Sono trascorsi quarant’anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, e i loro volti per tutto questo tempo sono rimasti gli stessi del 1983. O meglio, le fotografie che le ritraggono hanno risentito molto dell'usura del tempo. Brandelli di carta dell'epoca, appartenenti a un periodo in cui tutti andavano ancora a sviluppare i rullini in negozio. Nessuno, finora, si era mai preso la briga di restaurare quegli scatti sgualciti. Nel 1983 Roma fu tappezzata di cartelloni con la foto in bianco e nero di Emanuela con la fascetta nera tra i capelli, ed è questa l’immagine di lei che subito scatta alla mente pensandola. Lo stesso Mirella, con quel viso dolce incorniciato da una montagna di ricci. Entrambe così lontane, rimaste ancorate ad un passato che ora sembra così inafferrabile… Eppure, proprio in questi giorni, qualcuno ha compiuto la magia. Quelle foto ingiallite sono state restaurate, finalmente colorate in modo professionale e lo sguardo delle due ragazzine è tornato a parlarci. Adesso è come se queste foto fossero state scattate con uno Smartphone. Ma chi si è occupato di ridare nuova vita a Mirella ed Emanuela? Si tratta di un compositore di musica applicata alle immagini, Gregorj Cocco, originario di Cagliari ma residente ad Amsterdam, che noi di MOW abbiamo intervistato.
Ci ha raccontato lo “Spirito” che lo ha mosso nel realizzare queste elaborazioni fotografiche: “Le foto che ho restaurato sono soltanto un piccolo gesto, un misero gesto che parte qui dall’Olanda inoltrato a queste famiglie sofferenti. Persone buone, che hanno avuto la sciagura di portare una croce assurda da 40 anni. Non riesco neppure a immaginare la sofferenza che un essere umano possa patire in una situazione come quella che vivono (e che hanno vissuto) gli Orlandi e i Gregori. Un gesto istintivo, che gli è valsa la riconoscenza di un’infinità di persone che da sempre seguono con affetto i due casi, oltre che dalle due famiglie coinvolte: “Il mio gesto è scaturito unicamente da quest’afflizione che anch’io (come tanti Italiani) ho provato e provo per loro. Io non merito questa considerazione. Ci sono tanti professionisti che eseguono lavori in maniera eccelsa. Io, al loro cospetto sono niente più che un ruspante dell’elaborazione fotografica. Da qualche tempo ricevo tanti messaggi, ma anche questo fatto è per me del tutto inaspettato. Sono confuso e perplesso nel contempo”. Un gesto che parte dall’Olanda, dove, ci ha raccontato, il caso Orlandi e Gregori non è affatto discusso: “Qui non parlano di Emanuela. Specie sul randstad, le città più importanti, sono dei materialisti di prima categoria. Gli interessi sono prettamente individualistici e le conversazioni vertono su discorsi banali, ciò che noi in Italia siamo soliti chiamare come del più e del meno. Se non fossi capitato per caso sulla notizia che palrava di Pietro (ogni mattina do un'occhiata a google news) e della riapertura dell'indagine, probabilmente, ancora oggi, sarei li fermo, ancorato a ciò che ricordavo quando ero bambino”.
Le nuove foto, decisamente molto apprezzate, hanno già fatto il giro del web. Ma non finisce qui, perché Gregorj Cocco si è cimentato anche nella ricostruzione di due identikit di personaggi che al tempo erano stati identificati come i possibili rapitori. Anche qui il risultato è sorprendente. Gli uomini che pedinarono Emanuela e che l’avvicinarono davanti al Senato, che si appostarono vicino alla scuola di musica o nei pressi del bar della famiglia di Mirella ora saranno riconoscibili? L’inchiesta in Vaticano userà queste fotografie per aiutarsi nell’indagine che sta portando avanti? Magari sarebbe sufficiente inserire queste immagini nell’apposito sistema per ottenere subito un riscontro…