Dopo le ultime sconfitte (o comunque gli ultimi arretramenti) militari in Ucraina è possibile un golpe in Russia ai danni di Putin e dei suoi fedelissimi? Oppure le difficoltà sul campo rischiano di scatenare una escalation nucleare con conseguenze planetarie? In ogni caso non c’è molto da stare tranquilli, anzi. Andiamo con ordine, per quanto possibile in questo sanguinoso e sanguinario caos.
Secondo Christo Grozev del sito investigativo Bellingcat “è in atto uno scisma totale all’interno della lobby della guerra che non è destinato a concludersi in modo pacifico”. Il riferimento è alla “crepa” che si sarebbe aperta nel gruppo dirigente putiniano. Inoltre fonti di intelligence americana e ucraina avrebbero riferito al Washington Post che anche l’ultimo scambio di prigionieri – cinque condannati del Battaglione Azov in cambio dell’oligarca Viktor Medvedchuk, potenziale capo del governo da far insediare al posto di Zelensky – sarebbe stato deciso da Putin contro la volontà dell’Fsb, i servizi segreti di Mosca.
Verità? Propaganda o contropropaganda? Difficile, se non impossibile, stabilirlo con certezza. Peraltro non è che ci sia necessariamente da sperare in un golpe: secondo Leonid Bershidskij, ex direttore del quotidiano russo Vedomosti da anni esiliato a Berlino, infatti, “sarebbe saggio prepararsi a un golpe di estrema destra”. Questo considerando le critiche espresse pubblicamente da parte di figure come quella del leader ceceno Kadyrov. E in questo si intereseca anche il tema della bomba atomica, perché, dopo il ritiro dalla città di Lyman confermato dal Ministero della difesa russo, i nazionalisti avrebbero chiesto le teste dei generali, invocando la legge marziale e pure l’uso di armi nucleari (perlomeno “tattiche”).
Cosa farà Putin? Le parole del capo del Pentagono Lloyd Austin sono al contempo molto inquietanti e minima parte rassicuranti: “Per essere chiari – ha detto alla Cnn – chi decide è uno. Non ci sono controlli su Putin. Come ha preso la decisione irresponsabile di invadere l’Ucraina, potrebbe prenderne un’altra. In questo momento però non vedo nulla che mi faccia credere che abbia già preso una decisione del genere”.
E non è stato certo distensivo l’ultimo intervento del presidente ucraino Volodymyr Zelensky: “Nove Paesi della Nato hanno sostenuto le aspirazioni dell'Ucraina di diventare un membro a pieno titolo dell'Alleanza. Ci stiamo muovendo in questa direzione. Sono sicuro che realizzeremo questo nostro progetto”. Se l’Ucraina entrasse nella Nato in questo momento significherebbe guerra mondiale a pieno titolo, visto che in base al principio di difesa collettiva dell’Alleanza atlantica la Nato è tenuta a seguire la linea secondo la quale un’aggressione a uno dei suoi membri equivale a un’aggressione a tutti. Guerra mondiale che d’altra parte secondo analisti come Fiona Hill in realtà si sta già combattendo, pur non dichiarandolo.
Secondo Piero Batacchi, direttore della Rivista Italiana Difesa (sentito dal Quotidiano Nazionale), “Putin, essendo perdente sul piano del conflitto convenzionale […] cerca di guadagnare tempo in attesa che si vedano gli effetti della mobilitazione, e sposta il confronto sul piano della guerra ibrida anche non convenzionale. E quindi, ventilando la minaccia atomica e agitando lo spettro di nuovi armi nucleari, probabilmente anche mettendo in atto il sabotaggio del gasdotto Nord Stream, cerca di impaurire le opinioni pubbliche occidentali. È un gioco nel quale i russi sono maestri dai tempi della guerra fredda”. E ancora: “Ormai è una partita di poker tra Putin e la Nato. Si gioca a carte coperte, con calcoli sottili, percezioni, e molti bluff. Il problema di questa partita è che se chiedi di vedere le carte e perdi, il rischio è che ti tirino una bomba atomica”. E se partisse la prima arma nucleare tattica, si creerebbe un precedente dagli esiti incontrollabili: “Come fare per evitare che Putin lo faccia è la domanda delle domande. Gli americani hanno fatto sapere che risponderanno duramente ma convenzionalmente. Può bastare a scoraggiare i russi? Fino a un certo punto, magari sì, ma se si superano quelli che per Putin sono i limiti intollerabili quello che ora è un bluff potrebbe diventare realtà. Il problema è che questi limiti sono nella testa di Putin, li conosce solo lui”. E anche sul golpe Batacchi non ci dà buone notizie: “Non sappiamo che esiti produrrebbe. Improbabile che nasca un governo democratico, più probabile arrivi un simil Putin ancora più duro, o, peggio ancora, il caos”.