Il PCNC (Partito Che Non C'è) verrà fondato da MC? (“Michele chi?”). C'è un superbo intreccio di evanescenze nella pubblica rentrée di Michele Santoro, l'ex tribuno televisivo che ha fatto in tempo a veder diffondere il verbo populista per ogni anfratto della società italiana e adesso reclama piccato almeno un pezzetto di copyright. Nel bel mezzo di questa anomala estate, con le urne che si avvicinano precoci ma rimangono a rischio d'essere scansate con destrezza dagli italiani, l'ormai carsico inventore delle piazze televisive riaffiora dal silenzio e dall'oblio per dire la sua sulla fase politica e sulle sorti del Paese. Senza tema di essere stato quasi dimenticato durante il lasso di tempo intercorso (“Michele chi?” si domanderebbero in molti, come a suo tempo fece un presidente della Rai). Con la medesima perentorietà di quando litigava in diretta col direttore generale della Rai o passava la linea in esterna a Sandro Ruotolo. Ed elevando a proprio nume tutelare Ciccio Ingrassia, che in Amarcord di Fellini saliva sull'albero per urlare “Voglio una donna!”, il nostro reclama un nuovo partito capace di inglobare tutto ciò che in questo paese possa essere etichettato come sinistra. “Vasto programma”, risponderebbe qualcuno. “Mesto programma”, diciamo a malincuore noi che da quel dì della Bolognina ne abbiamo visti, di soggetti che si agitano per rimettere in piedi qualcosa di sinistra. Col risultato di avere assistito invece a un processo di gremlinizzazione, una moltiplicazione senza posa di liste e partitini dalla dimensione quasi rionale che per capacità di proliferazione superano anche la Confraternita dei Centrini ex democristiani.
Ciò che però non basta a spaventare Santoro. Che anzi confida nella missione e intanto pensa di allearsi con Giuseppe Conte, l'ex Avvocato del Popolo nel frattempo trasfigurato in difensore d'ufficio di sé stesso. E spera che dalla fusione a freddo di due ex populismi (quello televisivo del tempo che fu e quello politico in via d'estinzione causa fuga in massa di elettori e eletti M5S). A loro toccherebbe costruire qualcosa di sinistra, fra l'indifferenza dell'ex popolo della sinistra stessa e il ruolo incontrollabile di Beppe Grillo, che disfa la notte le macerie pazientemente accatastate durante il giorno. Intanto, già che c'è, Santoro se la prende col Pd e con Enrico Letta. Praticamente il più diffuso sport nazionale di queste settimane. Banalità assoluta e fatica sprecata. Perché né Michele Santoro né chiunque altro capiscono che il Pd e Letta prendono già abbastanza insulti dai loro (sempre meno) elettori e (quasi estinti) militanti. Cosa volete che sia essere dileggiati dagli avversari? È quasi una passeggiata di salute.