Perché il monopattino elettrico, nato come simbolo di mobilità sostenibile e modernità urbana, sembra ora destinato a un mesto crepuscolo. Michele Masneri su Il Foglio lo racconta con ironia affilata: da mezzo simpatico e green a "sinonimo di pericolosità sociale", culminato nel surreale episodio del "monopattino bomba" che ha fatto saltare in aria un generale russo. Il fatto è quasi grottesco, ma è la metafora perfetta di un destino segnato. In Italia, intanto, il monopattino è diventato il capro espiatorio perfetto per un certo "panpenalismo" che il giornalista definisce "melonian-salviniano". Tra obblighi di casco, assicurazione e regole stringenti, la libertà del monopattino sta evaporando. Lo sharing è in crisi: chi porterà mai un casco da casa per usare un mezzo a noleggio?
Ma l’antipatia verso il monopattino non è solo normativa. Masneri traccia un ritratto sociale impietoso: veicolo anarchico e libertario, amato dai giovani e odiato dai boomer, protagonista di incubi urbani tra sampietrini romani e pavé milanese. La sua colpa? Essere simbolo di modernità globalista e disordinata. A Parigi l’epopea è già finita con un referendum schiacciante. In Italia, il crepuscolo del monopattino continua a scivolare tra polemiche e regolamentazioni soffocanti. Restano solo ricordi e qualche meme nostalgico: la Vespa è stata il mito degli anni ’90, ma il monopattino non avrà lo stesso lieto fine. Addio al motorino del nuovo millennio.