Ma gli italiani leggono ancora? Se non fosse chiaro abbastanza è solo una domanda retorica. No, non leggono. In compenso spendono gran parte del tempo viaggiando su treni in perenne ritardo. L’invettiva contro Trenitalia è talmente semplice e banale che non ha nemmeno senso spenderci troppo tempo. Tra continui e disastrosi imbarazzi, la mancata serietà delle ferrovie dello Stato è una delle poche certezze che ci rimangono nella vita. Detto questo: come si dilettano gli italiani sui treni per dimenticare il disagio continuo che sicuramente dovranno subire? Pare che l’unica gioia rimasta ormai sia quella della lettura. Trainline, app europea leader per la prenotazione di biglietti di treni e pullman, ci lascia con qualche speranza: ha recentemente commissionato all’istituto di ricerca Eumetra MR uno studio volto a indagare le tipologie di intrattenimento dei viaggiatori in treno.
Scopriamo insieme le preferenze di lettura del viaggiatore medio della Stazione Centrale a Milano. Quello disilluso, per intenderci. Lo scorso sabato 27 maggio, oltre 200 persone si sono fermate a chiacchierare di libri con tre delle più importanti booktoker italiane presso l’hub temporaneo di Trainline e hanno risposto a un questionario proprio su cosa avrebbero letto in treno: il 37% ha dichiarato di essere appassionato di libri di fantasy e fantascienza. Pare la scelta perfetta per dimenticare le disgrazie della vita quotidiana. La nostra società figlia della tecnologia principalmente naviga e chatta. Ma c’è anche il 29% dei passeggeri che legge durante i viaggi sui mezzi pubblici, e di essi la maggior parte preferisce ancora i libri cartacei rispetto alle versioni digitali: nonostante l'ampia diffusione dei dispositivi elettronici, la sensazione tattile e l'esperienza di leggere un libro tradizionale rimangono preferibili per la maggioranza delle persone. Forse per poterci piangere sopra senza bloccare uno schermo elettronico. Ma scaviamo ancora. Cosa leggono di interessante gli italiani in treno? Soprattutto gialli, romanzi di avventura, fantasy e fantascienza.
I titoli più citati dagli intervistati sono un mix di novità e di libri diventati classici intramontabili: da Hosseini, a Orwell, a Stephen King e Dan Brown, seguiti da Valerie Perrin, Ken Follet, J. R. R. Tolkien, Dumas, J. K. Rowling. L’unico nome che spicca tra gli italiani è quello di Elena Ferrante. Ma il dato più spaventosamente importante rimane questo: chi viaggia spesso in treno ha letto almeno un libro nell’ultimo anno, dato superiore all'81% relativo alla totalità degli italiani. Un solo libro in dodici mesi? Avete letto bene, non ci resta – come si suol dire- che piangere. E sì non siamo più nei secoli oscuri dove i libri erano appena stati “Inventati”, Gutemberg non è il nostro vicino di casa e il libro non è un oggetto di lusso per super ricchi. Ma andiamo avanti. Gli italiani leggono pochissimo e la cosa non sembra interessare a nessuno … di certo a nessuno dei nostri attuali politici. Con l’ultracelebre teorema del “con la cultura non si mangia”, è stata costruita un’impalcatura in grado di giustificare la totale mancanza di formazione intellettuale o qualsivoglia spirito critico. Libro, lo spauracchio del populista medio. Questo progressivo e inesorabile allontanamento dai libri ha effetti collaterali non da poco, e parliamo proprio del fenomeno in continuo aumento degli analfabeti funzionali. In Italia sono il 28% della popolazione. Non c’entra l’alfabetizzazione. Gli analfabeti funzionali sono perfettamente in grado di leggere/scrivere/far di conto, ma non sanno analizzare un testo e comprendere il messaggio. Ci pare basilare, no? E invece non lo è. Chiaramente meno si sanno comprendere e discernere informazioni più è complicato attuare scelte sensate, tornando a basarsi sull’istinto, e spesso sulla retorica. È incredibile pensare che proprio i nostri treni, quelli che tutti prima o poi nella vita abbiamo maledetto senza troppe cerimonie, siano, in questo caso, una piccola flebile luce di speranza nel cupo e triste universo della cultura odierna.