Matteo Bassetti non ha bisogno di presentazioni. Dopo il nostro articolo, torniamo a parlare, stavolta con lui, dei problemi del sistema sanitario nazionale, partendo dal fenomeno delle aggressioni al personale da parte di pazienti e parenti ("le pene devono essere dure, siamo come pubblici ufficiali") alla mancanza di empatia di alcuni medici e infermieri, con un'incursione anche nella politica per capire da dove derivino molti problemi, tra cui la mancanza di considerazione che i medici sono costretti a sopportare: "Il problema è la sinistra", e lamenta la poca competitività del ssn rispetto al privato, dove i professionisti vengono pagati meglio per via del merito e non dell'amichettismo.
Lei dall'inizio ha denunciato la questione della sicurezza del personale sanitario. Come mai assistiamo ancora a così tante aggressioni? Pensiamo al caso dell’aggressione alla psichiatra di Pisa.
Il caso della psichiatra di Pisa riguarda un paziente psichiatrico; quindi, una situazione molto particolare con pazienti affetti seguiti dai servizi di salute mentale che purtroppo oggi hanno una regolamentazione che probabilmente non funziona, perché il soggetto che ha ammazzato la collega avrebbe dovuto stare lontano dalla struttura, credo che avesse una sorta di foglio di via rispetto all'ospedale, ma nessuno è stato in grado di farglielo rispettare. Noi abbiamo avuto qui a Genova un episodio l'anno scorso in cui Alice Scagni è stata ammazzata da suo fratello, che era evidentemente un soggetto psichiatrico, che si trovava in uno stato di libertà, ma bisogna trovare una soluzione a questo problema. Nessuno vuole riaprire i manicomi, ma non è neanche giusto che chi in qualche modo è in grado di far male prossimo sia libero di farlo senza che nessuno intervenga.
A tal proposito la Lega ha parlato di rivedere la legge Basaglia.
Io non so se si debba rivedere la legge Basaglia, ma è certo che non è possibile che continuino ad accadere cose del genere. Io non sono uno psichiatra, ma da avere i manicomi, come era prima di questa legge, a non avere nulla c'è un mondo in mezzo. Ci sono delle situazioni particolari in cui è evidente che alcuni soggetti devono stare in strutture più simili a strutture detentive o comunque non completamente aperte, perché ogni volta che muore una persona o viene aggredita e ferita da parte di un paziente psichiatrico si dice sempre che non c'è un posto in cui questi pazienti devono stare, motivo per cui una soluzione va assolutamente trovata. Io non credo che sia giusto ripristinare i manicomi, ma non è neanche giusto questo totale e completo lassismo.
E per quanto riguarda le aggressioni nei confronti dei medici che non vedono coinvolti soggetti psichiatrici?
Questo è un grande capitolo che viene da lontano. Guardando indietro, negli ultimi vent'anni, si è parlato della classe medica unicamente come malasanità, tutto ciò fino a prima del covid. Ai media non importa se c'è un medico o un infermiere più bravo di un altro, che magari fa un intervento chirurgico di venti ore salvando la vita a qualcuno, che fa un trapianto particolare e che pubblica articoli a livello internazionale. La narrazione che c'è stata prima del covid vedeva sbattuti in prima pagina solo casi come il medico che ha operato la gamba destra invece di quella sinistra, come il medico che timbrava e andava a fare la spesa e tutto ciò ha fatto sì che le persone pensassero soltanto che dentro agli ospedali ci fossero fannulloni delinquenti, delle persone che facevano il loro lavoro non per passione ma perché non sapevano che altro fare. Culturalmente c’è quest’idea che in ospedale chi lavora non è lì per il bene del prossimo e quindi ciò si riversa nel fatto che le persone non hanno rispetto per queste figure, perché qualcuno gli ha inculcato nella mente che medici, infermieri e operatori sanitari, in generale, facciano sempre del male.
I provvedimenti in sede giudiziaria contro le aggressioni sono sufficienti?
Bisogna cominciare a prendere dei provvedimenti seri. Il medico deve essere equiparato al 100% alla figura del pubblico ufficiale. Dal giorno stesso in cui è stato commesso qualcosa di questo genere lo Stato deve perseguire quel soggetto. C'è bisogno di pene lunghe, pecuniarie e pesantissime e questo serve da subito perché la gente deve sapere che se metti le mani addosso un medico è esattamente come se le mettessi addosso a un carabiniere, vai in galera. Se spacchi il pronto soccorso devi essere immediatamente arrestato e, se fosse così, sono sicuro che ce ne sarebbero molti di meno di questi fatti.
Quindi sta parlando di certezza della pena?
Sì, assolutamente e anche di pene esemplari. Se iniziassimo a condannare dieci parenti o pazienti che hanno maltrattato o vessato un medico, la gente ci penserebbe molte volte prima di commettere un atto simile. Questo è ancora più importante del posto di polizia, perché il povero poliziotto sicuramente può servire, ma ha le mani legate, si può mettere in mezzo, ma se la persona che ha commesso il fatto sa di poter tornare a casa tranquilla come facciamo a cambiare le cose?
E dopo il covid cosa è cambiato?
Per un periodo, durante la pandemia, c'è stata una sorta di luna di miele, durata sei mesi, massimo un anno, in cui i medici erano diventati di colpo degli eroi, ma eravamo le stesse persone che poco prima venivano considerate dei delinquenti, perché abbiamo curato tutti, abbiamo fatto dei turni massacranti. Appena l'emergenza è passata, e mi riferisco al 2022 fondamentalmente, siamo tornati al punto di partenza. Quindi il problema che stiamo vivendo oggi non è nuovo, c'è sempre stato e l'unica differenza è che anche prima le cose avvenivano, il medico veniva preso a calci pugni e sputi ma nessuno lo diceva, oggi invece giustamente sono situazioni che vengono portate all'attenzione dell'opinione pubblica.
C’è anche un problema interno, organizzativo?
Si, perché la maggior parte di queste aggressioni avvengono nelle guardie mediche e nei pronti soccorsi, dove la gente ritiene doveroso essere visitata appena arriva e ritiene che la gravità della sua malattia non la stabilisca il triage, dove ci sono persone che hanno studiato per quello. Se al pronto soccorso ti viene assegnato un codice bianco, vuol dire che tu al pronto soccorso non ci dovevi andare. Per cui se quella persona con il codice bianco si trova ad attendere otto ore, è perché non c'è una gravità che impone di intervenire subito o perché al pronto soccorso non dovevi neanche recarti.
Però la gente magari va al Pronto Soccorso perché la medicina di base non è stata potenziata.
Infatti, da una parte questi casi avvengono quasi sempre o di notte o nei giorni festivi/prefestivi, che sono i giorni in cui la sanità territoriale non lavora e quindi sì, concordo, si va al pronto soccorso per qualcosa che dovrebbe essere gestito nell'ambito della medicina generale. Per fare un esempio, non si può recare in pronto soccorso una persona perché ha la febbre da due giorni, in casi come questo ci si dovrebbe recare dal proprio medico di base o il medico stesso dovrebbe andare a casa a visitare il paziente. Il problema fondamentale è quello di educare meglio, già dalle scuole, le persone a un uso appropriato e sensato del pronto soccorso e delle guardie mediche, perché altrimenti è come andare in un negozio di televisioni e chiedere un etto di prosciutto. Bisogna educare la gente a cosa può chiedere al pronto soccorso e alla guardia medica e soprattutto vanno rispettate in modo diverso le figure che si trovano in queste strutture. Non dimentichiamoci che dietro la figura di un medico o di un infermiere ci sono anni e anni di studio.
In altri Paesi c’è un trattamento diverso degli operatori sanitari?
Assolutamente sì. Il carico da novanta ce lo ha messo la sinistra, che ci reso dipendenti pubblici e quindi equiparati a tutti gli effetti a chi in qualche modo è un fannullone. Senza contare gli stipendi inferiori rispetto al resto dell’UE. La sanità è stata devastata dalla sinistra, la quale ha sindacalizzato e reso il SSN un sistema che fatica a stare in piedi. In questo Paese tutti devono guadagnare la stessa cifra, sia quelli più bravi che quelli meno bravi, tutti devono lavorare lo stesso orario. Siamo l'unico Paese al mondo in cui io, medico primario, devo timbrare il cartellino. Quando parlo con i miei colleghi francesi, spagnoli, tedeschi, inglesi e gli racconto che da primario devo timbrare il cartellino, quando in realtà dovrei lavorare per obiettivi, e faccio comunque molte più ore di quelle che dovrei fare, rimangono tutti basiti.
Che danni ha commesso la sinistra?
Cominciamo dalla legge Bindi, che ha causato la creazione di un sistema che fa acqua da tutte le parti. I più bravi oggi stanno andando a lavorare nel privato, fanno piena concorrenza al pubblico e guadagnano di più. Questo è un Paese in cui si pensa che il lavoro di medico vada fatto solo per passione e che quindi il guadagno è come se non dovesse esistere, ma è totalmente sbagliato, perché è vero che va fatto per passione, ma è altrettanto vero che non solo studiamo una quantità indefinita di anni, ma dobbiamo studiare per tutta la vita per tenerci aggiornati. In America nella “up society” ci sono medici e avvocati, qui da noi i medici non vengono proprio considerati.
Ma vogliamo dirlo quanto effettivamente guadagnano un medico e un infermiere di pronto soccorso?
Parlando di netto, un medico di pronto soccorso guadagna circa 2500 euro al mese e un infermiere non arriva oltre i 1500/1600 euro al mese. Io che sono arrivato al massimo della mia carriera (Direttore di clinica, Professore ordinario…) guadagno esattamente un terzo di quello che guadagna il mio collega di Nizza nello stesso identico ruolo (io sono a Genova, Nizza è a 250 km di distanza). È assurdo, è anormale, ma avviene perché noi siamo stati equiparati al pubblico, Per cui quando tu hai un grande dirigente che è un top level, lo stipendio massimo italiano è 240.000 € l'anno, per cui più di quello non puoi avere. Mi spiegate chi ci lavora nel pubblico se non è concorrenziale? Il problema del nostro sistema è di averlo livellato verso il basso. Il discorso che è stato fatto è questo: io ti formo, ti metto in ospedale e poi ti do la possibilità di andare a fare tutto quello che vuoi a livello privato con le “intra moenia”. Ma dovrebbe essere diverso, facendo andare avanti il merito e pagando di più chi è più bravo.
C'è anche un altro aspetto che va sottolineato, senza ovviamente cadere nella generalizzazione, che è la scarsa o nulla empatia di alcuni medici o infermieri. Come ci si comporta in questi casi?
Come non deve esserci nessun tipo di giustificazione nei confronti di un paziente o di un parente che mette le mani addosso o insulta o spacca il pronto soccorso, dall'altra parte se ci sono un medico o un infermiere che non fanno fino in fondo il proprio mestiere, che è anche quello di essere empatico, devono essere allontanati. Se fai il medico e ti si presenta una persona rispettosa, non puoi che essere empatico e rispettoso. Chi tratta male i pazienti deve essere assolutamente allontanato ed è per questo che parlo di meritocrazia, cosa che in Italia manca. Pensiamo al fatto che se un infermiere tratta male un paziente non può essere licenziato, il direttore generale non può prendere provvedimenti di questo tipo. Quello che secondo me invece è importante è che bisognerebbe arrivare a un punto in cui tanto quanto va punito il paziente o un parente che sbaglia, altrettanto bisogna punire la classe medica che sbaglia, per cui la prima volta si fa un richiamo, ma la seconda volta viene licenziato. Siamo in balia di sindacati e raccomandazioni e il clientelismo italiano è quello che noi oggi paghiamo. Se domani mattina un infermiere che lavora con me manca di rispetto a un paziente che me lo viene a dire, io lo prendo e lo rimprovero e sono molto severo ed è giusto che sia così. Se avessimo creato un sistema di aziendalizzazione ci sarebbe un maggior rispetto del paziente anche da parte nostra.
La classe medica non è così unita, vero?
Sì, vai da un medico che ti dice di prendere un determinato farmaco, dopo dieci minuti ti rechi da un altro medico che ti dice che quel farmaco non va bene e te ne vuole dare un altro, come il chirurgo che parla male del collega dicendoti magari che lui ti avrebbe operato meglio. Questo purtroppo è un grosso difetto che abbiamo noi medici e non abbiamo capito che quando ci comportiamo così stiamo facendo il nostro male e da questo punto di vista sicuramente dobbiamo crescere anche noi come classe medica. I colleghi dovrebbero rispettarsi.
Però ora c'è il Ministro Orazio Schillaci, uomo di grande esperienza, ma soprattutto un medico che tutelerà maggiormente la classe medica, no?
Io con Schillaci ho avuto delle interlocuzioni personali, è una persona veramente competente, che realmente conosce come stanno le cose per tutto il percorso che ha alle spalle. Abbiamo quindi finalmente la persona giusta al posto giusto dopo anni di Ministri della Salute inetti, salvo rare eccezioni. Dal mio punto di vista il Ministro della salute deve essere un tecnico e questo dovrebbe essere messo nero su bianco come requisito per ricoprire quel ruolo, perché non può esserci qualcuno che nella vita non è mai entrato in un ospedale, che non sa come funzioni il sistema sanitario nazionale e che non conosca a fondo tutte le dinamiche del caso. C'è stato qualche ministro che, pur non essendo medico, ha fatto qualcosa di positivo, ma sono veramente delle eccezioni.