image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca Nera
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • Sport
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Calcio
  • Volley
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca Nera
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • Sport
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • calcio
  • Volley
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Cover Story
  • Topic
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Attualità

E nel discorso per la Giornata per le forze armate Crosetto tira fuori la “guerra cognitiva”: quindi è ufficiale, ci stanno fottendo il cervello? Ne abbiamo parlato con l’esperto Emanuel Pietrobon

  • di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

  • Foto: Ansa

10 novembre 2025

E nel discorso per la Giornata per le forze armate Crosetto tira fuori la “guerra cognitiva”: quindi è ufficiale, ci stanno fottendo il cervello? Ne abbiamo parlato con l’esperto Emanuel Pietrobon
In occasione della Giornata dell’unità nazionale e delle forze armate il ministro della Difesa Guido Crosetto ha parlato di “guerra ibrida”, che si sviluppa anche nella "dimensione cognitiva", ma in Italia chi sa di cosa stiamo parlando? È sempre stato un discorso per esperti, ma nel dibattito pubblico se ne parla pochissimo. Emanuel Pietrobon, uno dei principali esperti, che ci spiega perché la stiamo già combattendo contro la Russia e la Cina e quanto l’Europa (tutta) sia indietro…

Foto: Ansa

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

È probabilmente il più pragmatico, il più concreto, e il più competente tra i ministri del governo Meloni (insieme a Orazio Schillaci, ministro della salute), e in occasione della Giornata dell’unità nazionale e delle forze armate lo ha dimostrato ancora una volta. Guido Crosetto ha detto che le guerre non si combattono più solo sul terreno, ma “si combattono nello spazio, nel cyberspazio, nella dimensione cognitiva, attraverso una guerra ibrida”. Non è un’idea nuova, ma la ricerca su questo tema è davvero recente e in Italia uno dei maggiori esperti e studiosi è Emanuel Pietrobon, geostratega e cofondatore dell’agenzia di consulenza strategica MasiraX, che sul concetto di guerra ibrida ha scritto un libro, L’arte della guerra ibrida. Teoria e prassi della destabilizzazione (Castelvecchi, 2022). 

"L'arte della guerra ibrida" di Emanuel Pietrobon (Castelvecchi, 2022)
"L'arte della guerra ibrida" di Emanuel Pietrobon (Castelvecchi, 2022)

Qual è la definizione accettata di guerra ibrida? E davvero è “invisibile”, come dice il ministro, perché giocata sui dati? 

Non esiste una definizione univoca di guerra ibrida né c'è un vero accordo su come chiamarla. Da noi è conosciuta come guerra ibrida, negli Stati Uniti è nota come guerra di quinta generazione, in Cina è chiamata guerra senza limiti, in Russia è semplicemente la guerra di nuova generazione. Tanti nomi per descrivere, in fin dei conti, la stessa forma di guerra: non convenzionale, non dichiarata, non guerreggiata, priva di dimensione spazio-temporale definita, combattuta da "civili a uso duale" - attivisti, criminali, guerriglieri, hacker, influencer, sabotatori, sindacalisti, speculatori, terroristi, eccetera. La guerra convenzionale è combattuta da soldati in divisa e carri armati su campi di battaglia precisi, dunque puoi sapere con esattezza contro chi combatti, dove, come e perché. La guerra ibrida può essere appaltata davvero a chiunque e può possedere o non possedere obiettivi definiti e confini fisici, dove per assenza di territorialità si intende la possibilità che possa avvenire in domini immateriali come la rete e la mente. La guerra ibrida, a seconda delle forme assunte, può essere visibile o sottocutanea. Farò gli esempi concreti: un attentato contro un ministro o una fabbrica compiuto da un'organizzazione terroristica messa in piedi da uno stato è un atto più che visibile - ed è un atto di guerra ibrida. Una campagna di condizionamento dell'opinione pubblica basata sulla rete, e mescolante meme, reportage e semi-verità, può risultare non soltanto ardua da intercettare mentre è in fase di svolgimento, ma gli stessi elementi che la compongono, dall'influencer che pubblica un video a un sito-replica che sforna bufale, potrebbero essere visti e trattati come dei singoli episodi data l'assenza di collegamenti diretti tra loro. 

L’Italia che progressi ha fatto nella comprensione di questo fenomeno? 

Siamo partiti in ritardo nella comprensione delle guerre ibride, ma oggi stiamo andando a passo svelto e confido nel mantenimento della tendenza. A partire dal governo Draghi, che ha inaugurato i lavori della tanto attesa Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, abbiamo intrapreso un percorso di crescente coscientizzazione sul fenomeno, che, durante l'era Meloni, ha anche portato all'elaborazione di proposte in materia di guerre cognitive e adattamento della sicurezza nazionale alle sfide della contemporaneità provenienti da singoli decisori di vari partiti e da istituzioni come CASD, ISPI e IAI. Certamente, tutto ciò che ho elencato rappresenta un punto di partenza molto grezzo. La strada da fare è lunga e piena di ostacoli, a partire dalla mancanza di un vero e proprio corpo di esperti in conflittualità ibrida. Salotti televisivi, centri studi, università e partiti politici, tutti più o meno in egual misura, sono sovrappopolati di persone che non sanno la distinzione tra operazione psicologica e operazione cognitiva, che riducono le guerre ibride a una mera questione di disinformazione e che seguono cattivi maestri - come i sostenitori della fantomatica "dottrina Gerasimov" -, formando, così, pessimi allievi.

Siamo probabilmente molto più indietro rispetto a Usa e Cina, ma rispetto ad altri Paesi europei? 

Vorrei approfittare di questa domanda per sfatare un mito: noi italiani all'interno dell'Europa non facciamo né meglio né peggio di altri, poiché la situazione è tendenzialmente disastrosa dalla Scandinavia al Mediterraneo. Gli apparati securitari di Francia e Germania, che sono le potenze-guida dell'Unione Europea, hanno dimostrato a più riprese la loro impreparazione a fronteggiare le minacce asimmetriche e ibride provenienti da stati e attori non-statali, come il terrorismo. La Francia ha problemi di infiltrazioni terroristiche all'interno di forze dell'ordine, forze armate e Legione straniera. La Germania, da quando ha avuto inizio la grande guerra di Ucraina, è stata vittima di sabotaggi eclatanti alle sue infrastrutture critiche, dal Nord Stream 2 alla rete ferroviaria. Se la cavano meglio quei paesi come Finlandia, Baltici e Polonia che, rappresentando la prima linea della nuova Cortina di Ferro, hanno costruito anzitempo centri di eccellenza e introdotto corsi ad hoc nei curricoli universitari, formando civili e militari altamente preparati in controinsorgenza, difesa cibernetica e operazioni psicologiche.

Guido Crosetto il 4 novembre ad Ancona
Guido Crosetto il 4 novembre ad Ancona Ansa

L’Unione Europea vorrebbe permettere ai vari Paesi di investire nell’innovazione tecnologica e Re-Arm Europe dovrebbe muoversi in questa direzione. È effettivamente necessario secondo te? 

Il riarmo è un'inevitabile necessità dei tempi contemporanei. Viviamo in un'epoca di grande e grave disordine globale, disordine che deriva dal progressivo collasso dell'architettura che gli Stati Uniti hanno dato al mondo nel secondo dopoguerra. In questo contesto, l'Unione Europea vorrebbe essere "un giardino in mezzo alla giungla", per utilizzare le parole di Josep Borrell, ma non può. Gli adulti, a partire dagli Stati Uniti, che - ricordiamolo - sono i soci di maggioranza della NATO, non ce lo permetteranno. Dobbiamo riarmarci, perché il riarmo può essere un potente deterrente contro chi persegue disegni ostili contro di noi. Ma non dobbiamo cedere al fascino mefistofelico del riarmo fine a se stesso, che può essere fonte di inutili tragedie, come insegna la storia, e continuare a canalizzare risorse verso la transizione verde, lo stato sociale e le tecnologie emergenti. Senza dimenticarci di investire in quella che ritengo essere la nostra arma più miracolosa: la diplomazia.

Attualmente l’Italia sta combattendo una guerra ibrida con qualche Paese in particolare?

L'Italia, come molti altri paesi occidentali, è vittima di operazioni ibride di varia natura - cibernetiche, cognitive, economiche, psicologiche, eccetera - che sono partorite primariamente in Russia e secondariamente in Cina. Il focus delle attività russe nel nostro Paese è sulla dimensione mentale, ovvero campagne di disinformazione e influenzamento dell'opinione pubblica. I cinesi, sebbene meno presenti dei russi, sembrano molto attivi negli atti di guerra cibernetica, come ricordano gli attacchi del collettivo hacker APT17 ad alcuni enti governativi e imprese strategiche nel corso del 2024. Potremmo dedicare un capitolo a parte alle storiche e datate infiltrazioni maligne dei francesi nel nostro apparato economico, che, dalla moda all'automobilismo, seguono precisi disegni di "colonizzazione produttiva" propedeutica all'indebolimento cronico delle colonne portanti del nostro sistema-Paese. 

La Russia in termini di guerra ibrida come va giudicata? Da fuori ne abbiamo un’idea arretrata, se non pre-moderna. Anche l’attacco in Ucraina secondo alcuni storici e analisti (come David Petraeus e Andrew Roberts) è sostanzialmente un calco novecentesco della strategia della “guerra lampo” nazista, poi rivelatasi fallimentare. Non proprio una tattica innovativa… 

Se i russi fossero bravi nelle guerre convenzionali come lo sono nelle guerre ibride, a quest'ora sarebbero un'iperpotenza. Sono i maestri indiscussi delle operazioni psicologiche e dell'entrismo, che Stalin utilizzò per esportare la rivoluzione sovietica nell'Europa interguerra. Sono i pionieri delle neuro-armi, che hanno collaudato sul campo per ben due volte - il Segnale di Mosca durante gli anni '60 e '70, il Raggio dell'Avana negli anni recenti. Possiedono uno dei ciber-eserciti più numerosi e preparati dell'attualità, composto da realtà come DarkSide, i cui hacker nel 2021 "spensero" la più importante rete di oleodotti degli Stati Uniti - la Colonial Pipeline. Sono esperti nella militarizzazione delle minoranze e nella creazione di climi da guerra civile, come rammentano i successi delle operazioni cognitive dell'Internet Research Agency tra Stati Uniti e Sahel. La Russia punta molto sulla conflittualità ibrida e asimmetrica, nella consapevolezza di non poter competere vis-à-vis col blocco NATO su un campo convenzionale. Inoltre, è anche una questione di rapporto costi-benefici: una campagna di sovversione o destabilizzazione, se pianificata e attuata con meticolosità, promette il massimo risultato (politico) col minimo sforzo (economico). Pensiamo al Sahel: i russi hanno costruito il consenso popolare ai golpe del 2021-23 attraverso bot, influencer, meme, troll e videogiochi. La gente farebbe fatica a immaginare ciò che è possibile fare con un computer, una connessione a Internet e un po' di creatività.

Vladimir Putin
Vladimir Putin Ansa

Le ingerenze economiche, come corruzione di media e leader politici di altri Paesi, che peso hanno nel modo di fare la guerra oggi? 

Un tempo la guerra ibrida era l'eccezione, ora è la norma - questa è la grande differenza fra le guerre di ieri e di oggi. I generali hanno lasciato il posto agli ingegneri sociali, i soldati sono stati sostituiti dagli hacker, i sabotatori sono stati rimpiazzati dai criminali. Al bombardamento degli stabilimenti e delle infrastrutture strategiche, oggi, si preferisce la loro acquisizione, magari attraverso scalate ostili propedeutiche al furto di proprietà intellettuale e allo svuotamento dall'interno del proprio concorrente. I media? Beh, come disse qualcuno: "il vero potere sta nelle mani dei detentori dei media". Sarà sempre così. E non ci si faccia ingannare dal declino dell'informazione su carta o su piccolo schermo, che, anzi, è stato una manna dal cielo per gli operatori della disinformazione. Oggi, infatti, le bufale, le operazioni cognitive e le campagne al veleno non conoscono più né limiti orari né confini geografici. I social hanno reso possibile ciò che decenni fa era impensabile: la disinformazione che può fare il giro del mondo in un meno di un minuto. Carica un articolo, un video o un deepfake, l'algoritmo, i bot e i troll faranno il resto.

Israele ha il know how per essere un nemico serio tanto per l’Europa quanto per la Cina o gli Usa? È questo che inibisce i Paesi a prendere decisioni nette sullo Stato ebraico?

Personalmente, ritengo che Israele figuri nella top-cinque delle più grandi potenze del pianeta in termini di capacità ciber-offensive, entrismo, ingegneria sociale e spionaggio. Su quest'ultimo, Israele ha costruito un'industria priva di concorrenza, fatta di agenzie di intelligence privata specializzate in dossieraggi, minacce e campagne di distruzione della reputazione, e di sviluppatori di programmi per lo spionaggio a distanza, i famigerati spyware, che tanto stanno spopolando nell'ultimo periodo. Gli attori dell'intelligence privata israeliana, che sono tutti reduci dell'intelligence militare - vedasi le teste di Black Cube o Paragon Solutions -, vendono i loro prodotti a chiunque: dittature militari, autoritarismi e democrazie occidentali. Chiaramente, vale quel detto che circola tra gli addetti ai lavori: una volta nell'intelligence, sempre nell'intelligence. Se affidi a questi pseudo-privati la distruzione del tuo avversario politico, la sorveglianza di un giornalista o il furto dei segreti industriali del tuo concorrente, dai loro (e a chi gli sta dietro) dell'enorme potere su di te, sei "compromesso", dunque ricattabile. 

More

Giorgia Meloni "furiosa" per gli imbrogli in Sicilia. Noi le notizie sulla Sicilia le abbiamo date, ma i giornali nazionali non le riprendono. Giorgia, se vuoi sapere qualcosa, chiedi pure direttamente a noi

di Ottavio Cappellani Ottavio Cappellani

BASTAVA CHIEDERE

Giorgia Meloni "furiosa" per gli imbrogli in Sicilia. Noi le notizie sulla Sicilia le abbiamo date, ma i giornali nazionali non le riprendono. Giorgia, se vuoi sapere qualcosa, chiedi pure direttamente a noi

I libri scritti con l'IA invaderanno le classifiche e stermineranno i produttori di Bestseller. È così che la Scrittura, quella vera, vincerà. L'ho fatto e vi racconto com'è andata

di Ottavio Cappellani Ottavio Cappellani

Bella, ma non ci scriverei

I libri scritti con l'IA invaderanno le classifiche e stermineranno i produttori di Bestseller. È così che la Scrittura, quella vera, vincerà. L'ho fatto e vi racconto com'è andata

A House of Dynamite su Netflix racconta bene di come la Guerra Fredda non sia mai davvero finita. E per l’escalation nucleare nessuno è pronto, nemmeno gli Usa

di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

"Fine di mondo"

A House of Dynamite su Netflix racconta bene di come la Guerra Fredda non sia mai davvero finita. E per l’escalation nucleare nessuno è pronto, nemmeno gli Usa

Tag

  • Guido Crosetto
  • Sergio Mattarella
  • Attualità
  • Politica
  • guerra
  • Russia
  • Israele

Top Stories

  • Il progetto del Ponte sullo Stretto è una boiata pazzesca. Chatgpt lo ha fatto meglio e ci fa risparmiare 8 miliardi subito e il 40% nel futuro

    di Ottavio Cappellani

    Il progetto del Ponte sullo Stretto è una boiata pazzesca. Chatgpt lo ha fatto meglio e ci fa risparmiare 8 miliardi subito e il 40% nel futuro
  • Delitto di Garlasco: l’avete capito che Andrea Sempio è indagato per l’omicidio di Chiara Poggi in concorso? In concorso con chi se Alberto Stasi è innocente?

    di Emanuele Pieroni

    Delitto di Garlasco: l’avete capito che Andrea Sempio è indagato per l’omicidio di Chiara Poggi in concorso? In concorso con chi se Alberto Stasi è innocente?
  • Delitto di Garlasco: perché tanta attenzione su Ermanno Cappa, la moglie e le gemelle Paola e Stefania? Dal mistero della bici nera fino agli accertamenti bancari “scomparsi”

    di Emanuele Pieroni

    Delitto di Garlasco: perché tanta attenzione su Ermanno Cappa, la moglie e le gemelle Paola e Stefania? Dal mistero della bici nera fino agli accertamenti bancari “scomparsi”
  • Ballando con le Stelle è un fake clamoroso? Supposta sanzione in arrivo per Brilli, il dispetto della giuria a Mariotto, Rossella Erra NON se ne va?

    di Grazia Sambruna

    Ballando con le Stelle è un fake clamoroso? Supposta sanzione in arrivo per Brilli, il dispetto della giuria a Mariotto, Rossella Erra NON se ne va?
  • Non c’è pace per la curva Sud. Gli ultras del Milan protesteranno i primi 15 minuti contro il Parma: ecco perché

    di Domenico Agrizzi

    Non c’è pace per la curva Sud. Gli ultras del Milan protesteranno i primi 15 minuti contro il Parma: ecco perché
  • Delitto di Garlasco, la villa dove viveva Alberto Stasi non si riesce a vendere: nessuno vuole la casa di uno che ha ammazzato la fidanzata? E se invece di un assassino fosse innocente?

    di Giulia Ciriaci

    Delitto di Garlasco, la villa dove viveva Alberto Stasi non si riesce a vendere: nessuno vuole la casa di uno che ha ammazzato la fidanzata? E se invece di un assassino fosse innocente?

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

Foto:

Ansa

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore [email protected]
  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy