, le rapine dei tempi moderni. Eppure, tutto cambia quando nella sua vita entra Alessia, una ragazza debole e indifesa e completamente ossessionata per Jeeg Robot: “N'è pe' critica', eh! Però, amore mio, quando te trasformi te devi cambià 'ste scarpe. Cioè, 'n supereroe co' e scarpe de camoscio 'n s'è mai visto, dai! L'hai mai visto te? 'N s'è mai visto”.
Accento romano super marcato e un cuore di panna, Alessia lo considera il suo Jeeg: “Salvali tutti, tu che puoi... diventare Jeeg! La prossima volta però mettite la maschera. ..che te stanno a guarda'tutti!”. Enzo però non è un eroe nel senso classico a cui siamo abituati, ed è vicino a Fleximan più di quanto possiamo immaginare. Però è questo che ci piace, la mancanza di convenzionalità, di tutine aderenti e di mantelli che volano al vento. È l’eroe del vivere quotidiano a cui riusciamo a sentirci più vicini, che vive in una squallida borgata romana, che passa il tempo a guardare film porno e a divorare budini, rigorosamente alla vaniglia, sul divano. E l’umanità da salvare? Poi ci pensiamo. Non la classica figura che è più vicina a un dio che a un uomo. I supereroi sono altro, sono quelli in perenne lotta con la solitudine e con i propri mostri interiori. Persone comuni, in cui riconoscerci e condividerne le battaglie ci viene facile. Perché, ammettiamolo, chi non ha empatizzato con Fleximan? Chi interiormente non lo ha ringraziato per aver abbattuto i pali degli autovelox? Chi non ha pensato “ha fatto bene”? E ora stiamo assistendo alla sua evoluzione, perché dopo Fleximan poteva forse mancare Dossoman? Decisamente no. C’è chi sradica i bancomat e chi sradica i dossi artificiali, e non manca di firmare la sua opera con una bomboletta spray. Gli emulatori sicuramente non tarderanno ad arrivare, ma a noi piace di più pensarli come dei giustizieri solitari. Nel frattempo siano nostalgici, e ancora aspettiamo di veder tornare Claudio Santamaria in versione Jeeg Robot con tanto di maschera a salvarci dai nostri mostri quotidiani.