Dopo l'incidente mortale del giovane 22enne sul Grande Raccordo Anulare di Roma, che viaggiava a bordo di un Audi R8 coupé sfiorando i 300km/h mentre l’amico riprendeva tutto per i social, in molti si sono chiesti cosa porti i giovani a compiere questo tipo di gesti. Lo psichiatra Paolo Crepet ha dato la colpa ai genitori: “La mia non è una critica ai giovani ma a noi che non li abbiamo educati a sperare, a sognare. Di qui la tendenza a sfidare la morte con l’aggravante del video, della rappresentazione pubblica come conferma della propria identità. Noi adulti dovremmo chiederci se davvero non c’entriamo nulla. Abbiamo cambiato la T-shirt, non l’anima. In fondo queste tecnologie digitali le abbiamo inventate noi. Siamo di fronte a una dipendenza totale come quella dalle droghe”. Tuttavia anche gli influencer sembrano avere una parte di responsabilità.
Come Algero Corretini, in arte 1727wrldstar che, proprio in questi giorni, continua a far parlare di sé pubblicando video e storie su Instagram dove viaggia per le strade della Capitale a folle velocità su una supercar. Niente cintura di sicurezza (la fa passare dietro al sedile), carica minorenni per fargli provare il "brivido" di superare i limiti: “Te ce porta zio 1727 in macchinetta fratellì -dice l’influencer in un video caricato su Instagram rivolgendosi al ragazzino di 13 anni seduto al suo fianco, anche lui senza cintura-”. E, in un confronto con Er Brasiliano, invece di smorzare i toni, rilancia: "Non facciamo gli ipocriti, queste macchine sono fatte apposta per andare forte. E se corro e finisco all'altro mondo sono fatti miei. Mi prendo la responsabilità". Chissà quanti ragazzi a caccia di like continueranno a perdere la vita sulla strada prima che si verifichi un’inversione di tendenza...