«Grazie per aiutarci con questo importante problema». È il tweet di Elon Musk che ringrazia pubblicamente l’informatico addetto alla sicurezza Andrea Stoppa, classe 1994, il 28enne italiano a lavoro per il social del miliardario. Cybersecurity, questo il suo ambito di lavoro. Andrea, in un’intervista per Repubblica, smonta alcuni luoghi comuni su Elon Musk, ritratto più volte come uno sfruttatore apatico, aggressivo e prevaricatore, insensibile e, a tratti, cinico. Niente di più falso. Proprio l’informatico e talento italiano ci invita a riflettere su quanto Musk abbia fatto per temi quali l’ambiente e la sicurezza sul lavoro, altro che uffici della sede trasformati in dormitori.
Stroppa spiega di cosa si occupa in questo periodo: «Stiamo cercando di risolvere un problema lasciato dalla vecchia gestione di Twitter relativo ai contenuti pedopornografici presenti sulla piattaforma». Un problema molto diffuso e che prima di Musk sembrava completamente trascurato. «Come ha acquistato la piattaforma, Elon si è reso conto del problema e ha detto a tutto lo staff che prima di pensare al prodotto, prima di pensare di mettere a posto l’azienda, la priorità era risolvere questo problema. Sto lavorando insieme al team interno addetto alla sicurezza a questo scopo». Cos’ha trovato Musk che non funzionava? Sembrerebbe il vecchio team addetto alla sicurezza, falciato dal nuovo CEO. «Il vecchio Twitter aveva altre priorità, come quella di gestire un dialogo su una piattaforma globale e il tema della pedopornografia era stato messo da parte. Ma nel tempo si era accumulato molto materiale. C’è da dire che Twitter è una delle poche piattaforme a tollerare la pornografia, ma talvolta il confine viene superato. Prima aveva policy da fuori di testa. Se un utente pubblicava materiale pedopornografico, invece di rimuovere l’account, tutto il profilo, si toglieva un singolo tweet». Una forma di tolleranza molto lassa verso chi diffondeva video e immagini del genere. «Musk ha cambiato totalmente e al primo contenuto pedopornografico pubblicato sulla piattaforma, l’utente è fuori. Non solo: si sta facendo in modo che l’utente non possa più tornar sulla piattaforma».
Aggiunge che le accuse arrivate per esempio da Weird, riguardo a un taglio anche tra chi si dovrebbe occupare di questi temi in Asia, sono del tutto ingenerose. «Lo attaccano in tutti i modi e da una parte, forse, è comprensibile. Molti di coloro che fanno interviste, mantenendo l’anonimato, sono ex dipendenti che possono provare un risentimento nei loro confronti. Adesso a capo di Twitter non c’è più una persona che non dà priorità a questa tematica ma Ella Irwin che forse da donna sente ancora di più questo tema e sta facendo un ottimo lavoro. Ascolta non solo le persone vicine a Twitter, ma si interfaccia anche con le associazioni e gli utenti. Non è vero che in Asia sia una tematica che è stata dimenticata. Anzi, ora si sta lavorando molto proprio fuori dagli Stati Uniti». Parla anche di sé, nuovo acquisto di Musk grazie a dei dialoghi su Twitter: «Come fanno molti amministratori delegati a non notare i tanti talenti nel mondo? Io non sono un talento, ma un buon informatico. Alcuni amministratori hanno questa capacità di guardare oltre quello che succede dentro l’azienda. Sono loro stessi che si chiedono cosa accada fuori». Quanto durano le riunioni con Musk? Stroppa dice di sentirlo il necessario, «lui è molto impegnato. Le riunioni durano anche qualche minuto. Il suo concetto di gestione dell’azienda è che il tempo ha un valore troppo importante e quindi bisogna subito arrivare al punto, capire gli obiettivi e portarli a termine. Lui è una persona che ascolta e poi decide». Questa continua corsa non rischia di stressare troppo i dipendenti? Per Stroppa c’è un contrappeso di soddisfazione e stimolo costante: «Gli obiettivi che lui pone sono così ambiziosi che la gente si sente parte di un processo di cambiamento che ha impatto sulla vita delle persone. Sono proprio i dipendenti che sono lieti di lavorare con lui».
Uno dei temi che più ha fatto discutere è stato lo smantellamento dei provvedimenti contro la disinformazione sul covid su Twitter. Ma anche su questo Andrea chiarisce: «Mah, penso che il discorso sia un po’ più grande. Il principio che lui ha stabilito su Twitter è che il social sia una piattaforma neutrale che dà la possibilità a tutti di esprimere la propria opinione a patto che vengano rispettate le linee guida e ovviamente le leggi. Quello che succedeva prima era che una piattaforma con influenza globale, in mano a tre persone, decidevano cosa si poteva dire e non dire e chi doveva essere messo in evidenza o meno». Certo, la riammissione di Trump e di alcuni account neonazisti che avrebbero portato il The Atlantic a sostenere che Musk sia ormai un attivista di estrema destra, non è da vedere necessariamente come un endorsment alle opinioni espresse in questi profili: «C’è una guerra politica in corso negli US. Come in tante altre democrazie, la politica si è polarizzata. Musk nasce come democratico e si definisce indipendente. Quello che è successo in questi anni è che la sinistra – e chi più di lui ha aiutato i temi della sinistra – ha iniziato ad attaccarlo perché ricco e miliardario, tanto da portare Musk ad allontanarsi. Nella visione di Musk, tutti sono liberi di parlare con dei paletti. Il problema per lui era che molti account rimossi di estrema destra non erano andati contro alcune regole di Twitter o alcune leggi, ma perché non rispecchiavano le idee politiche della leadership precedente. Quindi Musk ha detto: “Io vi rimetto nella piattaforma. Quando sbagliate l’account verrà sospeso”.
Si parla anche di Jack Sweeney, che ha aperto l’account “Elon Jet” ora accusato da Musk di essere un potenziale pericolo per la sicurezza della sua famiglia. «Farei un passo indietro. In questi mesi sono usciti un centinaio di articoli che lo dipingono in tutti i modi. Avrebbe aiutato la Russia, che non è vero (ha aiutato l’Ucraina), non ha rispetto per nessuno, è un dittatore, ecc. Questo ha suscitato delle reazioni e queste reazioni sono sempre più violente, fino ad arrivare alle minacce di morte. Quell’account tracciava gli spostamenti in tempo reale dell’aereo privato di Musk. Questo significa che lui, ogni volta che stava per arrivare in un aeroporto, si trovava delle persone lì. Questo è un pericolo, non soltanto per lui ma anche per la sua famiglia, anche perché negli Stati Uniti è molto facile girare armati. Lui non die “Non tracciatemi”, ma “Non tracciatemi in tempo reale”». Quale sarà il futuro di Twitter per Musk? «La sua visione è quella di una super app, in cui una serie di servizi si trovino all’interno di un’unica applicazione. Un concetto che a lui piace molto e già presente in Cina per esempio. Non so quando si inizieranno a vedere questi cambiamenti, perché si è reso conto che la vecchia gestione aveva lasciato molti problemi strutturali». E sulla tanto discussa Tesla Stroppa prova a mettere un punto: «Tesla dà lavoro a quasi 100 mila persone. Le aziende Tesla sono le più sicure per i lavoratori nel settore automotive. Lui ha fatto dei tagli perché i dipendenti non erano produttivi. Fanno sorridere le immagini dei manager di Twitter che passavano le giornate al solarium e in palestra. Ma basta candidarsi e lui seleziona» Ma, quindi, chi è Musk per chi ci lavora e ci ha parlato? «L’uomo rinascimentale. Lo hanno dipinto come un invasato, forse anche con poca cultura. Ricordo degli articoli di Gramellini in cui ne parlava come un venditore di fumo, o Fedez che dice che in Italia sarebbe stato arresto, anche se non si sa il motivo. Invece è una persona estremamente curiosa e che ha una cultura umanista. Penso che una persona che sta dedicando la sua vita interamente, con dei ritmi lavorativi pazzeschi, che invece di pensare alla sua ricchezza personale sta investendo le sue risorse per far progredire l’umanità, è qualcosa di più unico che raro».