Non si spengono le polemiche sul raduno degli Alpini a Rimini, a causa delle segnalazioni di molestie subite da moltissime donne e raccolte dal movimento femminista Non una di meno. Sono almeno 500 le segnalazioni e 160 i racconti, secondo quanto comunicato durante l’incontro tra vittime e avvocati, anche se per ora soltanto una ha sporto denuncia alle forze dell’ordine. “Non consideriamo necessario che ci siano delle denunce per credere alla verità delle molestie – ha dichiarato l’associazione – sappiamo che sono accadute, molte più di quelle che sono arrivate a noi. In questo caso però le denunce possono essere uno strumento in più perché le molestie che si ripetono a ogni Adunata non possano essere ignorate come in passato”. Le molestie, in questo caso, hanno riguardato approcci insistenti anche fisici, catcalling e apprezzamenti indesiderati da parte degli alpini. E ora spunta anche un vademecum, sempre di Non una di meno per garantire supporto legale a chiunque voglia denunciare, condiviso attraverso il profilo Facebook. Ma l’Associazione nazionale Alpini non ci sta a passare per l’organizzatrice di un evento che porta nelle città italiane “un’orda di violentatori” e ha risposto ai microfoni di Black List per MOW attraverso il suo capo ufficio stampa, Massimo Cortesi: “Condanniamo da sempre ogni episodio di maleducazione e violenza, ma Non una di meno già dai giorni precedenti aveva diffuso volantini con scritto: ‘alpino molesto se mi tocchi ti calpesto’ con i contatti per segnalare molestie. Rispetto a Trento, dove le avevamo denunciate per diffamazione, ora sembra che si fossero preparate per creare il caso”.
Cortesi, come sta vivendo l’Associazione nazionale Alpini queste accuse di molestie?
Ci addolorano, perché è stata fatta una sovrapposizione netta tra le molestie e la nostra associazione. Ma sono fatti lontanissimi da noi, perché da sempre predichiamo sentimenti di fratellanza, solidarietà e pace. È evidente che in una situazione dove si riuniscono centinaia di migliaia di persone è impossibile pensare che nessuno trascenda con comportamenti criticabili.
C’erano 400mila alpini a Rimini?
Non è così. Non c’erano 400mila alpini, perché non esistono. Siamo in tutto 252mila soci, dei quali 120mila hanno più di 75 anni, per cui dubito che fossero loro in giro di notte a fare gazzarra.
E quindi, cosa è accaduto?
Non è un problema degli alpini, ma della nostra società. Succedono per ogni grande assembramento, come concerti e manifestazioni. Paradosso per paradosso, mi piacerebbe che qualcuno promuovesse raccolte firme per chiudere le discoteche, dove ogni sabato sera ci sono ubriachi, feriti e molestati.
Le numerose segnalazioni si sono tradotte in pochissime denunce, per ora una, alle forze dell’ordine. Secondo voi questa circostanza diminuisce la gravità dell’accaduto?
Direi di no. Ha fatto bene la donna che si è è ritenuta molestata a denunciare. Noi condanniamo questi comportamenti, come ha detto il presidente, ed espelleremo chi si è macchiato chi ha sbagliato. Ma c’è da dire un’altra cosa. Io ero a Rimini da mercoledì, il giorno prima del raduno, e già allora giravano per la città volantini con scritto “alpino molesto se mi tocchi ti calpesto” con i contatti a Non una di meno per le segnalazioni. Hanno tutto il diritto di ricevere segnalazioni, ma sembra che si aspettassero queste cose. Chiedendolo prima, non dico che qualcuno sia invogliato a farlo, però… Anche perché il clima culturale è cambiato e quelle che erano accettate come goliardate non lo sono più.
Lei condivide questo cambiamento culturale?
Personalmente certi comportamenti li ritengo maleducati, una cafoneria. Ma da Non una di meno il concetto di molestia viene interpretato in modo molto estensivo. Per ora l’unica denuncia alle forze dell’ordine riguarda una ragazza che sarebbe stata circondata da quattro alpini, uno l’avrebbe presa per un braccio e lei si è divincolata e se ne è andata. Non è stata una aggressione. Il tono delle critiche, però, ha fatto passare sui social che un’orda di violentatori era calata su Rimini. Le 150 segnalazioni a Non una di meno vanno rapportate alle 450mila persone che erano presenti. È un rapporto di una “molestia” ogni tremila persone.
Sono pur sempre comportamenti che non andrebbero fatti, o no?
Se andate sul sito dell’Associazione Alpini c’è un decalogo delle adunate, dove chiediamo di tenere una serie di comportamenti, come non esagerare con il bere, non molestare le ragazze e non fare troppo rumore per non disturbare la cittadinanza dopo un certo orario. Ma già nel 2018 all’Adunata di Trento, sempre Non una di meno aveva sollevato lo stesso problema. Presentò una sorta di rimostranza, ma dopo che le avevamo querelate per diffamazione chiesero di collaborare con noi purché non proseguissimo l’azione penale. Diciamo che stavolta si erano preparate da tempo. Noi condanniamo ogni episodio di maleducazione ed espelliamo chiunque sbagli. Stiamo facendo gli accertamenti, però ricordiamoci che siamo una associazione. Le forze dell’ordine ci segnaleranno le persone che hanno sbagliato e prenderemo provvedimenti.