Il Veneto, ma soprattutto Ponzano (Tv), si è svegliato con una notizia che non avrebbe mai voluto sentire: Luciano Benetton, fondatore dell’omonima azienda che in zona ha dato lavoro a centinaia di famiglie realizzando un vero e proprio impero industriale, ha deciso di lasciare definitivamente il Gruppo. Lo ha rivelato lo stesso imprenditore in un’intervista rilasciata a Daniele Manca de Il Corriere della Sera. Classe 1935, il “signor Luciano”, come viene chiamato nell’articolo, aveva lasciato l’attività già nel 2012, rientrando nel 2018, “per dedicarsi - si legge sul quotidiano - ai suoi progetti personali come «Imago Mundi» che ha riunito quasi 30 mila artisti, l’aveva vissuta con la «responsabilità» di chi sa di esserlo sia per quello che fai, sia per quello che non fai”. Questo addio (definitivo) sembra essere l’ultima di una lunga serie di problematiche per l’azienda, dopo il crollo del Ponte Morandi, proprio nel 2018, e alcune inchieste riguardo la gestione delle Autostrade; gestione in mano alla stessa Benetton. Adesso la decisione definitiva, arrivata per una causa ben precisa, e denunciata dallo stesso Benetton: “In sintesi - ha rivelato il fondatore al Corriere -, mi sono fidato e ho sbagliato. Sono stato tradito nel vero senso della parola. Qualche mese fa ho capito che c’era qualcosa che non andava”…
Nell’intervista Luciano Benetton descrive una fotografia piuttosto preoccupante dell’azienda che lui stesso aveva fondato, al punto da arrivare a dire che “per fortuna avevamo deciso di ritirare da tempo dalla Borsa la Benetton. E quindi i rischi imprenditoriali erano e sono tutti in capo alla famiglia”. Inoltre, a Daniele Manca l’imprenditore ha voluto “spiegare con la trasparenza che mi caratterizza - ha dichiarato Benetton - cosa è successo senza per questo sottrarmi alle mie responsabilità”. Stando alla ricostruzione del fondatore, tutto comincia verso la fine del 2019, quando “la scelta (del nuovo amministratore delegato, ndr) cade su un candidato che viene dalla montagna […] va detto che vengo avvertito - sottolinea - da una telefonata accorata di un conoscente di non proseguire con questa persona perché la definisce assolutamente non idonea a un incarico così complesso”. Nonostante le preoccupazioni, però, continua Benetton, “iniziamo la collaborazione e spiego che sono a disposizione per domande o approfondimenti […] va detto che non mi ha mai chiesto nulla, né lui né i nuovi collaboratori che ha inserito”. Nel mentre scoppia la pandemia di Covid, “che - commenta Luciano Benetton - logicamente ha alterato l’attività e i risultati […] solo il 23 settembre del ’23 viene accennato a qualche problema ma in modo tenue. E sembrava tutto sotto controllo”. Da questo momento iniziano i primi segnali: “Mi accorgo - continua l’intervistato - che i numeri non mi tornano e che il problema va ben oltre a quanto hanno dichiarato a settembre […] naturalmente lo faccio presente con fermezza ai ‘nuovi’ e in un cda manifesto la mia grande preoccupazione per un andamento economico che non quadra assolutamente”. Tant’è, dice ancora Benetton, che “in uno dei consigli dei mesi successivi scoppia la bomba, di questo si tratta. Presentano d’improvviso un buco di bilancio drammatico, uno shock che ci lascia senza fiato”. La cifra? “Saremo attorno ai 100 milioni - dice Benetton -. Comunque tutto quello che è emerso e sta emergendo da settembre ’23 è una vergogna”, e assicura che “ci sarà un’investigazione a riguardo”. Infine, Luciano Benetton ripete di volersi assumere ogni responsabilità “di aver sbagliato la scelta”, e afferma che “nei prossimi mesi sarà fatto un piano per il futuro […] purtroppo - sottolinea - ci saranno sacrifici da fare. Quello che posso dire - conclude - è che sarà messo il massimo impegno per ritrovare l’energia dei tempi migliori e dare nuova linfa a questo brand che rappresenta tanto per la nostra famiglia e che porta il nostro nome”.