Roberto Parodi è un ottimo entertainer e anche ieri sera, a Fidenza, non si è sementito. Sceso dal palco, le foto con gli ammiratori e le ammiratrici. Noi lo aspettiamo per fare due chiacchiere e toccare l’unico punto che non ha sfiorato nell’ora abbondante che ha dedicato al pubblico della cittadina emiliana, in festa per il patrono (San Donnino) e letteralmente invasa di anime. Dopo il fuoco di fila di battute e osservazioni offerte al pubblico, alla nostra menzione di Israele, Parodi si fa assolutamente serio. Con la sua moto ha girato mezzo mondo: “Sono uno dei pochi – ci dice – che in moto è arrivato anche in Palestina. In quell’occasione ho constatato di persona, parlando con la gente, come l’odio, da una parte e dell’altra, venga scientemente alimentato attraverso l’educazione. Ai ragazzi israeliani, di generazione in generazione, insegnano che è giusto odiare i palestinesi. E viceversa. La soluzione è difficilissima, considerando che questo odio si è esteso alla questione americana, ossia: o con gli americani o contro gli americani. Tanti anni addietro, in Pakistan, parlavo con un patriarca che ci aveva ospitato perché si era rotta la moto del mio compagno di viaggio. Era appena stato eletto Obama e gli chiesi se percepisse l’elezione di un politico di colore alla guida della prima potenza mondiale come “una buona notizia”. Lui, ovviamente in ottica musulmana, e senza colpo ferire, mi rispose: “Conta poco, se non si risolve la questione palestinese”. Si possono dire tante cose, a proposito, credetemi. Io ho visto come vivono in Palestina. Una donna, per partorire, deve andare in Israele. Vivono in condizioni allucinanti. Dall’altra parte, a Tel Aviv, mi hanno detto: “Sì, ok, però ogni volta che prendo un autobus, ho paura di non arrivare a casa”.
Sul palco, in dialogo con Andrea Massari, sindaco di Fidenza, Roberto Parodi è stato invece il Parods che conosciamo. Spumeggiante, irriverente, provocatorio. Sul piatto, alcuni dei suoi temi forti: i social, i motori, il naziambientalismo. E il Pata Negra: “La pizza col Pata Negra è una di quelle cafonate che rappresentano molto bene i tempi che stiamo vivendo. C’è tanta gente che vuole dimostrare, facendosi fregare, di non essere povero. E la bistecca di Nusret ricoperta d’oro? Ma per favore. Milleduecento euro di bistecca quando una buona fiorentina Gallega, a Milano, costa 60/70 euro al chilo”. I social, in questo senso, sono il grande amplificatore. Di tutto. “Anche di enormi caz*ate”, osserva Parodi. “Come quel cretin*, su Instagram, che ferma quelli che stanno guidando un’auto sportiva da trecentomila euro. “Casualmente”, il pilota intervistato non è mai un gentleman attempato, un uomo d’azienda o cose del genere, ma sempre un idiota col cappellino, in tenuta da trapper. E alla domanda “ma cosa fai, tu, nella vita per potertela permettere?”, ovviamente il tizio non risponde “dirigo una banca, sono un notaio… Sono unico proprietario di una fabbrica di incudini!”… E no, troppo facile. Risponde: “Criptovalute. Tengo corsi a Dubai”. Ecco il mito di Dubai, luogo orripilante fra l’altro. Le criptovalute buttate negli occhi di ragazzi che a scuola viaggiano sul quattro fisso e dicono: beh, ma se c’è riuscito ‘sto pirla a fare successo, posso farcela anch’io, no?”. Ma Parodi ne ha anche per i travelblogger, “quelli che girano il mondo come scelta di vita. Dai, facciamo i contenuti da Bali. E chi caz*o ti sostiene economicamente? Te la cavi con tre contenuti da Bali e ventimila follower? Ma va…”. Le illusioni di oggi, abilmente spernacchiate.
“L’ambiente è un’enorme sfida per il presente e il futuro, ma i naziambientalisti li odio. Cerchiamo di capirci: L’Italia ha firmato il Protocollo di Kyoto e nel giro di quindici anni ha dimezzato, così come le altre nazioni europee firmatarie, l’emissione di CO2. Stati Uniti, Cina e India non hanno firmato quel Protocollo. L’Italia emette lo 0.8% di CO2 al mondo. L’intera Europa l’8% di CO2 al mondo. E tu, naziambientalista, rompi le palle a me che devo viaggiare – magari per lavoro – sulla via Emilia dopo che, giustamente eh!, pago le tasse per migliorare tutto ciò che è ambiente, mi sono dovuto comprare l’auto euro 10, non posso varcare le ztl delle nostre città, e ho cambiato la caldaia? Cioè, rompete le palle ai più virtuosi in assoluto? E badate, io sono ambientalista. Ho un’auto turbodiesel, “il naftone” – che oggi solo a dire turbodiesel sei già un criminale –, a cui ho messo un piccolo impianto da circa tremila euro per non inquinare. E che mi è costato comunque meno che comprare un’auto nuova da trentamila euro”. “Io credo che a Strasburgo – prosegue – mandino i politici più scemi in assoluto, gente che legifera sull’immigrazione senza aver mai incontrato il sindaco di Lampedusa, per dire. Dicono: dal 2035 non si potranno più vendere auto a motore termico. Ciò significa buttare nel cesso decenni di know-how. Non solo sulle auto, ma sui componenti. Semplicemente, non si vogliono valutare alternative”. Il pubblico sorride, annuisce, si appassiona alle sorti del “naftone”. Parodi devia sui vini (“al supermercato non spendete mai meno di 8 euro, ma dagli 8 euro in su potete trovare vini ottimi”), per poi planare su una Milano sempre meno verde. “Milano ha pochissimi alberi, nonostante il nostro sindaco, quando si parla di verde e di ciclabili, ami fare il paragone con Amsterdam. Peccato che però da noi le ciclabili vengano costruite male, ma questo è un altro discorso. Beh, io nel mio piccolo, pianto illegalmente degli alberi di 4-5 metri l’uno, per dimostrare che a Milano lo spazio per gli alberi c’è, manca solo la volontà di creare aree verdi. Una volta piantati, gli alberi vengono adottati da chi ci abita attorno, che è ben felice di vedere un po’ di verde. Sì, su questo il naziambientalista sono io. Però quando gli attivisti imbrattano le statue, si prendono una valanga di insulti. Io invece ho l’appoggio di tutti”.