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Dalla Svizzera pungono Sgarbi: “Auto blu con lampeggianti? Da noi le regole si rispettano”. E lui parla di mafia

  • di Giulia Ciriaci Giulia Ciriaci

12 agosto 2022

Dalla Svizzera pungono Sgarbi: “Auto blu con lampeggianti? Da noi le regole si rispettano”. E lui parla di mafia [VIDEO]
Nuovo episodio della polemica innescata da Vittorio Sgarbi dopo la multa ricevuta in Svizzera per il presunto uso del lampeggiante per saltare la coda. Lui critica e dal Canton Ticino arriva la replica del ministro Gobbi che invita al rispetto delle regole, generando un botta e risposta che chissà per quanto tempo ancora andrà avanti. Intanto, Sgarbi, per difendere la propria posizione (e il proprio lampeggiante) evoca le minacce di stampo mafioso e perfino l’assassinio di Marco Biagi...

di Giulia Ciriaci Giulia Ciriaci

Dopo le recenti invettive di Vittorio Sgarbi nei confronti della Svizzera per la multa ricevuta (dal suo autista), Norman Gobbi, ministro leghista del Canton Ticino, ha così risposto: “Questa è la Svizzera e il Canton Ticino signor Sgarbi, dove i deputati non hanno auto blu e men che meno dotate di lampeggianti prioritari, privilegio concesso solo agli enti di pronto intervento che sono al servizio della comunità tutta. L’educazione è anche saper ammettere quando si sbaglia, senza giudicare ingiustamente un Paese, che, per fortuna, funziona. Le regole sono regole. Buon tutto”. Dopo queste dichiarazioni Sgarbi ha ribadito nuovamente che nulla corrisponde al vero e che, i motivi per cui ha utilizzato i lampeggianti sono legittimi, facendo anche riferimento alle minacce da parte della mafia. Non solo, il critico d'arte sottolinea che non è stato commesso alcun reato, e pertanto ringrazia il suo autista: “Adesso basta. Sono in Sicilia, sono stato sindaco di Salemi, Comune sciolto per mafia, con minacce ricevute ogni giorno per aver difeso il paesaggio della Sicilia dove c'è la mafia. La mafia c'è anche in Svizzera, è ovunque. Allora voglio ringraziare Domenico Valerio, la persona che ha ritenuto opportuno garantire la mia sicurezza, e che è stato ingiustamente multato dai suoi colleghi che ritengono che al confine con la Svizzera la mafia si fermi”. 

Sgarbi nel video che ha pubblicato su YouTube continua poi a parlare rivolgendosi direttamente a Gobbi, dicendogli che nemmeno lui ha l'auto blu, ma un bene da lui pagato, e che l'autista (nonché agente) che la guida riceve da lui un compenso: "Ha avuto l'incarico dal Ministero di tutelarmi per eventuali rischi che conseguono a minacce che io ho ricevuto e continuo a ricevere. I lampeggianti non sono un privilegio, sono per i magistrati, deputati qualche volta, ministri che hanno avuto minacce, come una persona riconosciuta e riconoscibile come sono io. Sono stato minacciato centinaia di volte e sono ancora sindaco". Per avvalorare la sua tesi Sgarbi fa riferimento a un episodio della cronaca nera italiana: la morte di Marco Biagi, giuslavorista e accademico, al quale fu tolta la scorta e dopo poco fu ucciso, nel 2002, da un commando di terroristi appartenenti alle Nuove Brigate Rosse. Vittorio Sgarbi ha poi pubblicato un post su Twitter in cui inveisce contro Norman Gobbi: “Nel suo paese è stato accusato di razzismo e di coprire le simpatie per il Nazismo di un appartenente alla Polizia cantonale. Un tipo così, con una faccia così, e con le ambiguità che lo contraddistinguono diciamo che è l’ultima persona della Svizzera a poter fare o dare lezioni di moralità, rispetto delle regole e condotte civiche. Io non ho mai avuto un’auto blu. Ho sempre viaggiato con auto e autisti miei, pagati da me. Lo dico a Gobbi. E al povero bovino che gli sta accanto”. 

Questo pittoresco personaggio qui è tale Norman Gobbi, consigliere di Stato in Svizzera. Nel suo Paese è stato accusato ... https://t.co/CkYVkpQqyK @RSInews @CdT_Online @ticinonews @Ticinonline @radioticino @ticino_live @ambasciatasvizz @stampasgarbi @Corriere @laprovinciadico pic.twitter.com/AUMb4AyO55

— Vittorio Sgarbi (@VittorioSgarbi) August 11, 2022

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