image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca Nera
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • Sport
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Calcio
  • Volley
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca Nera
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • Sport
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • calcio
  • Volley
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Cover Story
  • Topic
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Attualità

Daniele Capezzone lascia La Verità: per lui nuova avventura professionale (direttore editoriale di Libero), ma la sua rassegna rimane (anche se cambia nome)

  • di Matteo Cassol Matteo Cassol

Daniele Capezzone lascia La Verità: per lui nuova avventura professionale (direttore editoriale di Libero), ma la sua rassegna rimane (anche se cambia nome)
Daniele Capezzone ha annunciato di aver interrotto il rapporto con La Verità. Per lui nuovi impegni professionali (direzione editoriale di Libero). Nel frattempo è ritornata la sua seguita rassegna stampa (“politicamente scorrettissima”) del mattino sui social: si chiama “Occhio al caffè” anziché “La Verità alle sette”. Ecco quello che ha detto (e che ci ha detto) il conduttore

di Matteo Cassol Matteo Cassol

Follower ed estimatori erano abituati a vederlo (oltre che spesso in televisione, in particolare su Rete4 e Canale5) ogni mattina della settimana (cinque giorni su sette praticamente senza eccezioni né “ferie” ormai da anni) impegnato ne “La Verità alle sette, la rassegna politicamente scorrettissima de La Verità”. Per cui c’è stato un certo sgomento quando Daniele Capezzone ha annunciato una pausa di qualche giorno: ebbene, ora è emerso che non si trattava di una semplice pausa e di un meritato riposo, ma anche e soprattutto di un cambio di “casacca” giornalistica. La nuova collocazione in termini di testata si è poi concretizzata nell'approdo alla direzione editoriale di Libero, ma già dopo che da qualche giorno non firmava più articoli sul giornale diretto da Maurizio Belpietro – Capezzone ha ricominciato a trasmettere via social la propria rassegna stampa, per ora in modalità “artigianale” e senza il “cappello” di un quotidiano. Il nome è “Occhio al caffè”, uno dei marchi di fabbrica del conduttore quando preannuncia titoli e notizie che possono rivelarsi indigeste o pericolose per gli indumenti dello spettatore-ascoltatore impegnato nella colazione.

Capezzone con lo sfondo familiare (ma destinato a non rivedersi) de "La Verità alle sette"
Capezzone con lo sfondo familiare (ma destinato a non rivedersi) de "La Verità alle sette"

Pur non spiegando i motivi dell’interruzione del rapporto con La Verità (di cui era uno dei volti e delle firme principali), Capezzone ha riservato parole cordiali e benauguranti nei confronti del suo ormai ex giornale e dei suoi referenti: “Si è conclusa nei giorni scorsi - ha detto in esordio di nuova rassegna - la mia collaborazione con La Verità, e quindi colgo l’occasione per ringraziare in pubblico, dopo averlo fatto in privato, il direttore Belpietro, il condirettore De Manzoni, i vicedirettori Antonelli, Amadori, Cervo, Borgonovo, tutti i colleghi della squadra cartacea e della squadra digitale. Da qualche giorno non scrivo più per quel quotidiano ma non cesso di augurare ogni fortuna, la fortuna che merita e che desidera, a Belpietro e a tutta la sua squadra. Verranno nuovi impegni professionali, non è questo il momento di parlarne, ma intanto non potevo (lo dico per sorridere) rimanere insensibile davanti al grido di dolore di chi diceva «vabbè ma comunque facciamola questa rassegna stampa». E facciamola questa rassegna stampa del mattino. La faremo per il momento senza l’egida di una testata, la faremo in forma per così dire artigianale. Come la vogliamo chiamare, la chiamiamo «Occhio al caffè»? Bene, torna «Occhio al caffè», la rassegna politicamente scorrettissima”. Non più de La Verità, ma di Libero.

Capezzone con la rassegna "no logo" ("Occhio al caffè")
Capezzone con la rassegna "no logo" ("Occhio al caffè")

More

Ma davvero l’omelia è stata un rimprovero a Berlusconi come dice Capezzone (e ha notato Mentana)?

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

Parole sante?

Ma davvero l’omelia è stata un rimprovero a Berlusconi come dice Capezzone (e ha notato Mentana)?

Osho: “Al Tg1 me ne frego di far incazzare i potenti, ma solo di far ridere. Come Crozza…”

di Alessio Mannino Alessio Mannino

Satira istituzionale?

Osho: “Al Tg1 me ne frego di far incazzare i potenti, ma solo di far ridere. Come Crozza…”

Governo Meloni (e Montezemolo) contro Elkann e Stellantis, cosa c’è sotto (oltre a Repubblica e Stampa)? Come ai tempi di Agnelli e Mussolini...

di Matteo Cassol Matteo Cassol

Autoscontro

Governo Meloni (e Montezemolo) contro Elkann e Stellantis, cosa c’è sotto (oltre a Repubblica e Stampa)? Come ai tempi di Agnelli e Mussolini...

Tag

  • Media
  • Social
  • giornalismo

Top Stories

  • Delitto di Garlasco: ma l'avete capito perché la verità non si saprà mai? L’unico che può metterci le mani si chiama Leone XIV (e forse ci sta provando)

    di Emanuele Pieroni

    Delitto di Garlasco: ma l'avete capito perché la verità non si saprà mai? L’unico che può metterci le mani si chiama Leone XIV (e forse ci sta provando)
  • Delitto di Garlasco, ma allora Chiara è stata uccisa da Sempio? A Quarto Grado su Rete 4 i genitori di Andrea intercettati mentre parlano delle mazzette da dare al pm? E sull’omicidio Paganelli e Resinovich…

    di Giulia Ciriaci

    Delitto di Garlasco, ma allora Chiara è stata uccisa da Sempio? A Quarto Grado su Rete 4 i genitori di Andrea intercettati mentre parlano delle mazzette da dare al pm? E sull’omicidio Paganelli e Resinovich…
  • Delitto di Garlasco, la foto di Marco Poggi in Trentino è un fake? E se nell’originale accanto al padre ci fosse stata un’altra persona? L’ipotesi dell’esperta in fotografia…

    di Giulia Ciriaci

    Delitto di Garlasco, la foto di Marco Poggi in Trentino è un fake? E se nell’originale accanto al padre ci fosse stata un’altra persona? L’ipotesi dell’esperta in fotografia…
  • Delitto di Garlasco: cosa (non) voleva dire l’avvocato Lovati? “Alla Bozzola guarivano pure le ragazze anoressiche”. Intanto a casa di Andrea Sempio…

    di Emanuele Pieroni

    Delitto di Garlasco: cosa (non) voleva dire l’avvocato Lovati? “Alla Bozzola guarivano pure le ragazze anoressiche”. Intanto a casa di Andrea Sempio…
  • Quanto è bella l'intervista di Cazzullo a Sgarbi: non teme la morte, vuole dimenticare il dolore. Per questo se lo tiene stretto, anche se tutti lo hanno tradito (da Meloni a Forza Italia). Tutti tranne le donne della sua vita

    di Riccardo Canaletti

    Quanto è bella l'intervista di Cazzullo a Sgarbi: non teme la morte, vuole dimenticare il dolore. Per questo se lo tiene stretto, anche se tutti lo hanno tradito (da Meloni a Forza Italia). Tutti tranne le donne della sua vita
  • Delitto di Garlasco, Massimo Giletti e lo scaz*o con Lovati a Lo Stato delle Cose: “Non mi venite a raccontare che 20 o 30 euro sono le carte da bollo. Li ha presi tutti lei i soldi?”. A cosa è servita la generosità delle zie di Sempio?

    di Giulia Ciriaci

    Delitto di Garlasco, Massimo Giletti e lo scaz*o con Lovati a Lo Stato delle Cose: “Non mi venite a raccontare che 20 o 30 euro sono le carte da bollo. Li ha presi tutti lei i soldi?”. A cosa è servita la generosità delle zie di Sempio?

di Matteo Cassol Matteo Cassol

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore [email protected]

Next

Zerocalcare, sei senza “vergogna positiva” a dire agli altri che serve un “titolo”per parlare. Ahò chi sei, Socrate?

di Alessio Mannino

Zerocalcare, sei senza “vergogna positiva” a dire agli altri che serve un “titolo”per parlare. Ahò chi sei, Socrate?
Next Next

Zerocalcare, sei senza “vergogna positiva” a dire agli altri...

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy