image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca Nera
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • Sport
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Calcio
  • Volley
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca Nera
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • Sport
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • calcio
  • Volley
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Cover Story
  • Topic
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Attualità

Ma avete visto il nuovo Quadro finanziario dell’Ue? Ora sono caz*i per il Sud Italia ma nessuno dice niente: e da dove prendono i 50 miliardi per l’Ucraina?

  • di Paolo Gambi Paolo Gambi

2 settembre 2025

Ma avete visto il nuovo Quadro finanziario dell’Ue? Ora sono caz*i per il Sud Italia ma nessuno dice niente: e da dove prendono i 50 miliardi per l’Ucraina?
La Commissione Europea sta preparando il Quadro finanziario pluriennale 2028-2034, in cui si indicano gli investimenti e la distribuzione delle risorse in base all’area e agli scopi. Ma ci sono due cose di cui nessuno sta parlando, i soldi destinati all’Ucraina e le spese per l’agricoltura, che peseranno su vari Paesi. Ma anche sull’Italia…

di Paolo Gambi Paolo Gambi

C’è un rumore che non si sente ma che rimbomba nelle istituzioni europee. Non è il brusio delle piazze né il dibattito acceso dei parlamenti nazionali. È il silenzio ovattato dei corridoi di Bruxelles, dove la Commissione Europea prepara il Quadro Finanziario Pluriennale 2028–2034, un documento tecnico solo in apparenza. In realtà è la bussola che stabilirà chi avrà risorse e chi resterà a mani vuote fino al 2035. Un destino tracciato senza che i cittadini abbiano voce.

La favola dei fondi che spariscono

Il piano presentato dalla Commissione e pubblicato sui siti istituzionali mostra un’Europa che sembra dimenticare i suoi principi fondativi. I fondi di coesione, che servivano a ridurre le disparità tra regioni, calano in termini reali. Gli aiuti all’agricoltura, già sotto pressione per i costi crescenti e le regole ambientali più severe, non tengono il passo con l’inflazione. Chi subisce di più questa contrazione? Polonia, Ungheria, Romania, Bulgaria, il Sud Italia, le campagne di Spagna e Portogallo, le zone rurali di Irlanda e Paesi Baltici. Sono le periferie, i margini dell’Unione, quelle terre che avrebbero più bisogno di sostegno per non scivolare nella marginalità definitiva. Mentre i rubinetti si chiudono per loro, si aprono invece per altri. La Commissione prevede 50 miliardi di euro aggiuntivi tra il 2024 e il 2027 per l’Ucraina, attraverso lo strumento chiamato Ukraine Facility. Obiettivo dichiarato: sostenere un Paese aggredito. Ma qui emerge l’assurdo. Non ci sono nuove fonti di entrata. Non si parla di tasse sulle transazioni finanziarie, né di emissioni comuni. Quelle risorse saranno sottratte a ciò che già era destinato ai cittadini europei. Non un investimento aggiuntivo, ma un travaso. Una coperta già corta che lascia scoperti i piedi dei popoli europei per coprire le scelte geopolitiche della Commissione.

Ursula von der Leyen

La democrazia che si fa evanescente

Non è solo questione di numeri. Ciò che conta davvero è il metodo, e il metodo racconta una storia inquietante. La Commissione introduce tre strumenti nuovi e potenti: il Flexibility Instrument, la Solidarity and Emergency Aid Reserve e il Single Margin Instrument. Nomi burocratici, quasi innocui. Dietro, però, si nasconde un accentramento senza precedenti. Questi strumenti consentono alla Commissione di spostare miliardi con rapidità, dichiarando emergenze, senza il passaggio del Consiglio o del Parlamento. La logica è semplice e pericolosa. Se esiste una “crisi”, i fondi possono essere riallocati. Ma che cos’è una crisi? Può esserlo la migrazione, la difesa, l’energia, la politica estera. Termini larghi, indefiniti, manipolabili. Basta un’etichetta e le risorse cambiano destinazione. Così il governo dei popoli si trasforma nel governo delle parole. Dietro queste scelte si cela un deficit democratico profondo. Le decisioni vengono prese nelle stanze dei “tecnici”, lontano dagli occhi dei cittadini. Nessuna consultazione pubblica, nessun vero controllo parlamentare. Molti parlamentari europei stessi denunciano che i fondi vengono distribuiti non sulla base di criteri oggettivi, ma secondo equilibri politici, amicizie e alleanze. Così la fiducia dei popoli si consuma, goccia dopo goccia, in un mare di opacità.

L’ombra lunga sull’economia reale

Le conseguenze non sono astratte. Se i fondi di coesione calano, i divari tra regioni cresceranno. Se gli aiuti all’agricoltura stagnano, i piccoli e medi agricoltori saranno schiacciati dall’aumento dei costi. Se le risorse vengono dirottate su priorità geopolitiche, le aree rurali di Italia, Spagna, Portogallo, i villaggi dell’Est, le province orientali della Germania resteranno sempre più indietro. È il contrario della missione originaria dell’Unione, che voleva ridurre le disuguaglianze e creare equilibrio. Mentre i territori fragili arretrano, prosperano i grandi fondi centralizzati. Piattaforme come lo European Sovereignty Fund o il Strategic Technologies for Europe Platform raccolgono sempre più risorse, ma distribuite in maniera opaca. Chi vince sono i giganti tecnologici e industriali, chi perde sono le comunità locali.

La politica nascosta dietro l’emergenza

C’è un’altra ombra più sottile. La Commissione può dichiarare “crisi” un qualsiasi evento. E in nome dell’urgenza può mobilitare fondi senza dibattito. Un incendio, una ondata migratoria, una tensione internazionale, tutto può essere definito emergenza. Così miliardi vengono spostati senza rendicontazione chiara, senza che i cittadini ne sappiano nulla. La responsabilità politica si dissolve, nessuno risponde davvero delle scelte. Il concetto stesso di democrazia si affievolisce. L’Unione Europea rischia di diventare una macchina che concentra ricchezza e decisioni al centro, lasciando le periferie più povere e senza voce. Non è solo questione di fondi che mancano. È questione di fiducia che muore. Senza trasparenza, senza equilibrio, senza partecipazione dei cittadini, la speranza europea evapora. Il vero pericolo non è che manchino i soldi. Il vero pericolo è che, mentre si spendono dietro porte chiuse, la democrazia stessa venga consumata in silenzio.

https://mowmag.com/?nl=1

More

Abbiamo letto “I quattro che predissero la fine del mondo” di Abel Quentin, ma com’è? Gli scienziati del rapporto sulla crisi climatica si sbagliavano, ma ci scrivono ancora libri

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

MOW BOOK REVIEW

Abbiamo letto “I quattro che predissero la fine del mondo” di Abel Quentin, ma com’è? Gli scienziati del rapporto sulla crisi climatica si sbagliavano, ma ci scrivono ancora libri

Massoneria, ricatti e suinici scatti: non lo vogliono tra i seggioni? A Prato (e in FdI) è fratricidio d’Italia per Tommaso Cocci e no, non sono stati gli avversari politici…

di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

FraUccelli d'Italia

Massoneria, ricatti e suinici scatti: non lo vogliono tra i seggioni? A Prato (e in FdI) è fratricidio d’Italia per  Tommaso Cocci e no, non sono stati gli avversari politici…

La Global Sumud Flotilla verso Gaza è un evento epocale, come le proteste contro le guerre in Vietnam e in Iraq: 50 navi, 44 Paesi e migliaia di persone in giro per il mondo ci spiegano cos’è la democrazia

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

Si fa la storia

La Global Sumud Flotilla verso Gaza è un evento epocale, come le proteste contro le guerre in Vietnam e in Iraq: 50 navi, 44 Paesi e migliaia di persone in giro per il mondo ci spiegano cos’è la democrazia

Tag

  • Italia
  • Ucraina
  • Politica
  • Economia
  • Attualità
  • Unione Europea
  • Europa

Top Stories

  • Il progetto del Ponte sullo Stretto è una boiata pazzesca. Chatgpt lo ha fatto meglio e ci fa risparmiare 8 miliardi subito e il 40% nel futuro

    di Ottavio Cappellani

    Il progetto del Ponte sullo Stretto è una boiata pazzesca. Chatgpt lo ha fatto meglio e ci fa risparmiare 8 miliardi subito e il 40% nel futuro
  • Delitto di Garlasco, la villa dove viveva Alberto Stasi non si riesce a vendere: nessuno vuole la casa di uno che ha ammazzato la fidanzata? E se invece di un assassino fosse innocente?

    di Giulia Ciriaci

    Delitto di Garlasco, la villa dove viveva Alberto Stasi non si riesce a vendere: nessuno vuole la casa di uno che ha ammazzato la fidanzata? E se invece di un assassino fosse innocente?
  • In Italia tutte le nomine culturali sono politiche, dai tempi dei tempi, da sinistra a destra. Come mai su Beatrice Venezi questo casino? Cosa ci sfugge? Chissà

    di Ottavio Cappellani

    In Italia tutte le nomine culturali sono politiche, dai tempi dei tempi, da sinistra a destra. Come mai su Beatrice Venezi questo casino? Cosa ci sfugge? Chissà
  • La mente di Sinner “copiata” dalla Cina? Pechino avrebbe hackerato i suoi dati cerebrali (e quelli di Leclerc, Shiffrin e Swiatek) per usi militari: “Vogliono creare un super soldato...”

    di Federico Giuliani

    La mente di Sinner “copiata” dalla Cina? Pechino avrebbe hackerato i suoi dati cerebrali (e quelli di Leclerc, Shiffrin e Swiatek) per usi militari: “Vogliono creare un super soldato...”
  • La curva Nord è tornata a San Siro. Ecco com’è andata tra riunioni al Baretto, l’applauso allo striscione e social

    di Domenico Agrizzi

    La curva Nord è tornata a San Siro. Ecco com’è andata tra riunioni al Baretto, l’applauso allo striscione e social
  • Mentre all'estero l'Opera Lirica è innovativa in Italia è roba da parrucconi. Se volete consigli rivolgetevi pure a noi

    di Ottavio Cappellani

    Mentre all'estero l'Opera Lirica è innovativa in Italia è roba da parrucconi. Se volete consigli rivolgetevi pure a noi

di Paolo Gambi Paolo Gambi

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore [email protected]

Next

Il grande ritorno al Sud: perché i millennials (ma anche i boomers) stanno lasciando il Nord Italia

di Leonardo Caffo

Il grande ritorno al Sud: perché i millennials (ma anche i boomers) stanno lasciando il Nord Italia
Next Next

Il grande ritorno al Sud: perché i millennials (ma anche i boomers)...

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy