Le elezioni presidenziali negli Stati Uniti? Un testa a testa tra Kamala Harris e Donald Trump. Con la candidata dem, apparsa in extremis per sostituire il deficitario Joe Biden, in leggero vantaggio sullo sfidante repubblicano. Lo dicono i sondaggi. Già, i sondaggi: ascoltati, venerati, rispettati da giornalisti, professionisti e analisti quasi come se fossero dettati da oracoli in grado di predire il futuro. Scopriamo quindi che per la Bbc la signora Harris è leggermente in vantaggio su Trump (48% contro il 47%), e che lo stesso vale per l'autorevolissimo New York Times (seppur con un 49% contro 47%). Se un lettore qualunque – e dunque non un addetto ai lavori – volesse informarsi sul tema e si ritrovasse a leggere simili sondaggi, potrebbe pensare che le elezioni saranno in perfetto equilibrio, e che Harris avrà qualche possibilità in più di vincere rispetto a Trump. Impossibile cambiare le carte in tavola: lo dicono i polls e con i polls non si scherza.
Attenzione però, perché i siti di scommesse raccontano un'altra verità. Altro che elezioni in parità e testa a testa Trump-Harris: per i principali bookmakers non c'è proprio partita. Tutti (o quasi) sono certi del trionfo di The Donald. Su Bwin, addirittura, è impossibile puntare su Trump: il suo nome è evidentemente “bloccato” tanto bassa è – secondo il portale – la probabilità che diventi presidente. Harris, per la cronaca, è data a 2.35. Le quote Snai sono invece di 1.35 per la vittoria del leader repubblicano, 2,30 per quella della democratica. Stessa forbice per William Hill: 1,57 contro 2,50. E così via. Che cosa significa questo? Semplice: che per gli scommettitori non c'è partita. Ricordiamo che le quote spiegano qual è la probabilità del verificarsi di un dato evento e indicano qual è la somma che verrà pagata allo scommettitore in caso di esito positivo della puntata.
Che differenza c'è tra i sondaggi e le quote dei siti di scommesse? Entrambi presentano diverse criticità, e dunque nessuno dei due incarna la verità assoluta. Per quanto riguarda i bookmakers, i siti specializzati in pronostici offrono determinate quote per il verificarsi di un evento a seconda dell'esito che ritengono più probabile. Le quote, ovviamente, salgono e scendono a seconda della domanda (e non solo). I sondaggi politici, invece, indicano come un certo numero di persone ha risposto a domande relative alla loro preferenza di voto. I mercati di previsione misurano in tempo reale il sentimento delle persone e sono migliori per mappare il futuro, mentre i sondaggi arrivano sempre in ritardo, visto che elaborano risposte raccolte giorni o settimane precedenti alla loro uscita. Sia chiaro che le quote dei bookmakers non sono perfette. Così come i sondaggi devono fare i conti con problemi quali le domande a effetto, la distorsione del campionamento e le mancate risposte degli intervistati (che possono alterare il quadro), i pronostici possono essere manipolati da qualcuno con molti quattrini intenzionato a influenzare la percezione popolare. L'utilizzo combinato di sondaggi più pronostici può aiutarci a capire meglio le proporzioni di un evento. Peccato che nelle elezioni Usa ci sia un abisso tra la realtà dipinta dai primi e quella raccontata dai secondi...