Fa certamente ridere che Fratelli d’Italia e in generale la maggioranza di governo parlino di impresentabili alle elezioni, in questo caso le regionali. Stavolta se la prendono con Donatella Di Cesare, che potrebbe diventare la capolista della squadra di Pasquale Tridico. Inaccettabile, per quelli che lei qualche mese fa aveva già definito “architetti del linciaggio”. E il motivo sarebbe un tweet della filosofa, docente alla Sapienza, dopo la morte della brigatista Barbara Balzerani. Il tweet era questo: “La tua rivoluzione è stata anche la mia. Le vie diverse non cancellano le idee. Con malinconia un addio alla compagna Luna”. E già la semplice comprensione del testo basterebbe a scagionare Di Cesare da qualsiasi accusa di piacioneria nei confronti del terrorismo rosso: “Le vie diverse non cancellano le idee”. Le vie diverse. Più chiari di così… Non basta, se gli indignati di destra prendessero l’abitudine di leggere e, tra le tante cose, decidessero di prendere in mano un libro della filosofa, capirebbero facilmente qual è l’orientamento politico, radicalmente democratico, di Di Cesare. Basti pensare al suo ultimo libro, uno dei saggi più interessanti usciti in Italia nel 2024, Democrazia e anarchia: il potere nella polis (Einaudi, 2024), in cui sostiene che la vera natura della democrazia non sia quella di un sistema costituito, di un regime, come si usa dire nelle scienze politiche, ma un farsi, un progetto dinamico, costantemente in trasformare. Insomma, un dialogo continuo. Lo stesso che la maggioranza, al potere in una democrazia, dovrebbero avere il dovere morale di impostare con le forze di opposizione. Cosa che, evidentemente, non fanno. Attaccandosi a un tweet per altro.

Fa sorridere pensare, poi, a come sbracciano, rigidi e puritani, contro una filosofa con una bibliografia alle spalle, un’opera, un pensiero da decifrare e che impedisce categoricamente di ispirare rutti e ruggiti contro di lei per qualche carattere pubblicato online. A differenza, invece, di chi in effetti non ha mai dato prova di grande complessità intellettuale. Davvero Fratelli d’Italia ha da insegnare qualcosa in fatto di comportamenti a Donatella Di Cesare? Non ricordano il viceministro alle Infrastrutture Galeazzo Bignami vestito da SS a Carnevale? E visto che di parole si parla, non ricordano, neanche un anno fa, le parole del viceministro degli Esteri Edmondo Cirelli, che durante la presentazione di un saggio di Italo Bocchino parlava del fascismo come di un’epoca contrassegnata da “uno spirito di libertà straordinario”? E il busto di Mussolini del presidente del Senato? E l’inchiesta di Fanpage su alcune mele marce, a voler essere gentili, nella sezione giovanile di Fratelli d’Italia? Davvero la maggioranza si scandalizza per un tweet di Donatella Di Cesare? Non è neanche un atteggiamento particolarmente originale, visto che di ipocrisia si tratta. E pure volessero sforzarsi di trovare un buon motivo per attaccare Di Cesare, quello stesso motivo varrebbe a fortiori per loro. In fondo l’immagine pubblica è come un paio di mutande: meglio pensare alla propria, onde evitare di ritrovarsela sporca.
