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È la motorizzazione più
“corrotta” d’Italia? Scatta un altro
blitz, uno ogni quattro anni,
per mazzette e irregolarità

  • di Gianmarco Aimi Gianmarco Aimi

28 febbraio 2023

È la motorizzazione più “corrotta” d’Italia? Scatta un altro blitz, uno ogni quattro anni, per mazzette e irregolarità
È stato scoperto, per la sesta volta in pochi anni, l’ennesimo giro di mazzette alla Motorizzazione civile di Palermo che ha portato all'arresto di 21 persone, ai domiciliari, a 42 indagati, verso i quali sono stati spiccati 187 capi d'imputazione. Sono tutti funzionari, dipendenti o responsabili di autoscuole. Non è la prima volta, ma la sesta dal 1996. Ecco tutti i precedenti

di Gianmarco Aimi Gianmarco Aimi

La motorizzazione civile di Palermo non smette, non solo di far discutere, ma anche di finire al centro delle cronache giudiziarie (e delle aule di tribunale). Stavolta sono stai impiegati addirittura più di cento agenti della Polizia per arrivare a eseguire 21 misure cautelari agli arresti domiciliari indirizzate a funzionari e dipendenti della motorizzazione palermitana e di altre agenzie satellite sempre legate a pratiche automobilistiche. Quello che ha portato a un tale dispiegamento di forze sono i sospetti di un enorme giro di mazzette e irregolarità per centinaia di fascicoli, dossier e operazioni. In totale sono 187 i capi di imputazione e 42 gli indagati finiti nell’inchiesta coordinara dal sostituto procuratore Maurizio de Lucia. Ma non è la prima colta, come detto, che la motorizzazione civile di Palermo dimostra zone grigie inquietanti nella sua gestione.

Il palazzo della motorizzazione di Palermo
Il palazzo della motorizzazione di Palermo

In passato già sei volte la magistratura ha dovuto intervenire, una volta ogni 4 anni circa. La prima nel 1996 sempre per un giro di tangenti in cambio di favori fatti da funzionari e dipendenti. Si chiamò allora Patentopoli e coinvolse anche il direttore dell'ufficio di Palermo, Francesco Zanca, arrestato insieme a sette funzionari dell'ufficio della motorizzazione di Agrigento e titolari di scuole guida. Le accuse: associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, concussione e falsi in atti pubblici. In buona sostanza, favorivano in cambio di denaro candidati agli esami per la patente di guida. Ancora, in seguito, arrivarono le “revisioni facili” scoperte da una indagine della Polizia municipale che accertò reati commessi da impiegati della Motorizzazione accusati di aver falsificato documenti automobilistici e facilitato l' iter di revisione delle automobili. In quel caso le accuse variavano dalla corruzione all’abuso d' ufficio per 44 persone tra autisti, commercianti, titolari di aziende di autotrasporto e di disbrigo di pratiche automobilistiche, impiegati e casalinghe che avrebbero fatto ricorso alle '”procedure agevolate'”. Guardando sempre all'indietro, di nuovo nel 2001 venne smantellata una organizzazione criminale che favoriva l’ottenimento illecito delle patenti a extracomunitari. In quell’occasione scattarono tre arresti e sei avvisi di garanzia ad altrettanti funzionari e a cinque titolari di scuole guida. Infine, prima nel 2009 vennero arrestati il funzionario Antonino Nobile e il titolare di una scuola guida, Pietro Catalano, per corruzione, e poi nel 2011 furono 51 le persone accusate di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e falsità ideologica. Come in passato, anche oggi la storia alla motorizzazione di Palermo si ripete.

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