L’esercito israeliano ha verificato che uno dei tre corpi rinvenuti dopo un attacco aereo nella Striscia di Gaza apparteneva a Yahya Sinwar, leader di Hamas e figura chiave dietro l’organizzazione degli attacchi del 7 ottobre. La notizia è emersa dopo che alcune immagini diffuse dai media israeliani mostravano il corpo di un uomo tra le macerie che potrebbe somigliare a Sinwar. Le forze israeliane, impegnate in operazioni di terra e aria nella regione, hanno riferito di aver aperto il fuoco su un gruppo di terroristi, senza sapere inizialmente che tra di loro potesse trovarsi Sinwar.
La conferma ufficiale dell'identità ha richiesto qualche ora, poiché sono stati fatti test del dna su tre corpi recuperati dal sito dell’attacco. Le autorità militari israeliane, insieme all’Agenzia di Sicurezza Israeliana (Isa), hanno poi determinato che uno dei terroristi uccisi era effettivamente Sinwar. I media israeliani hanno riportato che, una volta entrati nell'edificio, i soldati hanno notato che uno dei corpi presentava una somiglianza impressionante con il leader di Hamas.
La morte di Sinwar rappresenta un colpo significativo per Hamas e per la leadership dell’organizzazione. Sinwar, infatti, aveva assunto la guida politica del gruppo dopo la morte di Ishmail Haniyeh, anch’egli ucciso in un attacco israeliano a Teheran nel luglio scorso. Sinwar era ampiamente considerato l’architetto degli attacchi del 7 ottobre, in cui militanti di Hamas hanno compiuto attacchi coordinati contro civili israeliani, portando a centinaia di morti e feriti. Per Israele, Sinwar era considerato uno dei bersagli più preziosi, tanto da definirlo un “morto che cammina”.
La morte di Sinwar potrebbe segnare una svolta decisiva nel conflitto in corso. La sua figura era centrale non solo nella strategia militare di Hamas, ma anche nella gestione politica del gruppo. Sinwar, noto per il suo implacabile sostegno alla resistenza armata contro Israele, ha giocato un ruolo di primo piano nel radicalizzare il movimento e nel rafforzare i legami con l’Iran, il principale sostenitore di Hamas nella regione. La sua eliminazione potrebbe indebolire la capacità di Hamas di organizzare attacchi coordinati e potrebbe innescare una riorganizzazione all'interno del gruppo stesso.
Tuttavia, la situazione resta estremamente volatile. Nonostante l'eliminazione del leader, Hamas dispone ancora di una rete di comandanti e militanti pronti a prendere il suo posto, e la leadership del gruppo ha già dimostrato in passato di essere in grado di sopravvivere alla perdita di figure chiave. Israele, dal canto suo, è consapevole che la guerra contro Hamas non si conclude con la morte di un leader, ma richiede un impegno costante per neutralizzare la minaccia che il gruppo continua a rappresentare per la sicurezza dello Stato.
Inoltre, la morte di Sinwar potrebbe avere ripercussioni significative a livello regionale. Hezbollah, l’altro grande alleato dell’Iran nel conflitto con Israele, potrebbe reagire intensificando le ostilità lungo il confine libanese, mentre l’Iran stesso potrebbe adottare una posizione ancora più aggressiva. Il conflitto in Medio Oriente, già estremamente complesso, rischia di evolversi ulteriormente con conseguenze imprevedibili.
Israele continua le sue operazioni contro Hamas, cercando di colpire i punti nevralgici del gruppo e di ridurne la capacità operativa. La morte di Sinwar, rappresenta comunque una vittoria strategica per Israele, che si avvicina così al suo obiettivo di smantellare la leadership di Hamas e ripristinare la sicurezza dei suoi cittadini.