Sui profili ufficiali del Ministero dell’istruzione e del merito - su Facebook, Instagram e Twitter - è stato pubblicato un nuovo logo. Un logo che sembra un fantasma. L’istruzione fantasma appunto. Ci sono talmente tanti errori grafici e di design che faccio fatica a elencarli tutti, ma partiamo dal fatto che le “M” non sono della stessa grandezza, come se il merito fosse più importante del Ministero stesso. E per fortuna che premiano il merito, perché io vedo solo colpe.
Ecco di seguito tutte le motivazioni tecniche e stilistiche che rendono questo logo inadatto e non professionale:
1. Design grossolano e datato secondo gli standard attuali;
2. Design asimmetrico, il che non è per forza sbagliato ma, considerato il committente (Ministero dell’Istruzione e del Merito), si presume che gli elementi debbano trasmettere linearità ed equilibrio;
3. Un logo per un Ministero dovrebbe comunicare serietà, professionalità, armonia nella scelta del font e di tutti gli elementi che lo compongono; in questo caso, invece, rimanda per lo più al mondo sportivo, horror o, volendo, anche al mondo dei bambini;
4. Lo stile del logo è troppo giocoso e poco istituzionale, quindi non è concettualmente consono al profilo di destinazione per il quale lo si intende utilizzare;
5. Utilizzo del tricolore approssimativo;
6. Le lettere del logo sembrano come essere inscritte all’interno di una bolla, di un qualcosa di chiuso e di “claustrofobico”; al contrario, sarebbe stato forse più opportuno esprimere graficamente un concetto di apertura e di respiro;
7. Non è ridimensionabile, diventa illeggibile quando viene rimpicciolito.
Possiamo concludere che è un logo all’ultimo grido: lo guardi, ti spaventi, urli e poi muori.
Sui social, in realtà non è morto nessuno, anzi si è scatenata una bufera di commenti, meme e indignazione generale, soprattutto perché il logo è oggettivamente brutto. Insomma, non piace proprio a nessuno.
Tutto questo ha portato il Ministero a rispondere con una nota ufficiale dove dichiara: “In risposta alle critiche pretestuose di alcuni esponenti dell’opposizione e alle erronee ricostruzioni di alcune testate giornalistiche, si precisa che non è stato effettuato alcun cambio del logo ufficiale del Ministero, che rimane invariato”.
Questa dichiarazione non fa che suscitare una nuova serie di domande. Qual è il logo ufficiale del Ministero? E poi, se non è ufficiale, significa che è solo temporaneo e solo per i social come ha dichiarato il ministro Giuseppe Valditara? Ma soprattutto, per quale motivo un Ministero dovrebbe creare e utilizzare un nuovo logo soltanto per pochi giorni?
Andando sul sito ufficiale del Ministero dell’istruzione e del merito, non c’è alcuna traccia di questo nuovo logo, ma c’è anche da dire che se guardiamo l’url dello stesso sito, troviamo ancora presente l’url del Miur, ovvero, il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca. Il vecchio Ministero insomma.
Possiamo dire però che neanche il logo del Miur rispettasse tutte le regole stilistiche e di design che un logo istituzionale dovrebbe avere.
Ma se davvero si tratta di un logo non ufficiale e solo per i social come dichiarato dal ministro, perché lo ritroviamo anche stampato sugli stand del Salone del Libro di Torino 2023 e su quelli di Forum Pa?
Dal Salone, tra l’altro, sono trapelate delle foto che provano che il nuovo logo del Ministero dell’istruzione e del merito non sarebbe affatto temporaneo, perché è presente a caratteri cubitali sull’installazione di una delle fiere dell’editoria più importanti d’Italia.
Sembrerebbe quindi che il logo sia stato pensato, studiato e concretizzato parecchio tempo fa, anche perché per realizzare degli stand del genere ci vuole molto tempo.
Non si sa se ci sia stata una gara, non si sa su quali basi sia stata scelta un’agenzia o una persona piuttosto che un’altra. Ci sarà stata un’assegnazione di merito? Visto il risultato, non sembra proprio.
Ho provato a contattare direttamente l’ufficio stampa del Ministero per avere delle risposte ma, a quanto sembra, non ne meritavo una.