L’Arabia Saudita sta pensando di mettere le mani su una fetta di Dazn. Il Public Investment Fund (Pif), e cioè il fondo d’investimento più importante del Paese – un salvadanaio statale che vale oltre 925 miliardi di dollari - risulta tra i potenziali interessati all’acquisto di una quota di minoranza del gruppo fondato dal miliardario Len Blavatnik. Nel caso in cui un simile accordo dovesse concretizzarsi, Riyad aumenterebbe la sua influenza nel calcio europeo, dato che Dazn trasmette le partite di alcuni tra i principali campionati del continente (dalla Serie A italiana alla Liga spagnola, dalla Bundesliga tedesca alla Ligue 1 francese). Attenzione però, perché non vi è alcuna certezza in merito a una fantomatica fumata bianca. Il motivo è semplice: pare che Dazn abbia parlato con vari fondi d’investimento, e che quella che porta a Pif sia soltanto una delle strade possibili. In ogni caso, ha scritto Reuters, Pif sarebbe pronta a sborsare 1 miliardo di euro per il 10% di Dazn, che dal canto suo spinge per una valutazione complessiva compresa tra i 10 e i 12 miliardi.
Il quotidiano britannico Times ha scritto che i buoni rapporti tra Fifa e Arabia Saudita potrebbero spingere Riyad a finanziare Dazn per convincere la piattaforma a prelevare i diritti di trasmissione delle gare del Mondiale per club, competizione tanto bistrattata dalle emittenti televisive (e dall’opinione pubblica globale) quanto esaltata dalla stessa Fifa. In tutto questo, non bisogna dimenticare gli interessi del principe saudita Mohammed Bin Salman, che, sempre attraverso il veicolo Pif, possiede già il club di Premier League Newcastle e che, nel corso degli ultimi anni, ha pompato denaro sonante nel campionato calcistico saudita. Ricordiamo, inoltre, che Pif possiede anche l’Al Nassr, squadra dove milita Cristiano Ronaldo (pagato a peso d’oro). E che ha investito miliardi di dollari in altri sport come Formula 1 e golf.
Dazn, che compete con tanti altri canali tv e satellitari, offre l'accesso a una vasta gamma di contenuti sportivi, compresi football americano, boxe e baseball (e pure la Saudi Pro League in diversi territori e la serie di incontri di pugilato Riyadh Season), tramite la sua piattaforma di streaming online. Sarebbe il primo streamer del suo genere ad attrarre possibili investimenti sauditi. A settembre, poi, Dazn ha acquisito i diritti per trasmettere il Six Kings Slam, un nuovo torneo di tennis d'élite che vedrà protagonisti Novak Djokovic e Rafael Nadal proprio in Arabia Saudita. Non solo: numeri alla mano, il gruppo ha registrato una perdita operativa di 1,06 miliardi di dollari a causa dell'aumento dei costi dei diritti degli eventi sportivi. E, come ha riportato Bloomberg, da mesi la piattaforma ha avviato trattative con dei consulenti per raccogliere fino a 1 miliardo di dollari – guarda caso la stessa cifra che sarebbe disposta a versare Bin Salman - per potenziare il suo portafoglio di diritti di streaming. Dal canto suo, Riyad vuole voltare pagina, rifarsi un'immagine moderna partendo da zero e, al tempo stesso, plasmare l'opinione pubblica moderna con massicce dosi di soft power. Vision 2030 è il percorso tracciato dal citato Bin Salman, che vuole diversificare l'economia, allontanarla dai combustibili fossili e sfruttare settori alternativi: dal turismo alla finanza, dall'intrattenimento al commercio. Sport e sviluppo di videogiochi rientrano in questa lista.