Se come sostiene anche Boris Sollazzo, la Lega Calcio balla sul Titanic e la nostra Serie A tende a proporre spettacoli talvolta discutibili, allora serve un infuso di sincerità e schiettezza. La competenza non basta. Le seconde voci “qualificate” (ex-calciatori e ex-tecnici sempre più algoritmici) non bastano. E se anche Dazn, nel frattempo, taglia giornalisti e contenuti (ehm, sempre nell’ottica di rinnovare e rilanciare il prodotto calcio, sia chiaro), trasmissioni storiche come Qsvs (Qui studio a voi stadio), in onda su Telelombardia, oggi si rivelano provvidenziali. Perché è vero, da sempre ricreano il clima dei migliori bar sport di provincia, ma soprattutto tolgono quel velo d’ipocrisia – una sottile foglia di fico – che troppo spesso, ormai, copre la Comunicazione (in senso lato). Se crolla lo stadio, la società interessata non ti dice che si è consumata una tragedia, bensì che, dopo tutto, l’ala ovest degli spogliatoi è sana, salva e più accogliente che mai. Per carità, i comunicatori istituzionali fanno il loro mestiere, ma oggi c’è più che mai bisogno di qualcuno che sgrossi i contenuti, provi a dire le cose come stanno. Con competenza, certo, ma anche con simpatia smitizzante e benevola. Perché davvero, ascoltare disamine tattiche su paludati 0-0 da centro classifica spacciati per semifinali di Champions League sta diventando surreale e insopportabile. Tutta questa analisi, questa scienza, per spiegare un qualsiasi 3-5-2? Qsvs fa esplodere i contenuti, li moltiplica, spacca il capello in quattro con la volontà di individuare (anticipandola) quella verità che, in teoria, non ci sarebbe consentito vedere.
La squadra di Fabio Ravezzani, finissimo direttore d’orchestra in grado di capire al volo quali siano i reali talenti di ogni singolo musicista, ogni anno viene ritoccata. Ogni anno un nuovo inserimento, ma raramente l’affezionato pubblico di Qsvs ha assistito a scellerate rivoluzioni. Anche per questa stagione 2024-25 la squadra somiglia a quella di un’Inter la cui ossatura è rimasta quella, vincente, dell’anno prima. Tutti i big sono ancora presenti: Gian Luca Rossi, Mauro Suma, Mimmo Pesce. Quest’ultimo, in particolare, è ormai il dissacratore/sabotatore ufficiale della trasmissione. Figura più che necessaria, di questi tempi. Considerando soprattutto come Pesce interpreti la parte. Indefesso, tira dritto davanti a ogni ostacolo. Il Lecce cambia due uomini di cui a malapena conosce l’esistenza? Lui dopo 10 secondi sentenzia: “Stiamo già vedendo un altro Lecce”. Serissimo, ovviamente. Duole invece, da interista, dover ammettere che l’altro diadema della trasmissione è Mauro Suma, giornalista e telecronista, milanista fino al midollo e dotato di un savoir-faire eccezionale che gli consente – dati, esperienza e ottime capacità interpretative alla mano – di uscire vincitore, spesso sostenuto da un English humour invecchiato bene, da quasi tutte le contese. Attorno a loro, ruggenti e sempre competenti (è necessario ripeterlo) Fabrizio Biasin (nerazzurro al primo posto nella classifica social dei giornalisti sportivi), Cristiano Ruiu (rossonero), Luca Momblano (bianconero). E poi, ancora, Pino Vaccaro (Roma), Maurizio Dall’O (Atalanta) e Michael Cuomo, che segue il Monza. Volti “di casa” che però parlano attraverso le notizie, non solo le opinioni. In questo, seppur ancora giovani, rimandano a un giornalismo pre-blog che si preoccupa, prima di schierarsi, di provare a raccontare come sono davvero andate le cose.
Si battaglia, in studio, ma volgarità e colpi bassi sono fermamente banditi. Va bene il bar sport, ma c’è bar e bar, e quello organizzato da Ravezzani si regge su forti codici condivisi. Si può far caciara, ma giusto per ridere un po’, sdrammatizzare. Si parla uno per volta, a Qsvs. Si prova a fare un ragionamento. Poi magari questo ragionamento viene signorilmente impallinato dal dirimpettaio di turno, ma le buone argomentazioni sono sempre accolte e incoraggiate. Biasin l’imperturbabile, Momblano la bomba a orologeria, Ruiu il pungente. Ognuno ha il suo atteggiamento, ma Ravezzani è attentissimo a non creare doppioni e inutili ridondanze. E all’interno di una macchina ben concepita e articolata lascia spazio ad outsider come Nicolò Schira, esperto di calciomercato, Lapo De Carlo, giornalista (direttore di Radio Nerazzurra e Linterista.it), Orfeo Zanforlin, coordinatore del settore giovanile della Caronnese, l’opinionista nerazzurro Gianmarco Piacentini, e ancora Franco Ordine, storica firma del Giornale, e il coloratissimo prof Daniel Pisani, una delle più recenti e folgoranti intuizioni di Ravezzani. Juventino, il professore (Politecnico di Milano, ramo architettura) si è rivelato informatissimo e puntualissimo nonostante ci ripeta, sventolando un’umiltà rara, di “non essere un esperto”. Alla sfilata di outsider aggiungeteci anche un decano del giornalismo sportivo lombardo come Mauro Pellegatti, più spesso in collegamento telefonico da San Siro – sponda Milan, ovviamente – che in studio dal vivo. A testimonianza di come Qsvs abbia il polso del presente ma sia ben collegato al passato, specie quello più nobile. Se a tutti questi volti maschili – perché a Qsvs, il calcio, è ancora una cosa soprattutto da uomini – aggiungete giornaliste come Nathalie Goitom, ecco che il gioco è fatto. Il cerchio si chiude, alla grande, e allora dibattere del Milan anemico del nuovo corso targato Fonseca, delle reali potenzialità della nuova Juve, di questo Napoli ancora indecifrabile, è uno spasso. Per loro che sono “sul palco” di Telelmbardia e per noi “divanati”, stufi di pagare salati euro per opinioni e analisi troppo seriose, troppo incravattate, troppo caute.