La criminologa Roberta Bruzzone ha pubblicato un libro sul caso di Mirella Gregori, quindicenne scomparsa a Roma il 7 maggio 1983, “Viaggio in un’indagine imperfetta. Studio e analisi degli atti”. Il caso di Mirella, fin da subito, fu legato a quello della cittadina vaticana Emanuela Orlandi, di cui si sono perse le tracce il 22 giugno 1983. Scomparse a più di un mese di distanza l’una dall’altra, entrambe quindicenni. Questo ad unirle, ma i due casi hanno davvero dei punti in comune? A questo Roberta Bruzzone ha risposto in un’intervista al Fatto Quotidiano: “Le scomparse di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori sono due casi separati. Qualcuno ha tentato di riunire i destini di Mirella ed Emanuela per creare un velo oscuro su entrambe. Averli accomunati è stata solo un’opera di suggestione per far credere ci fosse una mano comune. Nessuno gestisce un sequestro senza fare subito delle richieste, è fuori da ogni logica”.
E cosa è accaduto a Mirella quel pomeriggio? Secondo Roberta Bruzzone non è stata rapita: “Per me si tratta senza dubbio di un omicidio con soppressione di cadavere. Dai diari della ragazza è emerso un profilo vittimologico preciso. Quel giorno, qualcosa è andato oltre le intenzioni del soggetto che ha incontrato che non era di certo uno sconosciuto. Qualcosa di non prevedibile a cui Mirella si è sottratta. Sarà stata poi aggredita in seguito a questo suo rifiuto, è stata uccisa e il suo corpo è stato occultato”. È come se Mirella uscendo di casa quel giorno fosse stata inghiottita dalla terra, e purtroppo, forse complice anche l’Unione al caso Orlandi, non è mai stata cercata sul serio: “Purtroppo non è che sia stata fatta questa gran ricerca di Mirella all’epoca, nessuno l’ha cercata in maniera puntuale nelle prime settimane e pochissime persone furono sentite dagli inquirenti. Per questo ho dedicato il libro a quei pochi che l’hanno cercata”.