La riapertura delle indasgini sul delitto di Garlasco sta generando un notevole clamore mediatico e una proliferazione di ipotesi difficili da verificare. Al centro dell’attenzione sono tornati alcuni nomi già noti, tra cui quello di Andrea Sempio, oggetto di una nuova fase di indagini da parte della Procura di Pavia. L’attuale procuratore capo Fabio Napoleone e il suo aggiunto Stefano Civardi hanno infatti disposto, con il supporto dei carabinieri di Milano, accertamenti su elementi che nel 2017 non erano stati approfonditi. All’epoca, il procuratore aggiunto Mario Venditti e la pm Giulia Pezzino, titolari del fascicolo relativo ad Andrea Sempio nell’ambito dell’omicidio di Chiara Poggi, decisero di non procedere a ulteriori indagini, nonostante le richieste in tal senso da parte della madre di Alberto Stasi, poi condannato in via definitiva. Le motivazioni di quella scelta non sono mai state oggetto di provvedimenti disciplinari o censure ufficiali. Ma oggi molti elementi emersi potrebbero portare a una revisione. Ecco quali.

Secondo quanto riportato da la Repubblica, nelle carte emergerebbero intercettazioni telefoniche ritenute rilevanti. In particolare, in una conversazione con il padre, Andrea Sempio avrebbe affermato: “Comunque secondo me erano abbastanza dalla mia parte”. In un altro passaggio, avrebbe dichiarato: “A parte che erano dalla nostra, perché mi han fatto alcune domande, che io ho capito perché me le facevano. Però non gli ho dato, diciamo, la risposta... perfetta”. Nella medesima intercettazione, Giuseppe Sempio chiede al figlio se gli inquirenti gli avessero domandato del Dna, e il figlio risponde di no. Sempre la Repubblica ricostruisce anche la posizione dell’ex pm Giulia Pezzino. Oggi non è più in servizio nella magistratura. Secondo documenti consultabili, si è dimessa dall’ordine giudiziario, come risulta da un verbale della Corte d’appello di Torino datato 18 febbraio 2025. Il documento, che riporta comunicazioni ufficiali tra il Consiglio Giudiziario e la Presidenza del Tribunale di Vercelli, fa riferimento alla riorganizzazione interna dell’ufficio a seguito delle sue dimissioni.

Stando alla relazione della consigliera Lavarini, del 3 febbraio 2025, la dottoressa Pezzino era assente continuativamente dal 12 settembre 2024 per diverse ragioni: prima un congedo straordinario per malattia, seguito da un’aspettativa per motivi di salute, e infine da un periodo di congedo parentale facoltativo, con termine previsto al 21 febbraio 2025. Nella comunicazione inviata al Ministero della Giustizia e al Csm, la magistrata ha formalizzato la propria volontà di lasciare la carriera. Le motivazioni personali che hanno portato a questa decisione restano riservate, ma il tempismo della rinuncia alla toga, a ridosso della riapertura di un caso su cui aveva indagato, solleva, anche in ambienti giudiziari, più di un interrogativo. Non è escluso che la scelta possa essere stata dettata dalla volontà di evitare eventuali verifiche da parte degli organi di autogoverno della magistratura, che, in presenza di rilievi formali o nuove evidenze, avrebbero potuto valutare la correttezza dell’operato passato. Ma è anche giusto ricordare che, al di là dei dubbi, nessun procedimento disciplinare risulta comunque attivo al momento della sua uscita dall’ordine giudiziario. Ma dopo i nuovi accertamenti sarà ancora così?