In Germania si torna a fare i conti con l’incubo del terrorismo. A indirizzare verso questa strada è stato soprattutto il luogo dell’accaduto, a poca distanza da Breitscheidplatz, dove il jihadista tunisino, Anis Amri, piombò sul mercatino di Natale il 19 dicembre del 2016 con un tir, uccidendo e ferendo molte persone.
Gor H., un uomo alla guida della Renault risultata essere di proprietà della sorella, si è schiantato ad alta velocità contro un gruppo di studenti di scuola media che, insieme ad alcuni docenti, si trovavano in gita nella capitale tedesca. Un’insegnate di 51 anni ha perso la vita sul posto, mentre diversi suoi alunni sono rimasti gravemente feriti. I testimoni hanno riportato che l'auto procedeva spedita, senza mai frenare o rallentare, terminando poi la sua corsa contro la vetrina di una profumeria. L’investitore, dopo l’impatto, è apparso illeso e in buone condizioni di salute, tentando poi invano di mettersi in fuga. Bloccato dagli stessi passanti, è stato consegnato alle forze dell'ordine una volta giunte sul posto. La polizia, insieme ad agenti in assetto da combattimento, ha circondato e chiuso l'area al traffico, evacuando perfino il centro commerciale più vicino, dove è stato prontamente allestito un centro di primo soccorso per i feriti più lievi e le persone in stato di shock.
Ma perché ha compiuto questo orrendo gesto?
Gli artificieri hanno verificato che l'auto non contenesse materiale esplosivo. In un primo momento dai media tedeschi è stata diffusa la notizia, poi smentita, di aver rinvenuto nella vettura una lettera di rivendicazione, in cui il giovane spiegava le sue motivazioni. In realtà pare si tratti di cartelloni, di quelli che vengono esposti durante le manifestazioni, contro la Turchia. Paese ritenuto responsabile del genocidio degli armeni durante la Grande Guerra, e con cui l'Armenia intrattiene tuttora rapporti di natura ostile. Pista, questa, che le autorità stanno seguendo. Difatti la casa di Gor H., già noto alla polizia per reati contro il patrimonio, è stata perlustrata in cerca di ulteriori indizi. Gli inquirenti, al momento, chiariscono di non avere certezze sui motivi che si celano dietro il gesto. Ancora troppo presto, quindi, per poter parlare di un attentato.
Franziska Giffey, sindaca della città, si è recata sul luogo della tragedia, dichiarandosi costernata per quanto accaduto. Queste le parole del presidente della Repubblica, Franz Walter Steinmeier: “I miei pensieri sono con le vittime e le loro famiglie, che devono subire questo orrore”.