Anche i figli dei campioni vengono aggrediti. Come tutti d’altronde. Siamo a Torino, in pieno Centro, ed è sera. In auto una coppia di amici, tra cui Nicolò, il figlio del campion Andrea Pirlo, uno dei volti storici del calcio italiano. Una serata che poteva finire in totale tranquillità, soprattutto perché vissute tra le strade del Centro, dove ci si aspetterebbe più tranquillità (e più controlli?). Sta di fatto che per Nicolò e il suo amico le cose non siano andate così. È lui stesso a raccontare dell’aggressione subita ieri. «Ero in cosa in macchina con un amico e questo gruppo di ragazzi ha provato a salire in macchina. Poi ci hanno preso a calci l’auto e ci hanno lanciato sassi. Non siamo mai scesi dall’auto per fortuna».
Un momento di paura, dovuto all’aggressività dei ragazzi, che per fortuna non sono riusciti a sfondare i vetri delle auto e a entrare. Successivamente, sempre Nicolò pubblica una storia su Instagram, e chiede: «È normale trovare in Centro a Torino quattro ragazzi che lanciano sassi sulla macchina, sputando e tirando calci?», pubblicando la foto dei ragazzi, probabilmente nei momenti subito successivi all’aggressione. Un commento, quello del figlio dell’ex centrocampista della Nazionale italiana, che fa eco all’appello di Francesco Facchinetti, intervenuto dopo il furto a casa del padre spiegando il perché della sua scelta di trasferirsi in Svizzera, lamentando la scarsa sicurezza nelle città italiane, dove non si potrebbe più essere tranquilli «neanche in casa propria».