A “L’Asino che Vola”, un locale alle porte di Roma, è stata messa in scena “Super Razzi”, una bizzarra mostra realizzata da Claudio Donati. Il fotografo, con un look da Dracula di Gary Oldman ma alla vaccinara, ci ha raccontato com’è nata l’idea di questo progetto: “Ho deciso di intraprendere questo percorso dopo l’incontro un po' fortuito e un po' intenzionale con il senatore Razzi, che si è prestato al mio immaginario. Gli ho dato i look più simpatici, e lui si è saputo mettere in gioco. A me piace molto trasformare i personaggi. Probabilmente diventerà una mostra itinerante”. La serata, dai toni grotteschi, a cui abbiamo partecipato anche noi, è stata scandita da esibizioni per lo più stravaganti. Ad alternasi sul palcoscenico cantanti poco noti, e donne con un grande gusto trash per la scelta degli abiti, che hanno messo in scena siparietti ai quali si è arrivati a ridere per non piangere. Una sorta di Corrida, con annessi "dilettanti allo sbaraglio ". A calcare il palco anche lo stesso Razzi, che insieme al senatore Carlo Doria, si sono cimentati nell’interpretazione di più canzoni, di cui una, chissà perché, molto probabilmente in playback. L’ex senatore, ormai modello affermato, con il suo papillon rosso acceso che non aveva proprio nulla da invidiare al naso luminoso della renna Rudolph, che lo ha reso sempre perfettamente individuabile, non si è mai fermato, divertendosi e scatenandosi come e più di un bambino al parco giochi. Il momento più esilarante, alla fine, è stato vedere i protagonisti e gli invitati ballare tutti insieme, andando ognuno al proprio tempo di musica.
Alle pareti una serie di fotografie “glamour” in cui Razzi posa circondato da candelabri, sigari, occhiali da sole e quant'altro, che hanno fatto più da cornice che da punto di attrazione della serata. I presenti pochi (una ventina su un locale che può contenere centinaia di persone), erano più occupati a ridere e parlare tra di loro, piuttosto che a fare il giro delle 15 tele appese. Il senatore Carlo Doria, ci ha raccontato il perché della sua presenza: “Si tratta di una serata di amicizia, dove il senatore della Repubblica e amico Antonio Razzi, ha invitato me e un’altra collega per condividere un momento lieto e goliardico. Bisogna entrare sempre in contatto con il mondo reale, e non stare chiusi nelle camere del palazzo. Sentire e vedere come l’umanità reagisce in un momento così cupo, post pandemico e in piena guerra”.
L’evento, definito anche festa privata a seconda di chi è a parlarne, che non è stato pubblicizzato dal locale, viste le già alte aspettative di affluenza, è rimasto per lo più vuoto fino alla fine, disattendendo completamente ogni pronostico. Un vero e proprio flop, e per certi versi che sicuramente non riguardano il tornaconto economico de “L’Asino che Vola”, dato che ha gratuitamente ceduto i suoi spazi, è stato meglio così, visto il dubbio livello d’arte raggiunto. Forse per il futuro dell'Italia c'è ancora speranza.