Sotto il Governo più a Destra che l'Italica Repubblica abbia visto mai, ecco incedere a passo dell'oca la tv che fagocita l'apologia del fascismo e la sbatte in primetime mandando in scena i soliti triti siparietti ma stavolta in salsa dux. Nell'ultima settimana è successo a Ballando con le Stelle dove Enrico Montesano ha sfoggiato in sala prove una maglia inneggiante alla Decima Mas. Mentre sull'ammiraglia del Biscione un'influencer biondina si struccava canticchiando Faccetta Nera. Grandi polemiche social, dibattiti, approfondimenti, ilmionomeèmaipiùligajovapelù ma soprattutto un'enorme ipocrisia intorno ai misfatti. Perché, signori non siamo più nei primi Duemila, all'interno di qualunque reality (o talent) non si muove foglia che autore non voglia. È tutto scritto, si sa, come le letterine dei marmocchi a Babbo Natale. Ed è così che, al netto di squalifiche e grossi aggrottamenti di arcate sopraccigliari, sorge la tv fascio-chic. Già più virale della Milano Fashion Week. Per fortuna, però, si impicca da sola. Memento audience semper.
Dev'esserci (stata) della funerea disperazione. E già si suborava dai casting. Basti notare come per questa edizione di Ballando con le Stelle, gli autori siano andati a de-criogenizzare Enrico Montesano. I talent sono fatti anche di mostri sacri, certo. La quota Orietta Berti, però, questa volta è stata coperta da un personaggio che ha passato l'intera pandemia travestito da V per Vendetta ad aizzare i pur sempre timidi No-Vax contro il green pass, le banche, il Governo, perfino contro la stessa Rai. Montesano scese pure in piazza, andò da Giletti, rilasciò dichiarazioni furiose all'AdnKronos e al gatto di casa ci possiamo immaginare. Ce lo possiamo immaginare tutti tranne Milly Carlucci & Co. che, F4 basiti, non comprendevano le polemiche del pubblico pagante canone una volta che il nome del mattatore romano venne ufficializatto nel cast della Banda Ballando. Credibilità voto zero.
E c'è un forte problema di credibilità anche se consideriamo il triste siparietto "fascista" che riguarda il caos Montesano. Durante la puntata di sabato 12 novembre, è stato trasmesso un filmato che mostrava le fatiche settimanali dello showman in sala prove per prepararsi all'esibizione. In quei pochi secondi (scelti da chi?), eccolo comparire con la maglia "incriminata". In onda nessuno fa un plissé, ma il giorno dopo la giudice Selvaggia twitta uno screen dell'accaduto, la Rai ritiene la scenetta "inaccettabile" e dirama immantinente la squalifica per l'Enrico furioso (che coglie l'occasione per proclamarsi da sempre "compagno"). Nessuno aveva notato la gigantesca scritta "Decima Mas" nella stessa sala prove? Al montaggio? In diretta? No. C'è voluta la moviola in campo. V per vigliaccata.
Nel frattempo, è la prima volta in diciassette edizioni di show che si conta una polemica al passo dell'oca. Questo mentre la corazzata Mediaset del Grande Fratello Vip ci ha appena mostrato la new entry Micol Incorvaia canticchiare Faccetta Nera in fase di beauty routine mattutina. Si parla(va) di squlifica imminente anche per lei, almeno prima che la casa più sbertucciata d'Italia non diventasse un focolaio di Covid-19. Ed è già caccia al paziente zero, mentre la pazienza del telespettatore viene messa a dura, durissima prova. Pure perché, prima di parlare di "squalifica", bisognerebbe capire che tipo di qualifiche abbiano moltissimi sciagurati del cast per assurgere al ruolo di "Vip". Ma più non dimandiamo.
Pandemia, bullismo, gender, truffe sentimentali online e narcisismi un tanto al chilo sono già diventati parte integrante della scaletta di pressoché ogni programma tv. Provocando anche non pochi danni data l'estrema banalizzazione di qualuque tematica per via dell'intrinseca velocità dei tempi televisivi e di una certa, tradizionale pigrizia autoriale. Non lasciamo, questo no, che anche il fascismo diventi uno dei tanti #trend possibili su cui inscenare mesti siparietti. Aridatece corna, amorazzi e bestemmie su cui starnazzare, il fascismo non è materia di discussione né cultura trash pop. Se siamo abbastanza fortunati, stavolta s'impiccherà da solo. La normalizzazione, parola sempre orrenda, passa attraverso la via del mainstream: una maglietta su Rai 1, una canzonetta su Canale 5. Ed è subito polemica, dibattito fervente, qualcosa di cui parla pure nonna. Possiamo tornare a questionare su chi s'ingroppa chi, per cortesia?