La mafia è come il Covid: tutti pronti a diventare esperti e complottisti. Anche Roberto Saviano, per dire. Ma non solo. La morte di Matteo Messina Denaro è un’occasione superslurp per dimostrare di saperne più degli altri. A cominciare da Roberto Saviano, ma non solo. Saviano, per esempio, a corpo caldo, ieri pomeriggio ha detto al Festival del pensare contemporaneo di Piacenza che “a breve uscirà un video”, mostrando che lui ne sa più degli altri. Una gara alla dietrologia e al complottismo. Bene: MOW sfida Roberto Saviano. Egli ha conoscenza di un interrogatorio ripreso in video? E che la pubblicazione del quale ci dimostrerà che Roberto Saviano ne sa più degli altri? Siamo qui e aspettiamo. Certo, ove dovesse uscire un video del genere, come promesso e anticipato da Saviano, bisognerà capire come agiscono le procure, a chi danno anteprime. Per noi resta buono quanto detto da Giuseppe Spadaro, presidente del tribunale dei minorenni di Trento, ricevendo a Crotone il premio “Dodò Gabriele”, bambino ucciso in un agguato di mafia mentre giocava a calcetto: “Serie tv come Gomorra o Mare Dentro mitizzano i criminali”. E non c’è dubbio – ma questa è una mia convinzione personale – che Gomorra et similari abbiano lanciato la moda delle tute (il look dei carcerati) e abbia dato la stura alle serie e ai romanzi ai quali i giovani delle provincie suburbane di tutta Italia si ispirano (con la complicità della Rai e di Mediaset). Gli ascolti come le vendite imperano: basta dire che quello che si racconta è “denuncia”.
Ora la morte di Messina Denaro ha già causato interventi e interviste a poveri diavoli che non sanno fare altro che inventarsi “codici” da decifrare, ovviamente affermando che essi hanno la “chiave”.
Io, ma è una considerazione en passant, scrivo di mafia da anni, e quello che ho sempre detto, e che ripeto, è che la mafia è ridicola, non è diversa dal narcisismo, dall’egomania, dalla ricerca assurda (e a volte esilarante, nonostante i morti) del potere e del prestigio. Sul potere e il prestigio Roberto Saviano ha fondato la sua carriera vittimistica. Gli standupper americani, che da anni lottano contro il politicamente corretto, probabilmente definirebbero Roberto Saviano una “fighetta”, sottolineando come si tratti di uno che prima lancia la pietrina e poi trema come una fighina. Attorniato da scorte.
Adesso egli sa o saprebbe di interrogatori segreti che “a breve saranno pubblicati”. Ci sono questi interrogatori? Saranno pubblicati? Come mai le procure hanno avvertito Saviano, se lo hanno avvertito?
Se qualcuno ha da ridire su queste affermazioni preciso che Roberto Saviano non è un inquirente, non è un magistrato, non fa parte di quella schiera di veri eroi che per uno stipendio statale rischiano davvero la vita. Egli monetizza ipotizzando di sapere trame misteriose, di avere conoscenza di linguaggi in codice e sapienza di balletti che non esistono: la mafia non è diplomazia e codici, è un fenomeno ridicolo e terribile, come il “potere” tutto, del resto. Dire che se ne sa più degli altri: una posizione, quella di Saviano, che sta tra il complottismo e l’astrologia, tra la fuffa e le fatture dei maghi.
Perché la posizione di Saviano – e le procure, purtroppo non lo capiscono – è screditarle, le procure e le forze dell’ordine, che se facessero come Saviano dice e sa, avrebbero già sconfitto tutte le criminalità organizzate.
Adesso: o ci sono procure masochiste e bisognose di fama che passano informazioni riservate a Saviano, oppure Saviano millanta.
Vogliamo sapere se questo video degli interrogatori a Messina Denaro esiste.
Se esiste, devono risponderne le procure.
Se non esiste, deve risponderne Saviano.
La morte di Matteo Messina Denaro è stato un affare per molti.
Non vorremmo fosse un affare anche per l’antimafia.