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Domenico Dolce offende
i giovani siciliani, ma si scuserà
anche se non possono permettersi
i suoi vestiti? Con i cinesi invece…

  • di Ottavio Cappellani Ottavio Cappellani

16 agosto 2023

Domenico Dolce offende i giovani siciliani, ma si scuserà anche se non possono permettersi i suoi vestiti? Con i cinesi invece…
Lo stilista a ruota libera contro i giovani della sua terra: “Qui nessuno fa nulla, non avete dignità: andate a lavorare!”. E ha proseguito dalle pagine di Repubblica: “Cosa si aspettano da me? Che venga qui con una valigia piena di soldi da distribuire”. Il problema è che Domenico Dolce sembra rimasto a una visione arcaica della Sicilia, dove l’agricoltura è basata sulla zappa, la moda sulle sartine e i bambini muoiono di fame agli angoli delle strade (e chiedono l’elemosina ai ricchi come lui). Per questo ci auguriamo che l’intelligenza artificiale diventi presto anche stilista…

di Ottavio Cappellani Ottavio Cappellani

Domenico Dolce, di “Dolce & Quell’Altro”, ha detto che i giovani siciliani da lui vogliono solo soldi. Adesso, io abito in Sicilia, conosco un buon numero di persone, sto persino in qualche chat di Whatsapp e mai mi è successo di assistere a comitive di giovani festanti al grido di: “Alè, c’è Dolce in Sicilia, andiamo a chiedergli i soldi!”. Quindi le cose sono due: o Dolce frequenta gente sbagliata oppure si convince di cose strane. In ogni caso, Dolce, di Dolce & Quell’Altro, ha la soluzione per non essere assaltato da giovani che gli chiedono soldi (mi è sembrato un po’ tipo l’uomo bianco che va nelle colonie o l’aristocratico londinese che scende nei bassifondi e ci sono tutti questi bambini orfani e poveri che gli saltano addosso per chiedere una moneta o una caramella o qualcosa del genere): andate a lavorare nelle campagne che sono abbandonate.

Dolce & Gabbana
Dolce & Gabbana

E insomma: io abito in campagna e tutte queste campagne abbandonate non le vedo, anzi ci sono molti giovani che si alzano alle cinque del mattino e se ne vanno nei campi a 50 euro netti al giorno, quando gli va bene, che per cinque giorni di lavoro a settimana fanno mille euro al mese e devono ancora ringraziare il cielo perché, come si sa, sta arrivando la nuova rivoluzione tecnologica, come quella degli anni ‘20 in America e che diede vita al romanzo “The Grapes of Wrath” (in italiano “Furore”) di John Steinbeck e sarebbe opportuno che qualcuno gliene regalasse una copia, magari nella traduzione cinese ché mi sembra che “Quell’Altro & Gabbana” siano bravi a chiedere scusa ai cinesi, che sono ricchi e hanno tanti soldi da spendere, mentre Dolce, forse, scusa ai siciliani non lo vuole chiedere perché anche se lavorano in campagna a mille euro al mese in ogni caso i loro vestiti non se li possono comprare.

Dolce & Gabbana chiedono scusa ai cinesi per uno spot
Dolce & Gabbana chiedono scusa ai cinesi per uno spot

Dice ancora Dolce: “Fate noccioline, fagioli badda (un tipo di fagiolo della sua terra natia, Polizzi Generosa, nda), ricamate…”, come se ancora nelle campagne si andasse davvero con la zappa e non ci fossero invece i macchinari industriali pesanti come supertrattori, megaruspe, ultraescavatori, gigaimballatori, che costano quanto un appartamento a Milano Centro e forse qualcuno dovrebbe dire a Dolce che anche l’agricoltura (ma lo scriveva, appunto, Steinbeck un secolo fa) è diventata capitalista e che il proletariato agricolo non esiste più (avvertite Dolce che il proletario – detto così da “prole” – che faceva dieci figli per avere forza lavoro da usare nei campi non esiste più, anche perché, con i macchinari, nove figli gli resterebbero a casa). Per quanto riguarda il “ricamate”, probabilmente a Dolce manca un po’ quell’atmosfera che lo stilista va nei bassifondi delle città, dove abitano le sartine, e tutte le sartine lo supplicano per chiedergli un po’ di lavoro di ricamo: “Mio marito è in carcere, i bambini muoiono di fame, signore, la prego… mi commissioni un fazzolettino di cortesia!” o qualcosa del genere molto Oliver Twist. Ma comunque, speriamo che l’intelligenza artificiale diventi presto anche stilista.

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