Sono passati quattro anni dal disastro di Genova. Il 14 agosto del 2018, persero la vita 43 persone. Aspi (Autostrade per l'Italia) ha patteggiato una pena amministrativa pari a 30 milioni di euro. Ma il processo si prospetta come lungo e costosissimo, con la possibilità di azioni civili milionarie. Ecco perché seguendo i soldi spuntano degli interrogativi. Durante l’indagine sul crollo del ponte Morandi sono finite sotto la lente d’ingrandimento le manovre finanziarie svolte all’estero dell’ex amministratore delegato della società concessionaria Autostrade per l'Italia, Giovanni Castellucci. Operazioni segnalate dalle autorità antiriciclaggio della Banca d'Italia. E non solo le uniche "attenzionate": “Nel mirino dei magistrati - riferisce il Fatto - finiscono anche altri movimenti, che in alcuni casi riguardano fedelissimi di Castellucci: c’è chi viene trovato insieme alla moglie da cui in teoria avrebbe divorziato e chi pensa a intestare tutto ai figli. Il sospetto degli inquirenti è che queste manovre possano nascondere tentativi di mettere al sicuro i capitali da possibili future azioni giudiziarie, nel caso in cui i processi dovessero mettersi male. Ecco, e non solo, perché l’eccessiva attività patrimoniale di alcuni indagati attira l’attenzione degli inquirenti. La domanda è: chi pagherà il conto alla fine di questa vicenda?”
Stando a quanto riferito dal giornale di Travaglio, Castellucci risulterebbe “indagato sia nel filone per i 43 morti di Genova che nel fascicolo bis sulla manutenzione scadente della rete (viadotti, gallerie e barriere fonoassorbenti). In quest’ultimo filone il manager marchigiano è accusato di tentata truffa e frode contrattuale, ipotesi legata a richieste di rimborso per lavori mai avvenuti. L’uomo che per quindici anni ha deciso i destini della più grande concessionaria autostradale italiana viene costretto a lasciare la guida della holding Atlantia nel settembre del 2019, a seguito delle prime indiscrezioni giudiziarie. Se ne va dalla società dei Benetton con una buonuscita d’oro: 13 milioni di euro, che gli vengono consegnati in diverse tranche. In concomitanza con i primi pagamenti, rilevano le autorità di vigilanza, nel 2020 Castellucci [apre] un conto in Lussemburgo, in cui trasferisce dall’Italia 7 milioni di euro, in due diversi versamenti. Questi soldi confluiranno in una polizza del valore di una decina di milioni di euro, al centro dell’attenzione degli investigatori”.
Ma ci sarebbero anche altri nomi monitorati dalla finanza, come Michele Donferri Mitelli (per il Fatto “sulla carta si è separato dalla moglie, ma i finanzieri, la mattina del blitz, li trovano nella stessa casa. Un elemento che fa sospettare gli inquirenti che la separazione possa essere un escamotage per liberarsi delle proprietà in vista della tempesta giudiziaria in arrivo da Genova”). Si parla poi del supervisore di Donferri, Paolo Berti, che in una telefonata intercettata secondo il Fatto avrebbe detto “ho intestato tutto ai miei figli”.