Oggi diciamo alcune parole semplici sull’affaire Michele Santoro/Byoblu, che sta scuotendo drammaticamente le arene della discussione pubblica in Rete e in Tv. Riassumendo: il giornalista Andrea Scanzi sul suo profilo social si dichiara trasecolato, ovvero prossimo a vomitare, dopo aver saputo che Michele Santoro si è ridotto “a elemosinare una presenza su ByoBlu” per trasmettere dal palco del Teatro Ghione di Roma l’evento politico organizzato da sé stesso, intitolato Pace proibita. “ByoBlu, ovvero il condensato dell’informazione più colpevolmente negazionista, complottista, novax eccetera” ha tuonato Scanzi dalla sua tribuna, “che in questi anni ha più volte incarnato a mio avviso (e non solo mio) il peggio del peggio della ‘informazione’”. In realtà, ByoBlu non ha fatto che annunciare –non avendo alcuna esclusiva ma approfittando per intestarsene qualche merito – che la trasmissione dell’evento sarebbe passata anche sulle sue frequenze.
Subito è arrivata la risposta di Michele Santoro, tra i commenti al post di Scanzi: “Visto che stai vomitando… perché “Il Fatto” non partecipa e non trasmette sul suo sito? Il segnale è libero, tutti possono trasmettere… buona rosicata”. Ecco qui lo scontro – più che prevedibile – fra due primedonne dell’informazione, una ormai pensionata e l’altra nel pieno vigore. Santoro ha voluto precisare che “qualunque radio, emittente televisiva o canale social potrà liberamente trasmettere la nostra iniziativa che sarà autofinanziata con il crowdfunding”. Quindi, Michele Santoro non ha assicurato esclusive, (cosa che sarebbe stata semplicemente idiota), ma è stata ByoBlu a offrirsi opportunisticamente di trasmettere l’evento, oltre ad altre emittenti e testate, come Radio Popolare Milano,Telenorba, TPI. Ciò che Santoro ha sbagliato è stato confessare, facendo la vittima, di aver tentato di farsi trasmettere anche dai network maggiori, ottenendo ovviamente dei rifiuti: a Sky, a La7 e a Rainews24 era stata offerta “gratuitamente” la diretta dell’evento (ci mancherebbe che si volesse far pagare), ma inutilmente. “Chiamate il PD e i 5stelle e chiunque altro vogliate e fateli intervenire sui vertici Rai per trasmettere la parola ‘Pace proibita”, ha allora invocato Santoro, tradendo così il desiderio irriducibile di rimettere i piedi nel vecchio feudo Rai.
Ormai è evidente che siamo di fronte a una caricatura orsiniana (il più giovane e piacione che sale sulla cresta dell’onda, mentre il più anziano vuol tornare a ruggire), visto che l’altra sera a Piazza Pulita Santoro ha ritirato fuori vecchi arnesi pacifisti, antiamericani e antioccidentali, senza farsi scrupolo di rovesciare la realtà ai limiti della disonestà intellettuale: se Vladimir Putin ha invaso l’Ucraina e si è messo a distruggerla e a sterminarne gli abitanti, la responsabilità è del presidente americano Joe Biden che ora deve rimediare lasciando ai russi campo libero, è la sostanza del suo discorso. E allora, di fronte all’assurdità di questa situazione, è utile fare chiarezza. Il problema di Michele Santoro, col suo seguito, è che da tempo non è più il vecchio signore di Rai3che ricordavamo, uno dei pernidella Tv di Stato: ormai è in pensione, ma non gli basta lasciare il passo al cambiamento dei tempi beccando i suoi bei soldi, no: vuole ancora essere al centro dell’attenzione, sente il bisogno di essere riconosciuto come la coscienza civile di sinistra dell’intero Paese, come ai tempi di Samarcanda, Sciuscià eccetera. La solita questione del narcisismo spinto, o patologico, di cui certi personaggi non riescono liberarsi: non accetta l’idea di farsi da parte e lasciar lavorare gli altri, non accetta il fatto che i tempi non sono più quelli che ricorda, insiste nel volerci tramandare il maoismo della gioventù convertito nel comunismo antioccidentale che assolve cinicamente i dittatori sanguinari, rivoltando le argomentazioni con arrogante disinvoltura. Continua a guardarsi allo specchio e s’incazza se questo non gli risponde che è sempre lui il più ganzo, il più cool, il più giusto del reame. Ma perché tutte le Reti non mi trasmettono, impreca oggi indignato, e nel tentativo di predicare urbi et orbi è costretto a ricorrere al crowdfunding, come uno sfigato qualunque circondato dai suoi arnesi. Un problema di narcisismo strutturale frustrato, insomma, uno dei problemi del nostro tempo.