"Devi sempre far vedere, mostrare: questo agli uomini non è richiesto. Se Elodie non fosse così bella, avrebbe meno successo, ne sono certa". Queste le parole di Jo Squillo in un'intervista al Corriere della Sera. Ed è polemica. Il torrido Caronte intorpidisce le menti dei più acuti intellettualoidi del Twitter che, subito subito, si dispongono in battaglione per biasimare l'interprete di Siamo Donne accusandola di essere ben poco femminista, anzi decisamente patriarcale. Quando invece, a ben pensarci, non c'è nulla di più miope rispetto a negare l'evidenza: le artiste femminili, compresa Elodie, almeno nel mondo della musica (ma non solo) "devono" essere belle. Sì, per vendere più copie. Cosa che ai colleghi maschi non è richiesta perché ininfluente. Si possono valutare tantissimi esempi. Ma partiamo da una semplice provocazione: quanti cantanti uomini bellissimi vi vengono in mente? E quante donne, invece? Eccoci, dritti al punto.
Nel corso dell'Eurovision vinto dai nostri Maneskin, divenne parecchio virale il cinguettio di una fan straniera: "Gli italiani sembrano sempre scolpiti dagli dei, è ingiusto!". E approfittiamo dell'occasione per fare una premessa importante: nel concetto stesso di bellezza non c'è nulla di male. Da queste parti, non se ne parla come se non fosse di per sè una qualità, un talento anche, perfettamente autosufficiente. No, non sta solo negli occhi di chi guarda. Esiste ancora, nonostante Instagram, una bellezza oggettiva che si può tarare su un essere umano come su un tramonto al mare. Fa quasi sorridere doverlo precisare. Ma viviamo in tempi ben strambi e pure questo bisogna fare.
Fa quasi sorridere precisare anche che quanto detto da Jo Squillo possa magari suonare brutale per le vergini orecchie degli estremisti da social. Estremisti dalle orecchie ma non certo dagli occhi altrettanto "vergini". È evidente a tutti che ci siano standard ben precisi per la fisicità femminile nel mondo della musica, come dello spettacolo in generale. E non stiamo dicendo che questo sia corretto, solo che è vero. Altrimenti Annalisa, per esempio, sarebbe rimasta a condurre programmi di fisica quantistica a tarda notte su Italia 1, invece di sgambettare sul palco, con la morte dipinta in viso, travestita da sexy vamp. Perché è stato agito su di lei, come su tante altre, un cambio di look così radicale? E siamo sicuri che ciò non abbia influito sul successo dell'ex Amica di Maria in questa estate 2023? La regola, per adesso, è una e una soltanto rimane: la donna "deve" rappresentare, a livello di immagine, quello che un uomo potrebbe desiderare e ciò che certamente le altre donne, come i gay, vorrebbero essere. Annalisa, Elodie e non solo: erano così "perfette" agli esordi? No, erano ragazze "normali". Con una buona base, ma "normali", nella media. Perché tali non sono restate?
Certo, nella musica italiana esistono anche uomini belli(ssimi): Mengoni, Blanco, Marracash. Però, non si può dire il contrario: dove stanno le femmine "cessette"? A guardarsi intorno, verrebbe da credere che bellezza e voce vengano donate insieme alla nascita, tipo pacchetto deluxe. Acuti pazzeschi e gambe da antilopi, occhi da cerbiatta. Se lallero. Esistono le eccezioni, ovvio, ma non è su quelle che si basa la "regola". E se vogliamo dire che la bellezza femminile non sia stereotipata in un certo modo perché in quel modo vende di più, possiamo dirlo. Ma neghiamo la realtà, ignoriamo la questione, viviamo nel mondo delle fiabe e andiamo a sparire coi liocorni. Jo Squillo affermando l'ovvio si è dimostrata molto più femminista delle tante che si spacciano per tali sui social. Essere su questo piano di realtà e non a Narnia è il primo passo per poter, magari un giorno, cambiare le cose.
L'evidenza non deve per forza piacerci, anzi, spesso è necessario farci a pugni. Però, prima di tutto, la dobbiamo vedere. Perché alla fin fine giusto quello sciagurato di Tiziano Ferro si è dovuto subire una dieta da mammut per garantirsi il primo contratto discografico (e l'album che aveva in mano anche quando pesava centoundici chili era "Rosso Relativo", mica un EP qualunque). Ai tempi in cui imperversavano le boyband, anche i maschi dovevano essere "carini", noi donne dobbiamo essere sempre e da sempre splendide, perfette. Nemmeno "un tipo", non basta. Magari la narrazione social sarà diversa oggi come oggi, ma la realtà non è cambiata di una virgola: sii quello che un etero sogna e che un omosessuale vorrebbe essere. Un po' meno, non funziona. Ossia, non vende. Punto. Di partenza, forse un giorno.