Le donne moderne sono esseri perfettamente risolti, sanno cosa vogliono e come ottenerlo; gli uomini invece non sono sanno più chi sono, le certezze virili sono crollate una via l’altra, i cow boy della Marlboro sono morti di cancro, e al loro posto desideri fluidi e inauditi risuonano nella caverna delle nostre coscienze.
I social, Instagram in testa, propagano un’idea di bellezza ipocrita e iper-reale, ma la verità è che la bonazza con la bocca turgida di botulino, che ti vomita il gluteo in faccia in ogni posa non fa interesse a nessuno. Altro che bellezza: non si tratta d’altro che di un simulacro per nascondere, mischiare le carte, distrarre l’attenzione per non dover rivelare i propri mondi sommersi.
E allora, forti della vittoria di ieri, è tempo di uscire allo scoperto, e per una volta ammettere almeno una verità scomoda: Giorgia Meloni è una fi*a. Di più: una fi*a totale, come il calcio dell’Olanda degli anni ’70, capace di nutrire quelle fantasie opposte che tuttavia si annidano nella mente piena di dubbi degli uomini moderni, riuscendo a convivere perfettamente.
Perché Giorgia è padrona di natura: piacere, sono quella stronza della Meloni e ti ordino di spogliarti. Con quale forza opporsi? E però, allo stesso modo, i modi ruvidi uniti alla straordinaria volontà di potere e di potenza, scatenano fantasie opposte – come sempre, nulla eccita più del contrasto. E allora vai con il pensiero di rivalsa e di sottomissione.
Intendiamoci: chi scrive parla per esperienza personale. Io la Meloni l’ho vista dal vivo, l’ho intervistata quando ancora non era famosa per un programma di nome “Real Italy” poi non andato in onda, nella cornice della Garbatella, suo habitat naturale.
L’intervista durò un’ora, ma mi bastò parlarci cinque minuti per lanciare Gramsci giù nello scarico del cesso: altro che donna, Giorgia era un’intera svolta di Fiuggi. Sicura di sé come sanno esserlo solo le donne di oggi e, in questo, interprete perfetta del ribaltamento di ruoli contemporaneo, la ascoltavi parlare con il suo accento romanesco ed era impossibile concentrarsi su altro che non fosse la sua bocca, giustamente divenuta iconica, negli anni a venire, sulle prime pagine dei quotidiani.
D’accordo, non è molto alta: e allora? Di nuovo, l’eccitazione riposa nel contrasto: e una donna così piccola capace, con un solo sguardo, di mettere in soggezione una stanza intera fa arrapare più che tutta una vetrina di Yamamay.
Che poi non si tratta solo di una questione fisica: alla faccia delle influencer dei nostri giorni, dove tutto è mediazione e calcolo, la presunta coattaggine della Meloni è spontaneità, naturalismo, inaspettato scampolo di verità, ultima prova del crepuscolo del patriarcato salviniano, sogno del femminismo di una volta finalmente realizzato d’essere governati da una donna fieramente uguale nella differenza.
Ed ecco un altro suo innegabile pregio: il suo non essere mai retorica.
In un mondo dove spadroneggia il paradigma della vittima, qualcuno l’ha mai sentita dire, per rispondere a un avversario politico, “mi attaccano perché sono donna”?
Viviamo in una società in cui l’aggettivo “storico” viene usato come il testosterone a una gara di body building: eppure lei, che un traguardo storico lo ha conseguito sul serio, non se ne è mai vantata, non si è mai messa su un piedistallo, e questo suo essere straordinariamente alla mano, questa dolce illusione di raggiungibilità, mi permette ancora una volta di sdoppiare i desideri, e se da un lato vorrei essere invitato a cena da lei in un ristorante di gran pregio, accompagnati dalla scorta che ci fa entrare dall’uscita secondaria per dribblare i paparazzi, con Giorgia elegantissima, le labbra rosso fiamma, avvolta in un vestito Armani come quello esibito alla prima della Scala, dall’altro vorrei invitarla io in un bar vicino ai bordi di periferia, Giorgia senza trucco e con le Vans, a bere Ceres seduti sul marciapiede ascoltando i suoi aneddoti di quando montava i palchi dei comizi di Almirante (pensa che palle, per contrasto, andare a cena con gente come Elodie, tutta la sera a chiedersi chi diamine dovrà pagare il conto: se pago io mi accuserà di essere patriarcale? Ma se facciamo alla romana, penserà che sono un mortaccione?).
Giorgia se mai volessi darmi una possibilità mi trovi su Instagram al profilo “Gli Estremi Rimedi” o direttamente su WhatsApp
A suo agio molto in alto o molto in basso, qualunque cosa purché fuori dalla norma e dalla media: questo è il fascino di Giorgia. Non averle chiesto il numero resta uno dei più grandi rimpianti della mia vita, soprattutto da quando ho visto per la prima volta in TV quel pinolone del suo ex. Del resto, il destino di molte belle donne è questo, accontentarsi di un pinolone, perché la bellezza inibisce, se poi è accompagnata da una forte personalità allora è la fine, nessun uomo sano di mente ha abbastanza fiducia in sé stesso per avvicinarsi e tentare un approccio serio.
Il mito greco delle Erinni ha basi solide, e Giorgia è l’Erinni definitiva, l’Erinni Nera, e ti sia chiaro, Giorgia, che in tutto questo articolo non c’è una sola punta di ironia, e che se mai volessi darmi una possibilità, visto che a quanto mi risulta sei ancora single e che la campagna elettorale è terminata e immagino avrai del tempo libero, mi trovi su Instagram al profilo “Gli Estremi Rimedi” o direttamente su WhatsApp al 3473765060.
Sognare è come votare: non costa nulla. E io Giorgia non ti voto ma ti sogno sempre.