E niente, l’Ita(g)lia un paese profondamente sessista e pruriginoso e borghese. Siamo stati tutti lì a parlare della “palpata” (obbligatoriamente tra virgolette, perché neanche so se sia il termine adeguato per descrivere quello specifico gesto) di Memo Remigi a… a… niente, non me lo ricordo e mi scoccia fare la ricerca su Google, quando stiamo parlando di un uomo di 84 anni e io a 84 anni avrò un tono muscolare per cui le mie braccia se ne andranno per i fatti loro e mi capiterà di palpare, che ne so, polpacci, caviglie (mentre sono in preda a un qualche colpo della strega), barcollerò appoggiandomi a tette, orecchie, nasi o cose del genere, mentre se un uomo palpa un altro uomo tutti a tacere.
Sto parlando, ovviamente, della palpata, passata del tutto inosservata, di Massimo Giletti a Morgan durante una puntata di “Non è l’Arena”: palpata premeditata, voluta, minuziosamente preparata e che aveva tutta l’allure di un vero e proprio agguato, anche perché di Massimo Giletti possiamo dire tutto quello che vogliamo (a me piace) ma dobbiamo essere tutti d’accordo su una cosa: egli è felpato. Si avvicina da dietro che neanche un gatto.
Cosa è successo durante quella puntata?
Si parlava di immigrazione, con il collegamento dal porto di Catania e tutto il giusto repertorio informativo e tra gli ospiti figurava un Morgan in gran forma. In gran forma rispetto alle parole di Massimo Gramellini che in un articolo lo ha descritto come una scheggia impazzita destinato (ove avesse un qualche incarico) a durare poco perché non in grado di gestire se stesso (parole molto offensive a orecchie borghesi ma abbastanza serene alle mie, io non so gestirmi, non sono proprio portato e devo confessare di provare un fondato terrore di fronte alle persone che sanno gestire se stessi e la propria vita). Quello che proprio non ho capito, nel pezzo di Gramellini, è stato questo descrivere Morgan quale un ingestibile eccentrico come se la compagine di governo attuale fosse composto da persone pacate, moderate, eleganti, istituzionali, quando, secondo me, ma è una mia opinione (e credo che anche il diretto interessato concordi) in un governo in cui Ignazio La Russa è presidente del Senato, Morgan mi sembra un elemento pacatamente istituzionale, moderato, riflessivo, diciamo che in questo governo la figura di Morgan assume nella mia mente i connotati understatement di una Nilde Iotti, di una Rita Levi di Montalcini, di una Tina Anselmi. E, durante la trasmissione di Massimo Giletti, egli mi ha dato proprio questa impressione, cantando la splendida canzone di Franco Battiato “Gli uccelli” (“Migrano gli uccelli migrano”) quando forse nessuno se lo sarebbe aspettato da chi sta aspettando una nomina da un governo che agli uccelli che migrano vorrebbe, metaforicamente, sparare un bel colpo di doppietta (Morgan si è lamentato di una dissonanza nella scrittura degli accordi, ma quella dissonanza era la stessa dissonanza di chi si è mostrato umano mentre altri, che Gramellini definirebbe seri e pacati, suppongo, sono lì con la bava alla bocca contro quella trentina di disperati rimasti sulla Humanity1). Ma ecco che poi Morgan intona Tenco.
Adesso: Morgan ha vinto due volte la Targa Tenco, e Morgan che canta Tenco, per chi apprezza entrambi, è un momento che ha del serio e pacato, come un intervento di Nilde Iotti in Parlamento o il discorso di fine anno di Mattarella (aggiungerei poi che Morgan stava cantando “Hobby”, testo carissimo a me, a Franco Battiato, a Manlio Sgalambro e ovviamente anche a Morgan che lo cita in apertura di “Fuori dal Tempo” - “hai mai letto una rivista di meccanica?”).
Ed ecco che mentre Morgan si avvia verso la conclusione di “Hobby”, “La sera, per hobby / ti occupi di meccanica / pensa che io ho finito / E sono laureato / Eppure ho un grande handicap / non ci capisco niente” ecco che Giletti in versione felpatissima, camminando come su una nuvola, gli si avvicina da dietro e gli palpa d’improvviso la spalla, roba da infarto, lasciando Morgan terrificato come se Matteo Salvini avesse interrotto un discorso privato tra Nilde Iotti e Tina Anselmi invitandole entrambe al Papeetee. Ebbene, Morgan, anziché urlare di terrore, composto come Nilde Iotti anche questa volta. E niente: la coppia Giletti-Morgan batte la coppia Gramellini-Gramellini uno a zero.