Codice 96.99.92. Ricorda un po’ quelle pubblicità televisive notturne delle linee erotiche 199 con il sottofondo musicale di Sadeness degli Enigma, canti gregoriani remixati in salsa house music (perché poi qualcuno dovesse eccitarsi con i canti gregoriani resta tutt’ora un mistero irrisolto). Invece è il nuovo codice ATECO che regola fiscalmente i “servizi di incontro ed eventi simili”, comprendendo, leggiamo “una vasta gamma di attività legate alla vita sociale e alle interazioni tra persone”. È in vigore dal primo aprile ma non è un pesce d’aprile e riguarda “attività connesse alla vita sociale, ad esempio attività di accompagnatori e di accompagnatrici (escort), di agenzie di incontro e agenzie matrimoniali; fornitura o organizzazione di servizi sessuali, organizzazione di eventi o gestione di locali di prostituzione; organizzazione di incontri e altre attività di speed networking”. Salta subito agli occhi la sbadatezza del compilatore di questi nuovi codici poiché confonde lo “speed dating” (eventi in cui si incontrano sconosciuti e si ha a disposizione un breve tempo, di solito 200 secondi, per conoscersi a vicenda) con lo “speed networking” che, a naso, dovrebbe essere quella rete di conoscenze preposte allo spaccio dello “speed”, amfetamine e metamfetamine. A meno che il fisco non intendesse proprio tassare lo spaccio e dunque, tra prostituzione e spaccio in fondo Davide Lacerenza sarebbe stato incastrato come Al Capone, per evasione fiscale.

In Italia, come noto, la prostituzione non è illegale, mentre lo sono lo sfruttamento e il favoreggiamento. Leggendo la descrizione dell’ATECO però ci si domanda quale sia la differenza tra la “fornitura o organizzazione di servizi sessuali, organizzazione di eventi o gestione di locali di prostituzione” e il classico papponismo. A complicare le cose ci si mette anche il Ddl (disegno di legge) di febbraio 2025 recante “Disposizione in materia di contrasto alla prostituzione” che si propone di riformare la famosa “legge Merlin”. In questo Ddl non si dichiara illegale la prostituzione ma si aumentano le pene per tutto quello che orbita intorno al mondo del sex work, persino il cliente verrebbe multato fino a 5000 euro, ove il disegno di legge diventasse legge, e addirittura il cliente “recidivo” (la famosa “doppia” delle case adesso chiuse) rischierebbe l’arresto. In questo caso avremmo una prostituta con codice ATECO che paga l’Iva (la fattura digitale va fatta sul momento?) e il cliente multato. Se poi il cliente si trova bene perché ha trovato una "disonesta" onesta e torna per un secondo servizio lo arrestano. Domanda, il cliente multato e arrestato può scaricare l’Iva? E soprattutto, può scaricare la multa? E in caso di organizzazione di eventi di pubbliche relazioni dove ci sono ragazze immagine, dopo la retata in cui si portano via gli organizzatori, si assicura agli arrestati, oltre al prete e allo psicologo, il commercialista carcerario per non aggravare la loro posizione? Domande ancora senza risposta. E c’è ancora da distinguere tra la prostituta che si prostituisce come lavoro e quella che lo fa occasionalmente. Quante “occasioni” di prestazioni sessuali occasionali ci vogliono per aprirsi una partita Iva con il codice ATECO da botta… da sexworker?
