Un'idea: facciamo costruire sotto casa di Davidone Lacerenza una statua. Corpo di cavallo, volto del king di Milano, che piange sangue dal naso a cadenza mensile. I fedeli ci sono già, il luogo di culto anche: la finestra dell'ex proprietario della Gintoneria. Dopo la prima visita del blasfemo Corona, il davanzale del palazzo milanese dove è recluso l'uomo chiamato cavallo è diventato un vero santuario, con tanto di pellegrini che spingono coi bigliettini di amore. Lui è una reliquia vivente, chiuso in casa senza possibilità legale di comunicare con l'esterno, e la sua finestra ormai è stata completamente coperta da messaggi e bigliettini e c'è un continuo viavai di cavalli che cerca di mettersi in contatto con lui. Dopo il malore di qualche giorno fa, Davidone è tornato a casa sotto controllo medico, per godersi l'idolatria degli amici: vip, gente comune e Andrea Diprè. L'avvocato più cavallo d'Italia ha fatto una sorta di messa urlata di fronte a casa di Lacerenza.

Diprè ha buttato giù per Lacerenza un enorme striscione, anziché la solita striscia, con scritto “Davidone sei e sarai per sempre il king”, urlando come un invasato. Speriamo che al re della Gintoneria non sia andato di traverso il beverone salutistico, in questo periodo post traumatico in cui l'unica fresca che gli è rimasta è la frutta. Niente più frulla, solo frullati. La sua nuova vita da persona sacra, non più basata sulla dissolutezza di cavalli, cavalle, fresca, champagne e fatta di centrifughe e mix di verdure, viene raccontata dalla fidanzata Clotilde Conca Bonizzoni, ospite di Massimo Giletti a “Lo stato delle cose”. La fidanzata del cavallo racconta che Lacerenza ha adottato uno stile di vita più sano: ha smesso di bere, segue una dieta equilibrata e desidera ottenere il permesso per andare in palestra, su consiglio medico, perché in casa è difficile fare attività fisica. Durante la detenzione domiciliare, mens sana in corpore sano, Lacerenza sta scrivendo un libro intitolato provvisoriamente “Le mie prigioni”, con buona pace di Silvio Pellico che potrebbe in questo caso rinominarsi Pelvico. Ma, battute a parte, Lacerenza ormai non sciabola più bottiglie di champagne, gli sono solo rimaste le zucchine da affettare e infilare nel mixer, e l'unica cosa che trita sugli specchi sarà la mela. Ma niente cocco, per carità. Il dottore glielo avrà proibito. D'altronde, ormai è quasi un santo, un profeta.

