Dopo lo sgombero del centro sociale avvenuto il 21 agosto, il Leoncavallo torna in strada. Insieme agli attivisti del Leonka anche i giovani provenienti da altri centri sociali, le attiviste di ‘Non una di meno’ e i Pro Pal, per una prima manifestazione “Contro la città dei padroni”. La destinazione finale resta un’incognita, ma l’intento è chiaro. “Giù le mani dalla città. Giù le mani dal Leoncavallo”, si legge nel comunicato. “Il Leoncavallo non si tocca, il Leoncavallo è un simbolo: noi siamo la città contro i padroni, siamo le lotte che sostanziano il simbolo”. Una presa di posizione netta contro “la politica della sicurezza securitaria” e contro “gli strumenti di repressione come il DL Sicurezza e le zone rosse”, ma anche contro “la violenza sistemica verso le persone marginalizzate e razzializzate, contro la nuova economia di guerra, contro un nuovo imperialismo e contro la complicità con lo stato illegittimo di Israele, contro questo governo Neofascista”.

Nel mirino anche la gestione degli spazi urbani e della casa: “Contro gli sgomberi degli spazi sociali, il costante aumento degli affitti, contro le piattaforme di affitti brevi, contro la svendita delle case popolari, contro gli studentati per ricchi. Contro il modello di una città vetrina per il turismo di lusso, contro una città monopoli per le speculazioni, contro il verde che camuffa la cementificazione. Contro un’amministrazione complice dei grandi capitali”. “Per la città solidale e ribelle, dalla gente per la gente, lanciamo il corteo con un’azione scenica di apertura”. E uno slogan destinato a risuonare: “Milano non si svende, si difende”.

