Il ministro della transizione ecologica, Roberto Cingolani, ne è sicuro: il gas per le case e le aziende degli italiani nel prossimo autunno-inverno non mancherà. Ne è talmente certo, scrive il Fatto Quotidiano, da sfidare la realtà dei numeri. In conferenza stampa, a fianco del premier Mario Draghi, il ministro ha affrontato il nodo della dipendenza energetica dalla Russia: secondo Cingolani, l’ammanco del 30%, corrispondente a 10 milioni di metri cubi al giorno ora, in estate, e a 30 milioni nei mesi invernali, sono stati per adesso sostituiti costando “un botto”, ma da ottobre in poi non ci sarebbe evidenza che esistano forniture di copertura per il restante. Il titolare del dicastero ecologico ha inoltre promesso 7/8 miliardi di metri cubi, cifra che potrebbe fondarsi sul gas proveniente dall’Algeria (6 miliardi). Ma secondo il giornale di Marco Travaglio non risultano contrattazioni, né vendite già operative alle multiutility della penisola.
Quanto allo stoccaggio, cioè alla “messa in sicurezza” immagazzinando materia prima, secondo il punto di vista del Fatto non può fare da sostituto del gas dalla Russia, essendo una modalità standard che già viene esaurita normalmente fino al 14% per venire incontro al momento di picco della domanda in inverno. Fra i numeri snocciolati da Cingolani, infine, ci sono 18 miliardi di rifornimenti addizionali nel 2023 e 25 nel 2024, grazie a Congo, Angola ed Egitto. Peccato che in questi Paesi, sempre secondo il Fatto, estrazione e trasporto siano a livello zero. Senza contare che lui stesso ha dovuto ammettere che non esistono rigassificatori per ricevere gas naturale liquido, se non in una futura struttura prevista a Piombino. Per finire, non è mancata l’obbligata citazione delle rinnovabili, esattamente per 8 Gw nel 2023/2024, a cui però dai dati disponibili corrisponde un magro 1 Gw. Il governo uscente dà per escluso un razionamento, che invece è già dato per sicuro dall’industria. E che altrettanto sicuramente sarà una misura auto-imposta da parte dei privati cittadini gravati da un caro bollette mai così alto in così poco tempo.
Nel frattempo è uscita la notizia che "la Russia sta bruciando il gas in eccesso che non esporta nei paesi europei". Lo riporta El Mundo citando la televisione finlandese Yle, secondo cui le immagini satellitari del sistema di monitoraggio degli incendi della Nasa mostrano le fiamme nella stazione di compressione di Portovaya, di proprietà di Gazprom. Il servizio della NASA mostra incendi non dichiarati vicino alla stazione di Portovaya da metà giugno, cioè dal momento in cui - ricorda il media spagnolo - sono state limitate le consegne del Nord Stream 1.